giovedì 28 novembre 2013

SENTIRSI A CASA A 10.000KM DI DISTANZA

Questa mattina sono uscita da sola. Voglio iniziare ad orientarmi con le distanze, la collocazione dei luoghi e così via.
Mi sono avviata a piedi e poco dopo un saengtaew (taxi collettivo) ha accostato. La signora seduta di fianco all'autista mi chiede: Where are you going? E io chiedo a mia volta: khun pai thi nai kaa (dove andate?) e lei where you want, ed io chan ja pai pratu tapae dai mai kaa (vorrei andare a porta Tapae, va bene?). Mi fa cenno di si e di salire nella parte dietro adibita al trasporto passeggeri. In una frazione di secondo mi rendo conto di non aver trattato il prezzo. Mi fermo chiedo iisip bhat chai mai (venti bhat, vero?) In realtà la tariffa è fissa ma di solito con i farang (gli stranieri) tentano di alzare il prezzo. Il tipo alla guida sorride e alzando due dita mi conferma iisip bhat. Monto dietro e comincio a guardarmi intorno, sono l'unica passeggera ma poco dopo carichiamo una signora anziana. La saluto e dopo un bel tratto in silenzio la signora sottolinea il fatto che parlo thai. Io rispondo nit noy (poco). Ma lei alza il pollice e si complimenta. In pratica il ghiaccio è rotto. Subito la tipa con aria di disappunto mi mette una mano sulla coscia, appena sopra il ginocchio. La guardo rassegnata e divertita: dichan luu dichan pen uan (lo so sono grassa). Probabilmente spiazzata dalla mia consapevolezza  la mia co-passeggera, invece di continuare a sottolineare la mia obesità, mi chiede da dove vengo. Quando sente che sono italiana si esalta e mi racconta di aver vissuto due anni in Italia e poi anche in Francia e Germania. Le chiedo se parla italiano e mi dice: ciao Milano finito e ride. Mi chiede quanto tempo intendo fermarmi in Thailandia e le rispondo in inglese spero tutta la vita... Nel frattempo sono arrivata, la saluto e mentre sto scendendo mi lancia un sentito chock dee (buona fortuna), contraccambio di cuore anche io, un incontro così non può che metterti di buon umore.
Mentre pago la signora seduta vicino all'autista mi chiede da quanti anni sono in Thailandia. Cerco di rispondere che ci ho vissuto nove anni, ma che manco da dieci. In realtà mi incarto e credo sia ripartita pensando che sia qui da nove anni e che veramente il mio thai non sia così buono come pensava.

Poi da porta Tapae ho iniziato la mia perlustrazione, percorrendo il centro cittadino in direzione est-ovest. Chiunque pensi che nelle città italiane ci sono troppe chiese dovrebbe venire a contare i templi presenti a Chiang Mai. ne ho visitato una minima parte perchè quello che mi interessava veramente era orientarmi e guardarmi intorno. Sono arrivata fino al wat prah singh. Poi seguendo solo il mio intuito ho ripreso la direzione verso sud. 

Mi sono fermata in un primo residence di cui avevo consultato il sito e sono entrata a chiedere informazioni. Un'impiegata molto gentile mi ha mostrato le tre tipologie di stanze ma devo dire che sono piuttosto squallide, soprattutto poi gli ambienti esterni: hall, corridoi, ecc.. Ma le stanze sono tutte tra il settimo e nono piano, con vista sulle montagne...

Proseguo sempre a piedi e mi ritrovo al mercato Tippanet, dopo qualche incertezza decido di fermarmi a mangiare. Ordino pad-thai con carne. C'è solo clientela thailandese a parte altri quattro farang. Diciamo che la cucina, l'ambiente, il servizio sono davvero only for thai people. Mi aspetto anche qui qualche tentativo di farmi pagare di più e invece iisipi haa bhat (25 bhat) poco più di 50 centesimi. Pago e riprendo il mio cammino.

Lungo la strada vedo il residence che maggiormente mi ha fatto sognare consultandone il sito dall'Italia. Vado a chiedere informazioni. Peter, giovane figlio del titolare, mi illustra le tariffe e mi informa che hanno disponibilità a partire da gennaio. Mi mostra la stanza ed è davvero carina come si vede on-line... Unica pecca è al piano terra. Ovviamente è più caro del precedente, ma come qualità è molte spanne sopra.

