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domenica 19 dicembre 2010

Lesbo-spot e omosessualità femminile

Qualcuno si è detto soddisfatto del coraggio della Renault per quello che ormai tutti chiamano il lesbo-spot.... Personalmente non posso fare a meno ancora una volta di notare come l'omosessualità femminile venga usata in termini di ambiguità e morbosità. 
Nello spot la tipa con la maglia nera arriva a quella che sembra essere una festa, lancia occhiate ad una tipa con una maglia rosa che cazzeggia su un divano con un tizio... La seconda tipa raccoglie immediatamente l'invito, entra in camera si spoglia, luce soffusa, si sdraia sul letto e l'altra le sale sopra per bendarla e poi le ruba la maglia rosa e se ne va...mentre la voce fuori campo commenta: "la competizione è femmina"!
Ora a me non sembra che questo dimostri da parte della Renault una particolare volontà di sdoganare l'omosessualità femminile, ma piuttosto ancora una volta la solita operazione di marketing che  tende a stuzzicare un certo voyeurismo, per poi spiazzarlo con un finale inatteso... Roba già vista  tra l'altro negli spot Campari di qualche anno fa.
Il vero coraggio sarebbe stato  nel mostrare una normale coppia omoaffettiva che utilizza la Twingo per accompagnare a scuola la propria figlia o figlio prima di andare al lavoro o magari per andare al lavoro o a fare la spesa. Ma questo evidentemente risulterebbe davvero troppo scandaloso ed inaccettabile per la cultura del nostro paese immorale e bacchettona!!!

domenica 7 novembre 2010

Quattro passi per Bologna

da quando sono a Bologna cammino molto, tanto che mi si consumano le suole delle scarpe... una delle cose più belle è camminare nel centro storico percorrendo i portici che hanno visto passare secoli di studenti universitari e di accademici... in autunno e in inverno godo di un piacere in più: scrutare le finestre con le luci accese dietro cui si intravvedono interni di pregio, soffitti a cassettoni o a volte addirittura affrescati. colgo frammenti, fotogrammi di una Bologna benestante e colta, ricca e di sinistra, con la solidità antica di secoli di albero genealogico. guardo e osservo non per voyeurismo, ma piuttosto con la consapevolezza che non avrò mai accesso a quegli interni, che non mi accadrà di conoscerne i proprietari ed essere invitata a prendere un caffè... è la stessa consapevolezza di quando incrocio coppie innamorate, avverto l'incapacità, l'inaccessibilità ad una dimensione di rapporto di coppia, attraverso invisibile luoghi amici e rinuncio prima di andare in frantumi all'ennesimo rifiuto... Bologna è bellissima ed è come se non fossi qui, ma non vorrei essere in altri luoghi.

forse basterrebbe solo un buon terapeuta?