Sono arrivata in Tailandia il 1 luglio del 1994, era un venerdì... il primo impatto quando arrivi a Bangkok (che in realtà si chiama Krungtheep) lo hai nel momento in cui si aprono le porte scorrevoli dell'areoporto Don Muang... Dopo quasi undici ore di aria pressurizzata dell'aereo, dopo almeno un ora, tra controllo passaporti e ritiro bagagli, nell'aria condizionata si aprono le porte e la prima sensazione che hai è che ti abbiano tirato un secchio di acqua calda addosso, tanto l'aria è calda, umida e appiccicosa. In un servizio "rai" un giornalista la definì una autentica marmellata di smog e sostanze tossiche. Quando arrivammo insieme agli altri volontari, la macchina della Comunità non era ancora arrivata, Eddie si informò al telefono, probabilmente erano bloccati nel traffico... Il traffico è il secondo impatto, in primo luogo sei disorientato perchè la guida è all'inglese, così non sai mai da che parte devi salire, poi, visto il tipo di esami che si fanno per prendere la patente non è detto che chi sia al volante sia qualcuno che abbia la minima cognizione del codice della strada. Nel ricordo quel primo viaggio dall'aereoporto a Lamsai è lunghissimo, ma in realtà non durò quell'eternità, calò il sole è vero, ma lì tramonta sempre verso le 18.30. Ricordo che nonostante la curiosità di vedere da cosa sarei stata circondata da lì in avanti, ad un certo punto mi addormentai, quando riaprìi gli occhi eravamo in una strada secondaria, una scorciatoia case che allora mi sembrarono poverissime, ma poi imparai che non lo erano (ma tutto è relativo) e soprattutto a colpirmi fu la sporcizia, il fango, eravamo nella stagione delle piogge...
Arrivati al centro, non riuscivo a rendermi conto delle dimensioni, delle strutture, era buio, ero frastornata. Ci accolse Giovanni, presentando le scuse di Tonino che era dovuto andare a Mae sot, ma il giorno dopo sarebbe tornato.
Mi accompagnarono al centro dei bambini più piccoli, il mio centro, per arrivarci dovevamo passare davanti a quello dei pre adolescenti, mi venne incontro Franco, che subito mi chiese il quotidiano che avevo in mano "sai qui ne arrivano talmente pochi", ed io che ne leggevo almeno due al giorno?!
1 commento:
ciao monica,che belli ricordi
Posta un commento