In pratica sto vivendo la straniante sensazione di sentirmi a casa nonostante sia a 10000km dal mio luogo di origine, probabilmente casa è dove senti di stare...

Evabbe' in Italia lu poru Sirvio è decaduto, mentre qui la sora Yingluck l'ha sfangata (le hanno rinnovato la fiducia... nel fratello Thaksin).

Questa è un po' la prima giornata da nuova residente. That's all for now. Seguiranno foto e commenti.

domenica 3 novembre 2013

Bye Bye Bologna: le parole, le immagini, ...la musica

Nell'ultimo giorno bolognese ho girato le immagini di alcuni dei luoghi amati di Bologna ed ho pensato di fonderle alle parole di un precedente post che ha suscitato tante emozioni ed apprezzamenti...

giovedì 24 ottobre 2013

E SE DOMANI USASSIMO LE PAROLE GIUSTE?


Nei giorni scorsi a Terni una giovane transessuale è stata aggredita a causa della sua identità di genere. L'episodio è stato riportato dalla stampa locale e il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha espresso il suo pensiero in un comunicato stampa pubblicato sul sito del Comune. Certo anni fa i giornali avrebbero descritto il fatto con toni di colore e figuriamoci se un sindaco si sarebbe scomodato!

Ma c'è qualcosa che stona. E se il comunicato stampa del sindaco titola "La violenza di genere va respinta in tutte le sue forme" poi sembra in realtà non sapere di quale genere si tratti.

Ma le parole sono importanti come Nanni Moretti ci insegna.

Proprio perchè le parole sono importanti dobbiamo usarle in modo corretto. A Terni è accaduto un grave episodio di transfobia nei confronti di una giovane transessuale. Dobbiamo esigere correttezza sia dalle istituzioni, sia dalla stampa. Ho letto tutti gli articoli online ed anche il comunicato stampa del sindaco. Tutti usano il maschile facendo riferimento alla vittima, molti poi fanno riferimento all'omofobia e non alla transfobia. E infine anche il comunicato stampa di E se domani Terni LGBT cade nello stesso errore (e questo mi sembra ancora più grave)... C'è qualcosa di peggio della discriminazione ed è il far diventare invisibile. Le trans e i trans vengono costantemente confusi nel lessico giornalistico e non. Confusi tra loro e confusi con le persone omosessuali. Se poi tale confusione viene perpetrata anche dalle associazioni di categoria si fornisce alibi a quanti preferiscono ignorare e fare informazione in modo scorretto. 

Mi auguro che la giovane ternana possa recuperare al più presto superando non solo il trauma fisico ma soprattutto la ferita morale che gli è stata inferta da gente indefinibile e non giustificabile in alcun modo.

domenica 13 ottobre 2013

BYE BYE BOLOGNA...

...in questi giorni ripercorro le strade e i vicoli del centro storico immersa nella consapevolezza delle ultime volte. Colleziono immagini suggestive da raccogliere in una cartella denominata "Immagini dell'addio". Realizzo di giorno in giorno l'avvicinarsi di un evento ormai inevitabile "bye, bye Bologna"!

Sono arrivata in questa città poco più di quattro anni fa...con il complesso da provinciale che mi fosse concesso un privilegio. 
Bologna per me era non solo una vecchia signora dai fianchi un pò molli e capace di amore e capace di morte. Bologna era per me il laboratorio politico e artistico. Era la città delle giornate degli autonomi, del '77...era l'Università per eccellenza. Ero affascinata all'idea di attraversare quei luoghi dove Irnerio spiegava il diritto a futuri nuovi giuristi, inventando così la prima università della Storia. 
Bologna era la città ferita squarciata quel 2 agosto del 1980, senza mai cicatrizzare...ogni bolognese che ho conosciuto prima o poi mi ha raccontato di quel giorno, dov'era, cosa stava facendo e di quel dolore. E per ogni treno che ho preso in questi anni mai ho dimenticato di sostare davanti allo squarcio cercando poi con lo sguardo il nome di Sergio Secci, ternano, che avevo incrociato purtroppo poche volte prima di quel giorno.
E poi Bologna di Ustica e della Val di Sambro. Bologna ferita mai finita. E poi l'orrore della Uno Bianca, Bologna non dimentica.
E poi Bologna avanguardia del movimento LGBT: finalmente per me condivisione e comunità, finalmente a casa.

