Le Barbie macilente e gli ascolti in discesa
Meno male che c'era la taglia 44
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Miss Emilia |
L'unica storia Miss-Italiota che ha interessato il pubblico, quest'anno, è stato il caso di Miss Emilia. Ha denunciato tentativi di discriminazione a causa della sua taglia 44. Le denunce sono poi rientrate. D'altra parte, nel 2008, una che vince una selezione regionale non avendo una taglia zero arricchita di due cioè quattro curve pneumatiche nei punti soliti, se si fa un po' di pubblicità, fa solo bene. Il suo caso è raro. Anche chi scrive — sono una spettatrice storica del concorso, per anni ho anche partecipato al televoto — se ne è resa conto solo due giorni fa, per caso. Trovando nel mio soggiorno delle ragazzine di neo-terza media che guardavano Il tempo delle mele 2; avvinte e segretamente allibite. Avvinte (causa età) dal film (spero ne escano presto), stupite senza ammetterlo (ma si capiva dai più o meno velati commenti) dalla stazza di Sophie Marceau. Una quindicenne (di trent'anni fa) riccamente taglia 44; e universalmente giudicata molto carina. Adesso la troverebbero una buzzicona. Ed è anche grazie a questi feroci criteri estetici che che feste televisive come il concorso di Miss Italia si svolgono oramai nel disinteresse, nell'assuefazione generale. Di Barbie pneumatico-macilente, in tv, se ne vedono ogni giorno a ogni ora. Di concorsi per belle fanciulle ce n'è fin troppi. Da anni, il videodipendente arriva alle finali di Salsomaggiore stremato da un'estate di “Veline”, in dosi quotidiane.
E non spinge all'indignazione generale l'attacco del fotografo (che attacca tutto) Oliviero Toscani: «E' uno schifo, un mercato di bestiame, umiliante per le donne». Certo che che lo è, e ci sono altri cinque-sei canali nazionali uguali, più quelli locali, sulla stessa linea, concorsi o non concorsi. Ci siamo abituati, abituate anche. Nè fanno più ridere i resoconti sull'ignoranza delle miss. Se ne leggono, ogni anno, da mezzo secolo; se dopo averli letti si va su YouTube a rivedere gli spezzoni delle Iene sulla cultura media dei nostri parlamentari si diventa garantiste, poi. Sulle miss, ovviamente. Che poi alcune ex miss siano attualmente parlamentari della repubblica, vabbé, è un'altra storia. Se prese in giro o criticate, possono ora citare il luminoso esempio di Sarah Palin. Un quarto di secolo fa fu eletta Miss Wasilla (la sua cittadina) e arrivò seconda a Miss Alaska. E fessa, si è visto, non era (certo, se si va avanti così Miss Italia avrà lo stesso numero di telespettatori di Miss Alaska; ma non pare una tragedia, francamente).
Maria Laura Rodotà
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