Oggi ho accompagnato B. in quella che sarà la sua casa per 18 mesi. Si tratta di un progetto per sostenere il percorso verso l'autonomia di donne rifugiate o con permesso per motivi di protezione umanitaria. B. è molto giovane ma ha il volto devastato dallo stress e da un odissea che sembra non aver fine... Etiope sposata ad un eritreo, il marito è stato ucciso e mi ha raccontato che, in quanto madre etiope di figli eritrei, è dovuta fuggire con i suoi figli e la madre. E' arrivata in Sudan. Ma dopo poco è rimasta incinta senza essere sposata e così è fuggita di nuovo per non essere uccisa. Ha attraversato il deserto insieme al nuovo compagno, è arrivata in Libia e da lì si è imbarcata. Poi è sbarcata a Lampedusa, poi in qualche modo è arrivata a Roma ha partorito un figlio che adora. Il suo compagno nel frattempo era venuto a Bologna lei lo ha raggiunto ma lui aveva già cominciato a perdersi e le loro strade si sono divise. Lei da quasi due anni vive in una struttura di accoglienza forse più simile a un incubo che altro. Oggi le ho fatto vedere il monolocale in un palazzone di edilizia residenziale pubblica...era contenta...poi è entrata nel bagno e si è entusiasmata, ha voluto che entrassi a vedere "la vasca"... Poi mi ha raccontato che una volta si era portata suo figlio nell'appartamento dove lavorava e il bambino, quando aveva visto la vasca da bagno, le aveva detto che anche lui voleva poter fare il bagno nella piscina.... A quel punto mi ha abbracciata in lacrime, ringraziandoci per tutto. E alla fine ha aggiunto "che fortunato che è mio figlio!" Mi sono emozionata e nella mia emozione ho pensato a quelli che vorrebbero affondare i gommoni e che respingono gli immigrati in Libia sostenendo di rispettare le normative internazionali. Ho pensato che troppo spesso guardando le immagini dei disperati sbarcati a Lampedusa pensiamo che il loro viaggio finisca lì....ed invece è solo una tappa di un peregrinare tra commissioni e burocrazie, ottenere un permesso, vedersi riconosciuta la condizione di rifugiato non è cosa scontata. Ed in mezzo ci sono la disintegrazione della tua famiglia, della tua identità, la perdita degli affetti... E allora pensi che tuo figlio sia davvero un bambino fortunato perchè potrà fare il bagno nella vasca!