E così arrivo qui con un profondo senso di rispetto. Studio, imparo e conosco. Salgo a piedi a presentarmi alla Madonna di San Luca. Sorpresa dalla tanta devozione della città: un culto civico non religioso!

Ho consumato le scarpe percorrendo le strade del centro, letto tutti i libri di Loriano Macchiavelli, di Carlo Lucarelli per imparare i luoghi e l'antropologia della città. La Sala Borsa come la libreria di casa. Conosciuto i suoi sette segreti, scoperto gli angoli suggestivi come i tramonti da San Michele in bosco. Sostato in ammirata contemplazione del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell'Arca. Ho mangiato da Vito e da Bertino. Ho passeggiato sui colli e nutrito l'anima all'Eremo di Ronzano.

Bologna sono i luoghi in cui avrei voluto andare, ma non ce l'ho fatta: salire sulla torre degli Asinelli, pranzare almeno una volta al Diana e passare una notte al Baglioni. Una partita della Virtus al palasport e una del Bologna al Dall'Ara.

Bologna è il luogo dove in tanti si son persi forse per sempre, ma ora è Bologna che sembra perdersi incapace di reagire alla mancanza di lavoro, di soccorrere i nuovi poveri, all'emergenza dei troppi sfrattati. Bologna scandalizzata e colpevole quando un cinno muore di freddo tra le sue braccia. E intanto i disperati salgono sul Nettuno e sulle gru. C'è una sospensione nell'aria, la città trattiene il fiato attende una soluzione, che si torni a crescere e che si possa finalmente ripristinare un wellfare degno di questo nome.
E intanto Bologna piange, l'è morto un figlio: Lucio Dalla. Tutta la città è in lacrime e sfila alla camera ardente. I funerali celebrati proprio il 4 marzo e in San Petronio, in quella piazza Maggiore ormai trasfigurata nella sua piazza Grande!

E neanche due mesi dopo Bologna smarrita: è morto il Cev, anzi si è suicidato...dal palazzo della Regione. E' un lutto indicibile che la città non sa celebrare e neanche elaborare. E Cevenini si porta via un modo di essere della politica di questa città.

Ma poi tutti travolti dal doppio terremoto: 20 e 29 maggio. Io intanto ho terremotato la mia vita. E così vivo l'ultimo anno e mezzo da disoccupata. Mesi particolari, ma fecondi. Tanti amici nuovi e ritrovati. Bologna sembra abbracciarmi e consolarmi.
E proprio adesso sono pronta ad andare. Un balzo di 10.000km verso una città nuova: Chiang Mai! Si riparte si ricomincia...

Bye, bye Bologna! Le emozioni, i sentimenti di questi giorni: un alternarsi di entusiasmi e di malinconie. Bologna non mi si caverà più dal cuore...ma me la voglio vivere tutta questa nostalgia che già si avvinghia al cuore. Ti guarderò da lontano Bologna e sarai città del ritorno.
Bye, bye Bologna...

domenica 22 settembre 2013

LO SPOT CHE COMMUOVE IL MONDO E A ME FA TANTA TRISTEZZA

E' ormai un fenomeno virale e le lacrime versate devono ormai aver raggiunto la misura di qualche litro... Mi riferisco allo "spot (tailandese) che sta facendo commuovere il mondo" e che sta rimbalzando di profilo in profilo condiviso in base ad una sorta di rito collettivo... Tutti gli utenti rivelano di aver pianto guardandolo. Lo ammetto anch'io ho pianto. Devo dire che gli autori sono stati straordinari nel riuscire a sintetizzare in tre minuti una storia così coinvolgente. Guardandolo è facile dimenticare che si tratta di una campagna pubblicitaria di una società di telecomunicazioni la "True Move", forse in scia sulle campagne Telecom di qualche anno fa: ricordate il discorso di Gandhi? Lo slogan è molto intrigante "dare è la migliore forma di comunicazione".

Personalmente mi sono sentita molto coinvolta in una successione di emozioni e sentimenti. 

Ma non ho potuto fare a meno di rattristarmi pensando alle tragedie che si consumano quotidianamente In Thailandia dove la sanità è a pagamento, con il risultato che per molte famiglie è impossibile accedere alle cure. Dove negli ospedali accade normalmente che i medici ti informino che devi essere sottoposto d'urgenza a determinate terapie e per questo devi pagare migliaia e migliaia di bhat. E la famiglia decida di portarsi via il malato perchè non ha soldi per affrontare quella spesa.
O magari un bambino ha una frattura scomposta ad un braccio e per essere operato chiedono alla madre una cifra per lei impossibile, così il bimbo rimarrà con un braccio menomato.

