mercoledì 29 agosto 2012

UNA FAMIGLIA DI PAGLIA (OVVERO DELL'IPOCRISIA)

Ammetto che la notizia mi era sfuggita e l'ho trovata solo oggi casualmente su una pagina Facebook. Nell'edizione on-line de "Il Mondo" del 16 agosto 2012 si trova questo articolo: "Francia/Mons. Paglia (Vaticano): A bambini serve padre e madre" . A parte gli errori grammaticali del titolo la notizia è interessante per altri aspetti, tra l'altro anche perché rappresenta di fatto la prima uscita pubblica del non rimpianto ex-vescovo di Terni in qualità di presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. In tale occasione il nostro ha voluto esprimere la sua solidarietà alla Conferenza Episcopale Francese e con le esortazioni a pregare affinché i bambini crescano con un padre e una madre". E ha poi rincarato la dose grazie ad una pronta intervista rilasciata a Radio Vaticana in cui ha spiegato che i matrimoni gay provocherebbero uno shock di civiltà...
Ora vale la pena di cercare di capire quale sia l'ideale di famiglia promosso da mons. Paglia nell'arco della sua attività pastorale tanto da meritargli il prestigioso incarico al Pontificio Consiglio e probabilmente la "berretta cardinalizia"...
Per avere lumi è sufficiente andare a leggere l'articolo di Sandro Magister pubblicato dopo la nomina di Mons. Paglia: "Sant'Egidio, una gran bella famiglia"  e al cui interno si trovano i link a precedenti articoli che riferiscono molto bene quale idea di famiglia sia stata promulgata dalla comunità di Sant'Egidio della quale tuttora il nostro è consigliere spirituale...
Sembra lecito chiedersi con quale coerenza Mons. Paglia sostiene un ideale di famiglia con padre e madre, dopo aver promosso per anni un ideale di matrimonio molto simile al remedium concupiscientiae con tanto di costrizione e manipolazione del consenso dei coniugi (con questa motivazione sono stati riconosciuti nulli dei matrimoni tra membri di Sant'Egidio -vedi sentenza-): 
Un altro punto che ha sollevato critiche riguarda il matrimonio. In comunità lo si celebra senza solennità, come un ripiego rispetto alla scelta celibataria, un «rimedio alla concupiscenza». I capi usano citare san Paolo: «Meglio sposarsi che ardere dal desiderio». Frequenti sono le separazioni e i divorzi. [Vita da Sant'Egidio di G.F. in Venticinque anni nella Comunità di Sant'Egidio. Un memoriale]
Sempre grazie agli articoli di Magister sappiamo che all'interno di Sant'Egidio si "consiglia" alle coppie sposate di non procreare:
Quanto ai figli, diverse coppie non ne hanno voluti generare. Hanno detto in ripetute occasioni i capi di Sant'Egidio all'inviato dell'"Espresso" che ne chiedeva la ragione: «Di fronte a tanti uomini e bambini abbandonati, non esiste solo la paternità di sangue. I nostri figli sono i poveri». Quando i figli sono presi in adozione o in affido, talora ad averli in cura è una "comune" di membri di Sant'Egidio, più che la singola coppia. [Vita da Sant'Egidio di G.F. in Venticinque anni nella Comunità di Sant'Egidio. Un memoriale]
Dunque Mons. Paglia dopo aver promosso ideali di famiglia eterodossi rispetto a quanto indicato dall'istituzione ecclesiale oggi si erge difensore dei bambini che devono crescere con un padre e una madre... Davvero una gran bella famiglia!
Prima di chiudere vorrei mettere in evidenza la considerazione con cui Magister chiude l'articolo "Sant'Egidio, una gran bella famiglia" :
Un’altra curiosità. Il fondatore e leader incontrastato della Comunità di Sant’Egidio,Andrea Riccardi, 62 anni, celibe, attuale ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, ha nel governo italiano anche la delega a occuparsi dei problemi della famiglia.