Visualizzazione post con etichetta Lamsai. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lamsai. Mostra tutti i post

martedì 5 giugno 2007

GIORNI TAILANDESI 2

Non saprei come definirli, non perchè non sia facile dire che erano duri, piuttosto perchè sono stati duri tanti altri giorni nel corso del tempo e quindi dire che quelli erano duri sembra significare che poi non ci siano state durezze. Di sicuro nei primi giorni sei ripiegato su te stesso a lottare con la nostalgia, senza riuscire ancora a trovare la meraviglia della nuova situazione. Gli impatti sono tanti, il primo disagio sono le zanzare di dimensioni e quantità mai viste prime...non riesco minimamente a resistere alla tentazione di grattarmi, con il risultato che in pochi giorni i miei piedi sono pieni di infezioni! e dopo neanche una settimana sono colpita anche da "ta-dem" tradotto letteralmente è "occhio rosso", ovvero una congiuntivite virale micidiale qualcosa di indescrivibile e di inguardabile, infatti per tutto il tempo in cui ne sono colpita evito accuratamente di guardarmi allo specchio per non angosciarmi. Così ad una settimana esatta dal mio arrivo ho il primo contatto con l'ospedale di Lamsai, da noi tutti sempre soprannominato "la macelleria"! Insieme con me vengono anche alcuni bambini, alcuni con la congiuntivite e uno perchè ha la febbre che non si riesce a farla scendere. Ci visitano insieme nella stessa stanza, per lui il medico prescrive non so che farmaco da somministrare con intramuscolo, così vedo che tirano fuori un attrezzo che pensavo ormai si trovasse soltanto nei mercati di modernariato o nei musei: una siringa in vetro con la sua scatola in metallo per la bollitura... Realizzo per un attimo che potrebbero decidere di farmi una qualche iniezione anche a me e progetto di fuggire all'istante se ci provano... In realtà si limitano a medicare i piedi praticamente piagati e a prescrivermi una pomata al cortisone per gli occhi. La sera di quel venerdì arriverà padre Bernard lo accoglierò con tutti e due gli occhi bendati, con l'unica raccomandazione di non dire niente a mia madre quando la vedrà!

venerdì 1 giugno 2007

Giorni tailandesi 1

Sono arrivata in Tailandia il 1 luglio del 1994, era un venerdì... il primo impatto quando arrivi a Bangkok (che in realtà si chiama Krungtheep) lo hai nel momento in cui si aprono le porte scorrevoli dell'areoporto Don Muang... Dopo quasi undici ore di aria pressurizzata dell'aereo, dopo almeno un ora, tra controllo passaporti e ritiro bagagli, nell'aria condizionata si aprono le porte e la prima sensazione che hai è che ti abbiano tirato un secchio di acqua calda addosso, tanto l'aria è calda, umida e appiccicosa. In un servizio "rai" un giornalista la definì una autentica marmellata di smog e sostanze tossiche. Quando arrivammo insieme agli altri volontari, la macchina della Comunità non era ancora arrivata, Eddie si informò al telefono, probabilmente erano bloccati nel traffico... Il traffico è il secondo impatto, in primo luogo sei disorientato perchè la guida è all'inglese, così non sai mai da che parte devi salire, poi, visto il tipo di esami che si fanno per prendere la patente non è detto che chi sia al volante sia qualcuno che abbia la minima cognizione del codice della strada. Nel ricordo quel primo viaggio dall'aereoporto a Lamsai è lunghissimo, ma in realtà non durò quell'eternità, calò il sole è vero, ma lì tramonta sempre verso le 18.30. Ricordo che nonostante la curiosità di vedere da cosa sarei stata circondata da lì in avanti, ad un certo punto mi addormentai, quando riaprìi gli occhi eravamo in una strada secondaria, una scorciatoia case che allora mi sembrarono poverissime, ma poi imparai che non lo erano (ma tutto è relativo) e soprattutto a colpirmi fu la sporcizia, il fango, eravamo nella stagione delle piogge...
Arrivati al centro, non riuscivo a rendermi conto delle dimensioni, delle strutture, era buio, ero frastornata. Ci accolse Giovanni, presentando le scuse di Tonino che era dovuto andare a Mae sot, ma il giorno dopo sarebbe tornato.
Mi accompagnarono al centro dei bambini più piccoli, il mio centro, per arrivarci dovevamo passare davanti a quello dei pre adolescenti, mi venne incontro Franco, che subito mi chiese il quotidiano che avevo in mano "sai qui ne arrivano talmente pochi", ed io che ne leggevo almeno due al giorno?!