Ecco ogni volta che vedo condiviso il video e leggo della commozione, dei pianti, dei groppi in gola a me viene da pensare a queste scene viste negli ospedali, ascoltate e piante...


mercoledì 28 agosto 2013

LA PORNOGRAFIA E' SOLO TUA (ovvero l'ennesima brutta figura della Curia bolognese)

Personalmente sono convinta che l'arte debba sempre essere avanguardia e svolgere un ruolo di provocazione. Sono quindi contraria a forme di censura tese a inibire tale ruolo. Nel caso ritenga che una manifestazione artistica possa disturbare eccessivamente la mia sensibilità mi astengo dal visionarla o assistervi. Quindi ritengo le varie voci che si sono espresse per impedire che tale mostra venga allestita a Bologna assolutamente inopportune. Ma a lasciarmi ancora più perplessa è appunto la presa di posizione della Curia di Bologna.
Perché se c'è un'istituzione che ha fatto dell'esposizione dei corpi o di loro parti un aspetto fondante della propria esistenza questa è la Chiesa Cattolica. E pensando a Bologna non si può pensare a quella che ritengo essere una delle reliquie più macabre di tutto il cattolicesimo ovvero il cadavere della povera Caterina de Vigri esposto nel monastero della "Santa" in via Tagliapietre.


E che dire di quei corpi che costituiscono elemento fondativo di culti locali, incomprensibilmente definiti incorrotti, quale segno distintivo di santità, ma nient'altro che cadaveri mummificati. Penso a san Francesco d'Assisi o anche a san Pio da Pietralcina, a quest'ultimo è stata addirittura applicata una maschera di silicone con tanto di barba. Un'operazione estetica davvero di dubbio gusto. 
Quelli citati sono i più noti ma rappresenterebbe un impresa davvero impossibile redigere un elenco esaustivo di corpi esposti in chiese e santuari meno conosciuti. In bassa Umbria ad esempio è noto quello del beato Antonio Vici in posizione semi sdraiata.
Questo limitandoci ai corpi interi, se poi si volesse ampliare il discorso alle reliquie di singole parti rischieremmo di perderci nel magma di brandelli, parti anatomiche e quantità eccessive di braccia, dita, femori, ecc... attribuiti ad un singolo corpo (per tacere pietosamente dei sette prepuzi di Gesù). 

Così quando la Curia di Bologna definisce "pornografia" l'esposizione dei corpi plastinati mi sorge il dubbio che diventa subito certezza che abbia perso l'ennesima occasione di stare zitta ed evitarsi una pessima figura.

venerdì 21 giugno 2013

LUCILLA GALEAZZI, LE DONNE E I TAMBURI

Il 20 giugno 2013 all'anfiteatro Fausto è andato in scena uno spettacolo straordinario. Un concerto di "Voci magiche del Mediterraneo". Dieci donne: cinque italiane e cinque magrebine ma mai come in questo caso abbiamo visto i confini scomparire e le anime fondersi in un unico rito collettivo. Voci straordinarie accompagnate da percussioni. Per consuetudine stavo per scrivere accompagnate da "sole" percussioni ma sarebbe un grave errore considerare la scelta di un'unica tipologia strumentale come una riduzione. La ricchezza degli strumenti era esaltata dalla straordinaria abilità delle musiciste e di voci eccezionali. E anche se la tammorra è lo strumento con cui vengono raffigurate le dee madri in via di eccezione la sacerdotessa di questo straordinario rito è stata l'unica cantante ad esibirsi con chitarra e castagnette: Lucilla Galeazzi. Risulta difficile raccontare la sua bravura e le sue doti canore non possedendo sufficienti conoscenze tecniche. Ma credo sia doveroso esprimerle la gratitudine per il suo instancabile lavoro di ricerca che va di pari passo con  l'impegno di divulgazione e trasmissione dei canti popolari umbri e non solo. Un impegno che ha portato nella serata di ieri ad aprire la serata con una esibizione del coro "Canti eTerni" sua ultima creatura. Quindici entusiasti cantori che hanno voluto restituire al pubblico ternano quanto hanno imparato da loro straordinaria Maestra.
La serata è poi proseguita con esibizioni alternate del gruppo magrebino B'Net Haouijat e delle italiane Valeria Cimò, Valentina Ferraiuolo, Enza Pagliara ed Enza Prestia tutte del Centro-Sud. 
Le prime a lasciarsi coinvolgere dalla magia dei suoni sono state le donne magrebine presenti nel pubblico che hanno immediatamente iniziato una sorta di colloquio con le loro conterranee in un gioco di rimandi sonori e gesti di apprezzamento. Complici i ritmi terapeutici della musica gnawa e delle tarante salentine il coinvolgimento si è esteso poi a gran parte del pubblico che ha espresso vitalità ed energia che evidentemente si riverberavano sulle musiciste che hanno suonato con entusiasmo e gioia!

