Oggi 18 novembre 2008 è il trentesimo anniversario del suicidio di massa del People's Temple, nella Guyana Francese. Morirono oltre 900 persone. Fu il culmine della degenarazione settaria del movimento guidato dal carismatico Rev. James Jones. Questa mattina poco dopo le 8.00 "La storia siamo noi" ha proposto un lungo documentario, "Jonestown 1978" con testimonianze di alcuni dei fuoriusciti e testimoni oculari del suicidio di massa.
La vicenda mi colpì molto all'epoca dei fatti e ho ricordi piuttosto nitidi dell'orrore crescente man mano che si svelava nella sua folle interezza. Avevo 15 anni, ero atea e mi sembò tutto davvero assurdo.
Diversi anni dopo, parlando con un sociologo che lavorava per la Comunità Incontro, mentre gli esprimevo delle mie perplessità circa alcune modalità di comportamento di don Gelmini, mi suggerì di leggere il volume "Il carisma malato: il People's temple e il suicidio collettivo di Jonestown" di Enrico Pozzi. Secondo l'amico sociologo vi si potevano trovare delle chiavi di lettura per interpretare quanto stava avvenendo in C.I.. Lessi il libro e pensai che l'amico sociologo avesse davvero esagerato. Molti anni dopo, ero in Tailandia, era già cominciata la fase di ripensamento delle mie scelte, mi feci spedire quel testo e lo rilessi, al termine non fui più tanto sicura delle esagerazioni sociologiche.
In questi anni sono tornata a leggere diversi articoli sulle vicende del People's Temple e questa mattina continuavo a fare delle elucubrazioni nel corso del programma di Minoli, mentre scorrevano immagini di repertorio in cui gli adpti della setta si dichiaravano felici e chiamavano James Jones il loro padre.
Tutti sappiamo come è andata a finire... Finita la trasmissione, con addosso quella sensazione di disagio che si può provare dopo una storia così, faccio un pò di zapping: e arrivo su Mattino 5, Claudio Brachino intervista in diretta da Amelia Pierino Gelmini e Alessandro Meluzzi. Quando il caso dice la combinazione!?
Inutile dire che il taglio era di quelli elogiativi dell'opera gelminiana, il sottopancia scorrevole informava che per la prima volta don Gelmini accettava di parlare dopo le pesanti accuse. Nel profluvio di attestati di stima del Brachino, il nostro non mancava di ricordare il generoso dono di Berlusconi (5 milioni di euro), grazie al quale abbiamo creato una struttura per accogliere centinaia di bambini orfani dello tsunami (ma anche qui andrebbero fatte delle precisazioni). Al momento di parlare della vicenda giudiziaria la parola viene lasciata al consulente Meluzzi e ad un servizio di Alessandro Banfi, nel corso del quale non si nominano i precedenti e si continua a ripetere che è la Procura di Perugia ad aver avviato l'inchiesta, ad averne deciso il rinvio a giudizio e il Procuratore di Perugia ecc... Tornati in studio Brachino elogia il servizio per la precisione e la completezza. Chissà cosa ne pensano alla Procura di Terni? e la dottoressa Mazzullo, ternana, che ha condotto le indagini... Ma in fondo sono quisquillie. Mica conta più di tanto di fronte al fatto che il Gelmini, rispondendo ad una precisa domanda del giornalista, afferma di aver perdonato i suoi accusatori (vedi la grandezza d'animo, dopo averli insultati e stigmatizzati, dopo la famosa benedizione con gesto dell'ombrello indirizzata anche alla Procura di Terni, però).
Domanda semplice, ma anche no: qualcuno, tipo anche il Brachino, riesce a farsi venire in mente che non è opportuno intervistare non un indagato, ma un imputato già rinviato a giudizio?
...io non volevo neanche più scriverne di questa storia, ma mica è colpa mia se sono trenta anni dal suicidio collettivo di 900 persone e Gelmini si lascia intervistare a Mattino 5, mica è colpa di nessuno...
La vicenda mi colpì molto all'epoca dei fatti e ho ricordi piuttosto nitidi dell'orrore crescente man mano che si svelava nella sua folle interezza. Avevo 15 anni, ero atea e mi sembò tutto davvero assurdo.
Diversi anni dopo, parlando con un sociologo che lavorava per la Comunità Incontro, mentre gli esprimevo delle mie perplessità circa alcune modalità di comportamento di don Gelmini, mi suggerì di leggere il volume "Il carisma malato: il People's temple e il suicidio collettivo di Jonestown" di Enrico Pozzi. Secondo l'amico sociologo vi si potevano trovare delle chiavi di lettura per interpretare quanto stava avvenendo in C.I.. Lessi il libro e pensai che l'amico sociologo avesse davvero esagerato. Molti anni dopo, ero in Tailandia, era già cominciata la fase di ripensamento delle mie scelte, mi feci spedire quel testo e lo rilessi, al termine non fui più tanto sicura delle esagerazioni sociologiche.
In questi anni sono tornata a leggere diversi articoli sulle vicende del People's Temple e questa mattina continuavo a fare delle elucubrazioni nel corso del programma di Minoli, mentre scorrevano immagini di repertorio in cui gli adpti della setta si dichiaravano felici e chiamavano James Jones il loro padre.
Tutti sappiamo come è andata a finire... Finita la trasmissione, con addosso quella sensazione di disagio che si può provare dopo una storia così, faccio un pò di zapping: e arrivo su Mattino 5, Claudio Brachino intervista in diretta da Amelia Pierino Gelmini e Alessandro Meluzzi. Quando il caso dice la combinazione!?
Inutile dire che il taglio era di quelli elogiativi dell'opera gelminiana, il sottopancia scorrevole informava che per la prima volta don Gelmini accettava di parlare dopo le pesanti accuse. Nel profluvio di attestati di stima del Brachino, il nostro non mancava di ricordare il generoso dono di Berlusconi (5 milioni di euro), grazie al quale abbiamo creato una struttura per accogliere centinaia di bambini orfani dello tsunami (ma anche qui andrebbero fatte delle precisazioni). Al momento di parlare della vicenda giudiziaria la parola viene lasciata al consulente Meluzzi e ad un servizio di Alessandro Banfi, nel corso del quale non si nominano i precedenti e si continua a ripetere che è la Procura di Perugia ad aver avviato l'inchiesta, ad averne deciso il rinvio a giudizio e il Procuratore di Perugia ecc... Tornati in studio Brachino elogia il servizio per la precisione e la completezza. Chissà cosa ne pensano alla Procura di Terni? e la dottoressa Mazzullo, ternana, che ha condotto le indagini... Ma in fondo sono quisquillie. Mica conta più di tanto di fronte al fatto che il Gelmini, rispondendo ad una precisa domanda del giornalista, afferma di aver perdonato i suoi accusatori (vedi la grandezza d'animo, dopo averli insultati e stigmatizzati, dopo la famosa benedizione con gesto dell'ombrello indirizzata anche alla Procura di Terni, però).
Domanda semplice, ma anche no: qualcuno, tipo anche il Brachino, riesce a farsi venire in mente che non è opportuno intervistare non un indagato, ma un imputato già rinviato a giudizio?
...io non volevo neanche più scriverne di questa storia, ma mica è colpa mia se sono trenta anni dal suicidio collettivo di 900 persone e Gelmini si lascia intervistare a Mattino 5, mica è colpa di nessuno...