venerdì 29 giugno 2007

Messiah alias Pippo?

«Un sadomaso da educande, nulla di scandaloso o blasfemo» è
stato il commento del sindaco di Venezia Massimo Cacciari. «A me - ha continuato
- non è piaciuto per nulla, se si chiamava Pippo Game nessuno si accorgeva di
niente».

lunedì 25 giugno 2007

Che sia chiaro o sei gay o sei cattolico


""Offese ai gay. Insulti ai fedeli. L'omelia di mons. Matarrese "
"Che sia chiaro, «i gay non possono essere considerati cristiani». Lezione di catechismo con digressione omofoba, quella impartita il 26 maggio da mons. Giuseppe Matarrese, vescovo di Frascati, ad un gruppo di ragazzini in preparazione per la cresima. Il fatto è accaduto a Montecompatri, piccolo paese in provincia di Roma, ed è stato riportato dalla agenzia cattolica Adista che da lunedì darà un resoconto dettagliato della vicenda. Il vescovo stava parlando della famiglia, della famiglia naturale eterosessuale, quando ha sentito il dovere di spiegare il posto degli omosessuali: fuori dalla Chiesa. Una dottrina in chiaro contrasto con il magistero cattolico, visto che le pecorelle smarrite vanno accolte. Probabilmente mons. Matarrese ha voluto parlare chiaramente, per farsi capire meglio dai giovani ragazzi. Che hanno afferrato il concetto. Una ragazzina presente al ritiro spirituale ha alzato la mano e lo ha contestato: «Secondo me non è giusto».Così ha detto: «Secondo me non è giusto perché i gay invece possono amarsi come un uomo e una donna». E qui, racconta Adista, il vescovo 73enne ha perso la pazienza, zittendo in malomodo la ragazzina ribelle chiamandola "scema" e rivolgendo un irritato "hai la capoccia vuota" ad una compagna che tentava di difendere l'amica. Peggio: mons. Matarrese si è rivolto ai genitori e al parroco pretendendo le scuse da parte dei cresimandi, minacciando di escluderli dalla celebrazione del giorno successivo. Mamme e papà preoccupati hanno tentato di convincere i figli, inutilmente. Le scuse non sono arrivate. Il vescovo ha comunque deciso di impartire la cresima ai ragazzi ribelli e agli adulti che li accompagnavano, ma si è tolto un sassolino dalla scarpa: durante l'omelia, ha parlato direttamente con i genitori invitandoli caldamente di tenere sott'occhio i figli che «evidentemente si sono allontanati dalla retta via». "Liberazione" ha tentato di raggiungere telefonicamente mons. Matarrese, che però si trova in ritiro spirituale e non ha potuto fornire una spiegazione.Ruiniano di ferro, il vescovo di Frascati è fratello del più celebre Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari. Non ha mai fatto mistero delle sue posizioni politiche. Alla vigilia delle amministrative 2005 aveva organizzato un incontro con trenta preti della sua diocesi e il candidato regionale Francesco Storace, poi battuto da Piero Marrazzo. «Sono di destra. Che c'è di male a dire: "Votate Storace"?».Una famiglia, i Matarrese, schierata completamente a destra: la sorella è sposata con un senatore di Forza Italia, mentre Antonio faceva parte della direzione nazionale dell'Udc ed ex segretario provinciale a Bari del partito di Casini. L'episodio di Montecompatri non è isolato. Poche settimane fa un sacerdote del barese aveva negato la comunione ad un giovane. Un fatto sgradevole: il prete ha atteso che il ragazzo si avvicinasse durante la messa per ricevere l'ostia e lo ha allontanato dicendo apertamente e davanti ai fedeli «No, a te no perché sei gay». Il movimento gay-lesbo-trans-bisex e queer denuncia da tempo una recrudescenza dell'omofobia in Italia. Scritte xenofobe dell'estrema destra a parte, gli omosessuali si lamentano apertamente delle opinioni anti-gay espresse quotidianamente da politici ed esponenti della Chiesa cattolica. Pochi giorni fa andava in onda sul Tg2, ha denunciato Franco Grillini, un appello di Buttiglione al movimento omosessuale perché condanni apertamente la pedofilia, «come se ci fosse una qualche continguità»." tratto da Liberazione del 25 giugno 2007, articolo di Laura Eduati
Con tutto il rispetto, sig. Matarrese, lei è un pastore della Chiesa Romana e quindi ha ogni titolo per decidere o meno il mio essere "cattolico"; ma sulla definizione di "cristiano", mi lasci sottolineare che il copyright non ve lo siete ancora aggiudicato. Anzi, le dirò, che forse, visto il suo atteggiamento, lei non sa proprio cosa voglia dire essere cristiano. Eviti, dunque, l'uso di vocaboli di cui non conosce il significato.
E a voi, amici chiedo: ma perchè dobbiamo continuare a dichiarare un bisogno di appartenenza a una Chiesa che non ci riconosce alcuna dignità. La cosa più sconvolgente è che quelle due ragazze che hanno contestato il vescovo ( a proposito, W le donne: senza il loro coraggio non avremmo spirito critico nel mondo) si sono lasciate comunque cresimare. A che pro?"
Pubblicato da Lyrico a 11.46