Lucilla Galeazzi ha raccontato che da dieci anni inseguiva questo sogno di portare le B'Net Haouijat in Italia e di coinvolgerle in un progetto con musiciste italiane. Siamo felici che lo abbia realizzato e soprattutto che sia stata Terni la prima città coinvolta. 
Grazie, grazie, grazie!
B'Net Haouijat

Lucilla Galeazzi

Valentina Ferraiolo

sabato 16 marzo 2013

Papa Francesco, sarà un piacere scontrarci

E' con una emozione controversa che mi vado convincendo che papa Francesco sia davvero un santo. E mi sono sentita in sintonia con quanto scritto da Michela Murgia in questo post dal titolo significativo "Bergoglio e pregiudizio".
Il fatto che sia santo e povero non gli ha impedito di esprimersi con irruenza contro l'approvazione in Argentina della legge sul matrimonio per le persone dello stesso sesso. Il crederlo santo non impedirà a noi cristiani omosessuali di fargli notare il grave errore. Non ci impedirà di stabilire una dialettica se necessario dura e aspra. Ma come cattolica praticante l'idea che oggi da questo papa posso aspettarmi gesti impensabili da chi lo ha preceduto, mi apre il cuore.
Disapproverò se dovesse prendere posizione contro noi persone omosessuali. Ma posso solo lodarlo per essersi rifiutato di incontrare l'arciprete di Santa Maria Maggiore, cardinal Law, il grande insabbiatore dei casi di pedofilia nella diocesi di Boston.
Per la prima volta sento possibile un vento che sarà più di pulizia che non di innovazione. E in questo senso credo sia molto più in sintonia con san Francesco di quanto si possa pensare. La figura di san Francesco troppo spesso è associata ad una sorta di rivoluzionario o fustigatore dei costumi del clero del suo tempo. In realtà il poverello di Assisi non mise mai in discussione le autorità ecclesiali dell'epoca. Quando il papa non volle approvare la prima versione della sua regola, ritenendola eccessivamente rigida, Francesco non protestò. Avrebbe potuto dichiarare che chi viveva nel lusso non aveva voce in capitolo per criticare la sua regola. Invece tornò indietro, corresse la regola e la ripresentò al papa (che intanto era cambiato). Ho sempre letto in questa modalità di agire un profondo rispetto per me a tratti incomprensibile. Per non parlare poi del fatto che Francesco non si ritenne mai degno di essere sacerdote. Inoltre non vedeva di buon occhio che i suoi confratelli studiassero.
Eppure oggi lo ricordiamo come un contestatore.
Mi sembra possibile che papa Francesco possa agire contro la pedofilia e contro la corruzione, perché ritiene siano una cancrena; ma non sarà disposto a mettere in discussione certe posizioni che ritiene siano fondanti della dottrina cristiana.

giovedì 14 marzo 2013

Papa Francesco e l'illusione breve



Una ventina di giorni fa passeggiavo per Bologna insieme ad un amico con buone conoscenze ecclesiali. Inevitabile chiedergli chi secondo lui potesse essere favorito come pontefice. La sua risposta era stata molto sconfortante "non ce ne è uno che si salvi..." Personalmente ero terrorizzata, ma sicura dell'elezione di Angelo Scola, personalmente ho sempre aborrito il movimento di Comunione e Liberazione.

Non appena ho visto la fumata bianca mi sono convinta che il prescelto fosse proprio lui, l'attuale arcivescovo di Milano. E quindi con animo sconfortato attendevo l'annuncio ufficiale e i vari commentatori televisivi continuavano a dire che quasi sicuramente si trattava del Cardinale Scola.

