giovedì 28 novembre 2013

SENTIRSI A CASA A 10.000KM DI DISTANZA

Questa mattina sono uscita da sola. Voglio iniziare ad orientarmi con le distanze, la collocazione dei luoghi e così via.
Mi sono avviata a piedi e poco dopo un saengtaew (taxi collettivo) ha accostato. La signora seduta di fianco all'autista mi chiede: Where are you going? E io chiedo a mia volta: khun pai thi nai kaa (dove andate?) e lei where you want, ed io chan ja pai pratu tapae dai mai kaa (vorrei andare a porta Tapae, va bene?). Mi fa cenno di si e di salire nella parte dietro adibita al trasporto passeggeri. In una frazione di secondo mi rendo conto di non aver trattato il prezzo. Mi fermo chiedo iisip bhat chai mai (venti bhat, vero?) In realtà la tariffa è fissa ma di solito con i farang (gli stranieri) tentano di alzare il prezzo. Il tipo alla guida sorride e alzando due dita mi conferma iisip bhat. Monto dietro e comincio a guardarmi intorno, sono l'unica passeggera ma poco dopo carichiamo una signora anziana. La saluto e dopo un bel tratto in silenzio la signora sottolinea il fatto che parlo thai. Io rispondo nit noy (poco). Ma lei alza il pollice e si complimenta. In pratica il ghiaccio è rotto. Subito la tipa con aria di disappunto mi mette una mano sulla coscia, appena sopra il ginocchio. La guardo rassegnata e divertita: dichan luu dichan pen uan (lo so sono grassa). Probabilmente spiazzata dalla mia consapevolezza  la mia co-passeggera, invece di continuare a sottolineare la mia obesità, mi chiede da dove vengo. Quando sente che sono italiana si esalta e mi racconta di aver vissuto due anni in Italia e poi anche in Francia e Germania. Le chiedo se parla italiano e mi dice: ciao Milano finito e ride. Mi chiede quanto tempo intendo fermarmi in Thailandia e le rispondo in inglese spero tutta la vita... Nel frattempo sono arrivata, la saluto e mentre sto scendendo mi lancia un sentito chock dee (buona fortuna), contraccambio di cuore anche io, un incontro così non può che metterti di buon umore.
Mentre pago la signora seduta vicino all'autista mi chiede da quanti anni sono in Thailandia. Cerco di rispondere che ci ho vissuto nove anni, ma che manco da dieci. In realtà mi incarto e credo sia ripartita pensando che sia qui da nove anni e che veramente il mio thai non sia così buono come pensava.

Poi da porta Tapae ho iniziato la mia perlustrazione, percorrendo il centro cittadino in direzione est-ovest. Chiunque pensi che nelle città italiane ci sono troppe chiese dovrebbe venire a contare i templi presenti a Chiang Mai. ne ho visitato una minima parte perchè quello che mi interessava veramente era orientarmi e guardarmi intorno. Sono arrivata fino al wat prah singh. Poi seguendo solo il mio intuito ho ripreso la direzione verso sud. 

Mi sono fermata in un primo residence di cui avevo consultato il sito e sono entrata a chiedere informazioni. Un'impiegata molto gentile mi ha mostrato le tre tipologie di stanze ma devo dire che sono piuttosto squallide, soprattutto poi gli ambienti esterni: hall, corridoi, ecc.. Ma le stanze sono tutte tra il settimo e nono piano, con vista sulle montagne...

Proseguo sempre a piedi e mi ritrovo al mercato Tippanet, dopo qualche incertezza decido di fermarmi a mangiare. Ordino pad-thai con carne. C'è solo clientela thailandese a parte altri quattro farang. Diciamo che la cucina, l'ambiente, il servizio sono davvero only for thai people. Mi aspetto anche qui qualche tentativo di farmi pagare di più e invece iisipi haa bhat (25 bhat) poco più di 50 centesimi. Pago e riprendo il mio cammino.

Lungo la strada vedo il residence che maggiormente mi ha fatto sognare consultandone il sito dall'Italia. Vado a chiedere informazioni. Peter, giovane figlio del titolare, mi illustra le tariffe e mi informa che hanno disponibilità a partire da gennaio. Mi mostra la stanza ed è davvero carina come si vede on-line... Unica pecca è al piano terra. Ovviamente è più caro del precedente, ma come qualità è molte spanne sopra.

In pratica sto vivendo la straniante sensazione di sentirmi a casa nonostante sia a 10000km dal mio luogo di origine, probabilmente casa è dove senti di stare...

Evabbe' in Italia lu poru Sirvio è decaduto, mentre qui la sora Yingluck l'ha sfangata (le hanno rinnovato la fiducia... nel fratello Thaksin).

Questa è un po' la prima giornata da nuova residente. That's all for now. Seguiranno foto e commenti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ottimista mi raccomando! Una lucidisssima e bella descrizione . Non vedo l'ora di leggere le successive... magari ci passi qualche ricetta. Su, avanti così...
Un abbraccio
Davide

Unknown ha detto...

Che bello leggerti e saperti fiduciosa e consapevole nella tua casa d'estremo oriente... sono tanto contento per te e con le comunicazioni virtuali siamo già lì con te .. o tu qui con noi... vabbe' hai capito!
Però pure la signora t'ha detto che hai da cala'... ahaha . mi sa che non hai scampo. BACIONI!