Cari Francesco e Salvatore,
vorrei scrivervi per chiedervi di perdonare l'imperdonabile, ora che siete pura essenza, con le vostre vite prosciugate dentro un arido pozzo. Il pozzo dell'indifferenza rumorosa degli adulti incapaci di ascoltare le voci del silenzio sofferto di voi bambini.
Nella vostra storia si sono materializzati tutti gli elementi di una fiaba antica: un padre cattivo, una matrigna, una madre debole, una casa fantasma, una città sottorranea e un pozzo profondo che inghiotte bambini... Poi il caso, o chissà che nome dargli, un altro bambino inghiottito e altri ancora che riescono a farsi ascoltare dagli adulti che accorrono, soccorrono, ma l'unica cosa che manca alla vostra storia per essere una favola è il "e vissero felici e contenti!" Gli adulti ora continuano ad essere sordi, a mantenere le loro posizioni: il pozzo era stato ispezionato, il padre è colpevole! chè in Italia può succedere anche questo, l'antipatia come prova di colpevolezza...
E ora voi, nella nostra coscienza, siete ancora lì in fondo a quel pozzo, perchè dovrete ancora pesare sui nostri cuori, dovremo ancora pensarvi in quel buio del peggiore degli incubi per essere consapevoli delle nostre incapacità... Dovremo ripercorrere mentalmente i vostri gesti, la vostra disperazione, mentre avete cercato l'unico spiraglio di luce, mentre il dolore vi faceva impazzire e la fame e la sete inaridivano i vostri corpi di bambini.
Ora siete pura essenza, nella luce che non conosce ombre, nella luce che ha tutti i colori che mancavano in quel pozzo, ora non guardate a noi adulti chè non potremmo sostenere il vostro sguardo, ma abbiate cura e consolazione per i vostri coetanei abbandonati nei pozzi bui e dolorosi dell'egoismo sordo e cieco del mondo...