Così quando Mons. Tauran ha letto la formula e anziché Angelum ha pronunciato quel doppio nome che lì per lì non avevo neanche compreso sono stata travolta da una sensazione tra incredulità e soddisfazione... E poi "sibi nomen imposuit"? Francesco! Ha scelto di chiamarsi Francesco: il santo sposo di Madonna Povertà! 
Incredibile pensavo: anche il mio amico si era sbagliato, ce ne era almeno uno che valeva la pena!

Frenetiche ricerche in rete e apprendo che è un gesuita, come il cardinal Martini, e vai! Poco dopo arriva la prima notizia negativa: la sua presa di posizione durissima contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Si, va be' ma mica si poteva pensare una rivoluzione così...
Intanto Francesco era uscito sul balcone...vestito di bianco, senza mozzetta, senza stola e pizzi. La croce di ferro. Prega e si inchina mentre i fedeli pregano su di lui. E intanto leggi che non ha voluto festeggiamenti per la sua nomina a cardinale, invitando a spendere i soldi per fare beneficenza. Abita in appartamento e va in episcopio con la metro e bus... Evvai...
Ha rimproverato duramente i parroci che rifiutavano il battesimo ai figli delle ragazze madri. Ottimo.

Poi leggi di una sua dichiarazione sul ruolo della donna e pensi che insomma deve essere proprio conservatore: pauperista e conservatore.

Però intanto arrivano inquietanti notizie sul suo comportamento durante la dittatura di Videla. Non ha mai preso posizione ufficiale contro... e provi a pensare che lo abbia fatto per poter evitare limitazioni eccessive e poter continuare a dare assistenza al popolo... Poi leggo una nota di Cazzullo, sono cenni biografici per una scheda pre-conclave, scrive che le accuse sono infondate e che in realtà ha salvato laici e religiosi.


Nel 2000 in occasione del giubileo ha guidato la Chiesa argentina nell'atto penitenziale, nella richiesta di perdono...
Ma sembra che papa Francesco non abbia mai fai fatto penitenza pubblica per gli atti di cui è accusato e non abbia mai voluto chiarirli...

E così termina l'illusione breve di papa Francesco...

Pregherò per la sua conversione...anche Monsignoe Romero si era convertito. Però certo quando penso che oggi la croce pettorale del martire salvadoregno l'indossa quel nano di Monsignor Vincenzo Paglia mi convinco che l'illusione non poteva che essere breve a confronto di una eterna delusione...


sabato 23 febbraio 2013

Il non rispetto delle regole ed io scrutatore non votante mancato


Non avevo mai dato la mia disponibilità a svolgere il ruolo di scrutatrice elettorale. Un paio di mesi fa sono andata a compilare il modulo presso l'Ufficio Elettorale di Bologna. L'impiegata molto gentile mi ha informato che per questa consultazione elettorale non sarei potuta essere convocata, ma questo già lo sapevo... Poi però mi fornisce un'informazione in più di cui non ero a conoscenza. Posso recarmi presso un qualsiasi seggio il sabato prima delle 16 e dare la mia disponibilità nell'eventualità ci sia qualche assente tra i convocati. E aggiunge che il criterio di scelta è alternativamente il più anziano e il più giovane, aggiungendo anche esempi pratici: qualora manchi un solo scrutatore viene scelto il più anziano, se ne mancano due il più vecchio e il più giovane se ne mancano di più si riparte dal più vecchio di quelli rimasti. La settimana scorsa ho anche scaricato il regolamento e verificato che fosse esattamente così (Articolo 9 del IV capitolo delle Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione).

Così oggi alle 15.30 esco di casa sotto la neve, ma di strada ne ho dovuta fare poca...arrivo al seggio in via Beroaldo 34. Davanti alla porta di ingresso c'è una piccola folla tra presidenti, scrutatori convocati e rappresentanti di lista. Quando cominciano ad entrare ci riconosciamo un piccolo gruppo di aspiranti supplenti. Ci si avvicina una presidente di sezione informandoci che a lei mancano tutti gli scrutatori, aggiungendo di aspettarla lì. Poco dopo ritorna e dice "veramente ho trovato una ragazza che non sapevo fosse anche lei per sostituire... ed era qui da prima di voi, così... e poi ora vediamo aspettiamo ancora perché potrebbero arrivare un po' in ritardo, magari mettetevi d'accordo tra di voi". Così faccio notare che c'è un regolamento e i criteri da seguire sono scritti lì, che se fosse valso il criterio di chi arrivava prima sarei andata lì fin dalle 8 di mattina! La presidente se ne va, senza aggiungere nulla. E quindi già contiamo una scelta fuori dalle regole.

