da quando sono a Bologna cammino molto, tanto che mi si consumano le suole delle scarpe... una delle cose più belle è camminare nel centro storico percorrendo i portici che hanno visto passare secoli di studenti universitari e di accademici... in autunno e in inverno godo di un piacere in più: scrutare le finestre con le luci accese dietro cui si intravvedono interni di pregio, soffitti a cassettoni o a volte addirittura affrescati. colgo frammenti, fotogrammi di una Bologna benestante e colta, ricca e di sinistra, con la solidità antica di secoli di albero genealogico. guardo e osservo non per voyeurismo, ma piuttosto con la consapevolezza che non avrò mai accesso a quegli interni, che non mi accadrà di conoscerne i proprietari ed essere invitata a prendere un caffè... è la stessa consapevolezza di quando incrocio coppie innamorate, avverto l'incapacità, l'inaccessibilità ad una dimensione di rapporto di coppia, attraverso invisibile luoghi amici e rinuncio prima di andare in frantumi all'ennesimo rifiuto... Bologna è bellissima ed è come se non fossi qui, ma non vorrei essere in altri luoghi.
forse basterrebbe solo un buon terapeuta?