...in questi giorni ripercorro le strade e i vicoli del centro storico immersa nella consapevolezza delle ultime volte. Colleziono immagini suggestive da raccogliere in una cartella denominata "Immagini dell'addio". Realizzo di giorno in giorno l'avvicinarsi di un evento ormai inevitabile "bye, bye Bologna"!
Sono arrivata in questa città poco più di quattro anni fa...con il complesso da provinciale che mi fosse concesso un privilegio.
Bologna per me era non solo una vecchia signora dai fianchi un pò molli e capace di amore e capace di morte. Bologna era per me il laboratorio politico e artistico. Era la città delle giornate degli autonomi, del '77...era l'Università per eccellenza. Ero affascinata all'idea di attraversare quei luoghi dove Irnerio spiegava il diritto a futuri nuovi giuristi, inventando così la prima università della Storia.
Bologna era la città ferita squarciata quel 2 agosto del 1980, senza mai cicatrizzare...ogni bolognese che ho conosciuto prima o poi mi ha raccontato di quel giorno, dov'era, cosa stava facendo e di quel dolore. E per ogni treno che ho preso in questi anni mai ho dimenticato di sostare davanti allo squarcio cercando poi con lo sguardo il nome di Sergio Secci, ternano, che avevo incrociato purtroppo poche volte prima di quel giorno.
E poi Bologna di Ustica e della Val di Sambro. Bologna ferita mai finita. E poi l'orrore della Uno Bianca, Bologna non dimentica.
E poi Bologna avanguardia del movimento LGBT: finalmente per me condivisione e comunità, finalmente a casa.
E così arrivo qui con un profondo senso di rispetto. Studio, imparo e conosco. Salgo a piedi a presentarmi alla Madonna di San Luca. Sorpresa dalla tanta devozione della città: un culto civico non religioso!
Ho consumato le scarpe percorrendo le strade del centro, letto tutti i libri di Loriano Macchiavelli, di Carlo Lucarelli per imparare i luoghi e l'antropologia della città. La Sala Borsa come la libreria di casa. Conosciuto i suoi sette segreti, scoperto gli angoli suggestivi come i tramonti da San Michele in bosco. Sostato in ammirata contemplazione del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell'Arca. Ho mangiato da Vito e da Bertino. Ho passeggiato sui colli e nutrito l'anima all'Eremo di Ronzano.
Bologna sono i luoghi in cui avrei voluto andare, ma non ce l'ho fatta: salire sulla torre degli Asinelli, pranzare almeno una volta al Diana e passare una notte al Baglioni. Una partita della Virtus al palasport e una del Bologna al Dall'Ara.
Bologna è il luogo dove in tanti si son persi forse per sempre, ma ora è Bologna che sembra perdersi incapace di reagire alla mancanza di lavoro, di soccorrere i nuovi poveri, all'emergenza dei troppi sfrattati. Bologna scandalizzata e colpevole quando un cinno muore di freddo tra le sue braccia. E intanto i disperati salgono sul Nettuno e sulle gru. C'è una sospensione nell'aria, la città trattiene il fiato attende una soluzione, che si torni a crescere e che si possa finalmente ripristinare un wellfare degno di questo nome.
E intanto Bologna piange, l'è morto un figlio: Lucio Dalla. Tutta la città è in lacrime e sfila alla camera ardente. I funerali celebrati proprio il 4 marzo e in San Petronio, in quella piazza Maggiore ormai trasfigurata nella sua piazza Grande!
E neanche due mesi dopo Bologna smarrita: è morto il Cev, anzi si è suicidato...dal palazzo della Regione. E' un lutto indicibile che la città non sa celebrare e neanche elaborare. E Cevenini si porta via un modo di essere della politica di questa città.
Ma poi tutti travolti dal doppio terremoto: 20 e 29 maggio. Io intanto ho terremotato la mia vita. E così vivo l'ultimo anno e mezzo da disoccupata. Mesi particolari, ma fecondi. Tanti amici nuovi e ritrovati. Bologna sembra abbracciarmi e consolarmi.
E proprio adesso sono pronta ad andare. Un balzo di 10.000km verso una città nuova: Chiang Mai! Si riparte si ricomincia...
Bye, bye Bologna! Le emozioni, i sentimenti di questi giorni: un alternarsi di entusiasmi e di malinconie. Bologna non mi si caverà più dal cuore...ma me la voglio vivere tutta questa nostalgia che già si avvinghia al cuore. Ti guarderò da lontano Bologna e sarai città del ritorno.
Bye, bye Bologna...
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