Siamo sempre in attesa. Arriva un ragazzo con un foglio in mano da cui legge a voce alta un nome, nessuno risponde. Chiede ancora conferma che nessuno dei presenti risponda a quel nome. Dopo di che lancia un'occhiata ad una coppia di ragazzi e con un cenno della testa gli indica di andare verso il seggio. Noi 'comuni mortali' ci guardiamo allibiti. E quindi contiamo la seconda e, probabilmente, la terza scelta fuori dalle regole.

Siamo ancora lì. Arriva il presidente della sezione 336 e chiede chi è disponibile. Ovviamente rispondiamo tutti, siamo almeno cinque o sei. Un signore brizzolato dice che lui ha già fatto lo scrutatore cinque volte. Il presidente si rivolge ad un ragazzo che non dimostra più di 30 anni e gli chiede se ha già esperienza. Non sento la risposta perché tutti cominciamo a far notare che non è quello il criterio di scelta. Io dichiaro ad alta voce di avere 49 anni, cosa che si rivelerà un errore fatale... Così il presidente si rivolge ad una signora che sembra occuparsi della logistica "ma come si fa a scegliere adesso? tu conosci qualcuno di loro?" La signora lo guarda "ma stai scherzando?" Il presidente della sezione se ne va. Siamo tutti tra l'allibito e l'incazzato. Qualcuno ipotizza di andare a provare in altri seggi, ma tra la neve e l'orario tutti rinunciano. Io comincio ad ipotizzare di far valere il mio diritto di anziana e poi rinunciare a favore della più giovane, perché se venissi presa so già che non riuscirei a lavorare con serenità.
Il presidente della sezione 336 si riaffaccia e chiama il ragazzo che non dimostra più di 30 anni. Esterrefatti guardiamo i due poliziotti che sono lì, i quali commentano "eh, purtroppo in Italia...". "Ma non potete fare niente?" "Ah noi abbiamo solo compiti di vigilanza". "Scusate, ma vigilare il rispetto delle regole? Chieda con quale criterio ha scelto". Il poliziotto si affaccia sulla porta e chiede. Poi riferisce che il prescelto ha già esperienza e che ha 50 anni. Esplodiamo in una risata, chiediamo se possiamo farci dire il nome del chirurgo estetico... Poi chiedo di poter vedere un documento e di sapere il nome del presidente di sezione, in modo di poter presentare una formale protesta circostanziata. Il poliziotto mi dice che basta indicare il numero della sezione e che insomma non può chiedere il documento. Quindi quarta scelta fuori dalle regole.

Me ne torno verso casa e nonostante la neve riesco a pensare e non è che sia così difficile comprendere che ogni presidente si faccia accompagnare da qualche conoscente per inserirlo in caso vi siano assenti. Tutto questo fregandosene delle regole. E poi non voglio ipotizzare altri scenari (favoritismi, nepotismi, ecc...).
Tutto questo a Bologna, patria del diritto...chissà altrove?!


giovedì 31 gennaio 2013

31 gennaio 2003 - 2013: 10 anni italiani

Dieci anni fa ero all'aeroporto di Bangkok, allora era ancora il Don Muang. Ripartivo da sola dopo quasi nove anni vissuti intensamente. Così intensamente da rendermi conto troppo tardi di quanto stessi male e, come sempre mi accade in queste situazioni, era stato il mio corpo a mandarmi pesanti segnali di malessere. Avevo perso 25 chili in un mese e mezzo, una febbricola frequente, il ciclo mestruale ogni quindici giorni...ecco partivo con la convinzione di avere un tumore alla tiroide o qualcosa di simile. Fortunatamente la mia diagnosi era sbagliata: semplicemente non ne potevo più!!!
Ironia della sorte mentre attendevo all'imbarco la televisione  mandava in diretta le immagini della straordinaria operazione di evacuazione dei cittadini tailandesi dalla Cambogia. Enormi aerei militari in chissà quale pista inghiottivano nella loro pancia migliaia di lavoratori, funzionari, famiglie e bambini la cui sicurezza non era più garantita: l'ambasciata thai era stata assaltata e devastata da cambogiani incazzati  perché un'attricetta thailandese aveva dichiarato che non avrebbe mai messo piede in Cambogia fin quando il tempio di Prah Viharn in territorio cambogiano non fosse stato restituito alla Thailandia. Insomma io partivo stremata e migliaia di thai erano costretti a rientrare.

