martedì 23 ottobre 2012

Della responsabilità della commissione grandi rischi

Se andassi da un senologo con un bozzo sul seno e il luminare, solo guardandomi, mi dicesse di stare tranquilla perché in alcun modo si potrebbe sviluppare un tumore e poi morissi a causa di un neoplasia non diagnosticata, credo che sarebbe giustificata un azione legale contro il medico  e la sua condanna...
I sismologi della commissione grandi rischi hanno previsto che l'azione sismica nella zona dell'Aquila si sarebbe esaurita e non ci sarebbero stati eventi catastrofici. Lo hanno affermato dopo una riunione di mezz'ora, convocata con precisi scopi mediatici. Le loro affermazioni non avevano basi scientifiche. Se non è possibile prevedere quando ci sarà un terremoto, non è possibile prevedere quando un terremoto non ci sarà. I sismologi dopo quella riunione rassicurarono tutti, gli abruzzesi rimasero nelle loro case e ne sono morti 308, più i feriti, più quelli morti in seguito...

Certo i sismologi non avrebbero potuto dire che quella notte ci sarebbe stato il terremoto, ma avendo affermato che non ci sarebbe stato hanno la responsabilità di quelle morti!

Allora la comunità scientifica anziché scandalizzarsi e dimettersi, si interroghi sul proprio senso di responsabilità!!!


giovedì 18 ottobre 2012

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne...(pensieri e sensazioni di un pomeriggio alla Certosa)

Oggi pomeriggio avevo bisogno di calma per lasciar decantare i postumi di una seduta di psicoterapia particolarmente efficace... Così in modo del tutto imprevisto mi sono ritrovata a visitare la Certosa di Bologna... Quando ci si trasferisce in una città a meno che non accada qualcosa di particolare non capita l'occasione di andare al cimitero. Anche se devo dire che in questi tre anni mi ero riproposta di andarvi: avevo sentito parlare della parte monumentale e perchè ogni anno vi organizzano dei concerti.

Sono entrata da un ingresso secondario e mi sono ritrovata in una zona con sepolcri recenti a terra. Ho cominciato a vagare senza una direzione precisa, notando differenze nelle modalità, negli usi... Ma stranamente non avevo una sensazione di pace. L'inquietudine ha poi rasentato il malessere quando ho visitato il monumento che conserva i resti dei partigiani caduti.


Forse perchè sempre più spesso mi scopro a pensare che l'Italia è di nuovo nelle condizioni del dopoguerra ma senza la speranza e il senso di sollievo di quei tempi...
Ma mi sentivo così male che mi sono allontanata in fretta dal monumento...
Ho proseguito la mia visita nella parte più antica dove i chiostri si succedono uno dopo l'altro e dove ci sono dei monumenti funebri notevoli e mi hanno colpito uno dedicato ad una giovane sposa e l'altro ad una giovanissima unica figlia con statue in marmo bianco a grandezza naturale e molto espressive.


Purtroppo alcune parti del cimitero sono in cattive condizioni e altre sono deturpate dai piccioni e dai dispositivi per contrastarli (reti, altoparlanti, ecc...). Ho girato senza meta e ho raggiunto anche il 'giardino delle rimembranze' dove un cartello di Hera specifica 'zona dispersione ceneri' e sembra quasi un avviso tipo 'attenzione caduta massi'. Però il giardino è un posto sereno, l'unico dove ci si possa sedere.

Ho ripreso il mio girovagare verso la zona antica e mi colpisce una statua di Pan su una tomba dove sono sepolti un uomo ed una donna morti a distanza di un anno circa l'uno dall'altra e sulla tomba è riprodotto un frammento di dialogo "Ma che davvero Maria?" "Si, Massimo"... E rimango con il dubbio di quale fosse l'oggetto di questa richiesta di conferma...

Poi sulla parete di uno dei chiostri trovo una lapide credo di fine '800 o inizio novecento dove si descrive un uomo morto a 96 anni, padre e marito ideale, di vita illibatissima (?) Una definizione così per un uomo non credo esista altrove!

Poi sono uscita dall'ingresso principale e raggiunto la corrispondente fermata del 39 che è anche l'unica linea ad effettuare quella fermata. C'è da aspettare ma sono in fase meditativa. Mentre sono seduta in attesa con i pensieri e le sensazioni che vado rimuginando dalla mattina una signora che da qualche minuto sta aspettando si avvicina e mi chiede: 'sta aspettando il 39?' 'Si' (ripeto è l'unica linea che passa lì). 'Sa, signora, se lei prende il 36 dall'altra parte della strada e scende alla prima fermata e poi attraversa e lo prende nell'altra direzione (qui non sento per via del traffico) e così va verso il Bellaria...' Sono basita: la signora non mi ha mica chiesto da che parte devo andare, per altro opposta al Bellaria; e mi sollecita a fare questa prova. Di fronte alla mia indifferenza (il 39 fa un giro lungo ma mi lascia sotto casa). 'Allora lei preferisce prendere comunque il 39!' Ma che avrà cercato?!

sabato 6 ottobre 2012

UN PESSIMO VENDITORE E DELL'OMOFOBIA



Approfittando della temperatura ancora mite decido di fare una passeggiata da San Donato fino alla sede del Cassero. Mentre cammino ascolto la radio e cerco di godermi la città che forse dovrò lasciare... Sotto i portici di via dei Mille un ragazzo con in mano una cartellina si mette in faccia un gran sorriso e mi punta un indice contro. Purtroppo incrocio il suo sguardo per un nanosecondo di troppo e questo deve averlo fatto sentire in grado di piazzare la sua vendita.
Cerco di svicolare e di cavarmela con un banale 'non mi interessa'. E lui, porgendomi la mano che ignoro, 'non sono un bandito'. Io 'so che non sei un bandito ma non ho soldi'. Sempre camminandomi al fianco lui sbotta 'ma possibile che voi bolognesi siete tutte così acide?' E io sempre più scocciata:'non sono bolognese', 'allora sarai terrona come me'...'non proprio, sono del centro Italia, Umbria'. Questa mia confidenza deve avergli dato l'idea che stessi cedendo terreno e così mi incalza con una nuova domanda 'hai figli?' 'No, sono single e lesbica'. 'E va be' se vuoi mi offro come volontario ma intanto guarda questo...' E mi porge un cartoncino A4 ripiegato (non ho idea di cosa stesse cercando di vendermi)... Credo di aver avuto un'espressione furibonda, mi fermo e lo gelo con 'sono disoccupata e non ho soldi!' con un tono di voce così tagliente che rimette il cartoncino nella cartellina azzurra e se ne va a testa bassa...

Alcune considerazioni: il poveruomo a breve sarà sotto il Pavaglione a chiedere elemosina perchè uno che deve vendere qualcosa e non capisce che il modo migliore sia entrare in empatia con il potenziale cliente è destinato al fallimento... Il poveruomo ha infilato una perla di imbecillità dietro l'altra dandomi dell'acida e della terrona. Ma l'apice della sgradevolezza è stato ovviamente raggiunto dal suo proporsi come volontario. E qui si apre un'ulteriore tematica: come è possibile che un giovane, con molta probabilità uno studente universitario, a fronte della dichiarazione di identità di genere di una donna di mezza età si senta in dovere di proporsi...come rimedio? come terapia? come alternativa? 

E poi mi chiedo ma quelli per cui lavora un paio di euro in formazione potevano pure spenderceli...