Se andate al post originale
potete leggere alcuni miei commenti sulle motivazioni per restare in questa
Chiesa, nonostante tutto!

lunedì 18 giugno 2007

Il sito del Cuore

Per puro caso ho avuto un contatto via internet con Michele Carrese, che mi ha comunicato una sua iniziativa a mio giudizio molto originale, simpatica, utile e che fa bene al cuore!
Il suo "Il sito del Cuore" ha lo scopo di incentivare la raccolta fondi per alcune importanti associazioni, nel settore degli aiuti umanitari, di comprovata serietà. E' tutto molto semplice, si chiede di fare offerte ad una di queste associazioni e poi inviare copia ai responsabili del sito per ottenere la pubblicazione del proprio nome, banner, link, ecc... in misura proporzionata alla donazione (1 euro a pixel). Di sicuro è molto più facile andare a leggere le istruzioni direttamente: Il sito del Cuore
Intanto da me un grazie a tutti quelli che dopo aver visitato il sito aderiranno e si impegneranno a diffondere l'iniziativa.

mercoledì 13 giugno 2007

Del meticciato e della sua ricchezza




Sono appena uscita da un seminario tenuto dal professor Piero Bellini, che è davvero una di quelle persone che quando mi capita di ascoltare mi si apre la mente e il cuore, "ma allora non sono l'unica a pensarla così, solo che lui sa dirlo tanto, ma davvero tanto meglio di me!" Comunque inevitabilmente c'era una persona che sentiva proprio l'esigenza di comunicarci tutto il suo dissenso nei confronti dell'Islam. Contnuava a ripetere "però loro", "perchè l'Islam", "prova ad andare a vivere là". Insomma non si è riusciti a farle capire che il primo errore era il suo che continua a pensare all'Islam come ad un unico blocco compatto, shariitico, con tutto il genere femminile coperto dal burka, e così via. Davvero una grande tristezza!


La professoressa Belgiorno mi aveva catapultato al tavolo con il relatore, perchè voleva che rendessi partecipi i presenti di alcune riflessioni che avevo fatto con lei. In realtà è stato inevitabile invece fare riferimento alle idiozie che venivano sparate dalla signora in prima fila... Così ho detto che per quanto mi riguarda considero il meticciato una grande ricchezza, e in realtà sono molto turbata dall'arroccamento in difesa dei valori cristiani... Dal chiudersi e dal voler rinchiudere in recinti. Noi siamo figli degli arabi, dei normanni, dei franchi, dei "barbari", ecc... e nessuno oggi può permettersi di negare l'importanza del loro contributo alla formazione della nostra cultura e civiltà! Siamo sicuri che allora fu tutto idilliaco? Avranno avuto anche loro dei bei problemi di convivenza e di integrazione.


Oggi l'occidente non può perdere l'occasione di riconoscere come una grande risorsa la presenza in costante crescita di culture altre sul proprio territorio, solo con questa prospettiva è possibile evitare che si inneschino patologie distruttive che possono colpire sia noi, sia chi viene nel nostro paese.


Pensare all'altro come un unico blocco nero, impedisce di poter apprezzare le infinite sfumature delle loro culture e rende grigia anche la nostra cultura.

sabato 9 giugno 2007

DEFICENTE CHI? QUANDO IL RIMEDIO è PEGGIORE DEL DANNO

Il fatto è su tutti i giornali: una insegnante, con trenta anni di esperienza, è stata denunciata per aver punito un suo alunno costringendolo a scrivere per cento volte la frase: "Io sono un deficiente". L'insegnante a sua difesa afferma che la punizione è scattata perchè l'alunno in questione si era reso protagonista di un atto di bullismo, schernendo un suo compagno in quanto effeminato.
Ancora una volta rimango allibita! ma davvero pensava che così facendo il bullo in questione avrebbe compreso l'erroneità delle sue opinioni riguardo soggetti effeminati? oppure pensava che si sarebbe reso conto di essere un deficiente? e se si, poi cosa avrebbe fatto per fargli superare il suo deficit? perchè non ha provato ad instaurare un confronto anche aspro, ma su altre basi...magari partendo proprio dall'episodio del suicidio del ragazzino di Torino? invece ha preferito mettere in atto un ulteriore azione di scherno, costringerlo a scrivere cento volte "Io sono un deficiente", una scorciatoia inutile e pericolosa!
Infine siccome io sono sempre quella che si sofferma sui particolari, vorrei segnalare che il bullo in questione ha scritto per cento vote in modo errato "deficente" senza la seconda "i", non c'è che dire un ottimo risultato per una insegnante con trenta anni di carriera!
Detto questo però vorrei sottolineare anche che è assolutamente spropositato far intervenire la magistratura su una questione del genere, denunce, processi, ecc... probabilmente meritano attenzione anche i genitori del bullo, che forse non sanno davvero svolgere il ruolo educativo!