Non ho ricordi particolari del viaggio. Ma ricordo che all'arrivo sudai freddo alla dogana. Suor Eugenia mi aveva rifilato una valigia di prodotti artigianali in teak da consegnare in comunità. (Spero ormai ci sia la prescrizione...). Insomma la doganiera mi richiamò mentre tentavo di passare facendo finta di niente, rapidamente cercai una via di uscita senza trovarla e già immaginavo il casino...le telefonate da Silla, ecc... Porsi il passaporto mentre lentamente aprivo la prima valigia (ovviamente il teak era nell'ultima). La doganiera lesse i dati "Ah! Ma lei è residente lì?" "Ehm, si..." E lei: "Ma allora passi pure...". Mi sono trattenuta ma stavo per chiederle: "Allora nessun problema per quei 5 chili di eroina?". E va be' mi rimarrà il dubbio.

Non intendo raccontare questi dieci anni giorno per giorno però. Ma vorrei lasciar comprendere lo stravolgimento di vita e lo sforzo di iniziare ancora, ritrovandosi con il proprio orizzonte cambiato ancora una volta.
Ma vorrei anche dare giusto riconoscimento a tutti gli amici che sono stati fondamentali per rendere meno traumatico il mio atterraggio in patria. Evito di nominarli per il timore di dimenticarne qualcuno e non potrei perdonarmelo. Loro sanno che sto parlando del loro affetto, del loro prendersi cura di me e del sostegno che mi hanno sempre offerto.

Un lavoro part-time, che mi ha fatto conoscere la realtà del call-center e pagarmi un po' di spese.
Mi sono iscritta all'Università e la laurea triennale è arrivata esattamente tre anni dopo: il 31 gennaio 2006. E lo studio è stato l'altro elemento importante, tante nuove amicizie tra i colleghi studenti e, data l'età, anche tra le docenti. Lo studio, il confronto con materie del tutto nuove e lo sperimentarmi in ambiti diversi...
Prima della laurea specialistica ho perso mio padre dopo svariati mesi di malattia. C'è stato dolore ma soprattutto l'esperienza di assistere alla trasformazione del padre che da bambina era l'uomo che mi dava sicurezza, trasformato appunto nell'uomo bisognoso di aiuto anche per le minime necessità. Ma gli sarò sempre grata per l'esperienza del suo ultimo giorno, quando soltanto lui sapeva con certezza che "l'ora si stava avvicinando"... Volle pregare e comunicarsi. Lui che non l'aveva praticamente mai fatto, se non da bambino. Ecco.

Intanto la collaborazione con l'ISTESS, altra sfida, altro ambiente. Sono stata perfino uno dei direttori artistici della seconda edizione del FilmFestival PopolieReligioni! Un pellegrinaggio in Terra Santa. Amici e incontri importanti.

Laurea specialistica con una tesi che poi è servita per pubblicare un libro: Mamma Schiavona. E l'apertura di un nuovo mondo. La ricerca a Montevergine: ancora incontri e nuovi amici.

Poi tre anni e mezzo fa , inaspettata, Bologna . Ancora impegno nel sociale: dopo tossicodipendenti, infanzia, ora immigrati. Scopro nuove miserie e nuove ricchezze. Ma arranco. Perdo colpi. Ancora una volta è il corpo a mandare segnali: ricomincia la febbricola, l'insonnia... La mia terapeuta poi mi ha spiegato che si tratta di burn-out. Prima di farmi altri danni sbotto e mollo il lavoro... E' il 22 maggio 2012. Il presente.
Ancora una volta fin dal primo minuto gli amici di sempre a sostenermi. Poi gli amici del presente. Tanti. Un nuovo cammino anche di consapevolezza...
Ora sono di nuovo in una fase di solida precarietà e bilanciato squilibrio. Cresco. Non ho perso la capacità di accettare nuovi percorsi... Resisto. ESISTO!!!