martedì 5 giugno 2007

GIORNI TAILANDESI 2

Non saprei come definirli, non perchè non sia facile dire che erano duri, piuttosto perchè sono stati duri tanti altri giorni nel corso del tempo e quindi dire che quelli erano duri sembra significare che poi non ci siano state durezze. Di sicuro nei primi giorni sei ripiegato su te stesso a lottare con la nostalgia, senza riuscire ancora a trovare la meraviglia della nuova situazione. Gli impatti sono tanti, il primo disagio sono le zanzare di dimensioni e quantità mai viste prime...non riesco minimamente a resistere alla tentazione di grattarmi, con il risultato che in pochi giorni i miei piedi sono pieni di infezioni! e dopo neanche una settimana sono colpita anche da "ta-dem" tradotto letteralmente è "occhio rosso", ovvero una congiuntivite virale micidiale qualcosa di indescrivibile e di inguardabile, infatti per tutto il tempo in cui ne sono colpita evito accuratamente di guardarmi allo specchio per non angosciarmi. Così ad una settimana esatta dal mio arrivo ho il primo contatto con l'ospedale di Lamsai, da noi tutti sempre soprannominato "la macelleria"! Insieme con me vengono anche alcuni bambini, alcuni con la congiuntivite e uno perchè ha la febbre che non si riesce a farla scendere. Ci visitano insieme nella stessa stanza, per lui il medico prescrive non so che farmaco da somministrare con intramuscolo, così vedo che tirano fuori un attrezzo che pensavo ormai si trovasse soltanto nei mercati di modernariato o nei musei: una siringa in vetro con la sua scatola in metallo per la bollitura... Realizzo per un attimo che potrebbero decidere di farmi una qualche iniezione anche a me e progetto di fuggire all'istante se ci provano... In realtà si limitano a medicare i piedi praticamente piagati e a prescrivermi una pomata al cortisone per gli occhi. La sera di quel venerdì arriverà padre Bernard lo accoglierò con tutti e due gli occhi bendati, con l'unica raccomandazione di non dire niente a mia madre quando la vedrà!

venerdì 1 giugno 2007

Giorni tailandesi 1

Sono arrivata in Tailandia il 1 luglio del 1994, era un venerdì... il primo impatto quando arrivi a Bangkok (che in realtà si chiama Krungtheep) lo hai nel momento in cui si aprono le porte scorrevoli dell'areoporto Don Muang... Dopo quasi undici ore di aria pressurizzata dell'aereo, dopo almeno un ora, tra controllo passaporti e ritiro bagagli, nell'aria condizionata si aprono le porte e la prima sensazione che hai è che ti abbiano tirato un secchio di acqua calda addosso, tanto l'aria è calda, umida e appiccicosa. In un servizio "rai" un giornalista la definì una autentica marmellata di smog e sostanze tossiche. Quando arrivammo insieme agli altri volontari, la macchina della Comunità non era ancora arrivata, Eddie si informò al telefono, probabilmente erano bloccati nel traffico... Il traffico è il secondo impatto, in primo luogo sei disorientato perchè la guida è all'inglese, così non sai mai da che parte devi salire, poi, visto il tipo di esami che si fanno per prendere la patente non è detto che chi sia al volante sia qualcuno che abbia la minima cognizione del codice della strada. Nel ricordo quel primo viaggio dall'aereoporto a Lamsai è lunghissimo, ma in realtà non durò quell'eternità, calò il sole è vero, ma lì tramonta sempre verso le 18.30. Ricordo che nonostante la curiosità di vedere da cosa sarei stata circondata da lì in avanti, ad un certo punto mi addormentai, quando riaprìi gli occhi eravamo in una strada secondaria, una scorciatoia case che allora mi sembrarono poverissime, ma poi imparai che non lo erano (ma tutto è relativo) e soprattutto a colpirmi fu la sporcizia, il fango, eravamo nella stagione delle piogge...
Arrivati al centro, non riuscivo a rendermi conto delle dimensioni, delle strutture, era buio, ero frastornata. Ci accolse Giovanni, presentando le scuse di Tonino che era dovuto andare a Mae sot, ma il giorno dopo sarebbe tornato.
Mi accompagnarono al centro dei bambini più piccoli, il mio centro, per arrivarci dovevamo passare davanti a quello dei pre adolescenti, mi venne incontro Franco, che subito mi chiese il quotidiano che avevo in mano "sai qui ne arrivano talmente pochi", ed io che ne leggevo almeno due al giorno?!