Non saprei come definirli, non perchè non sia facile dire che erano duri, piuttosto perchè sono stati duri tanti altri giorni nel corso del tempo e quindi dire che quelli erano duri sembra significare che poi non ci siano state durezze. Di sicuro nei primi giorni sei ripiegato su te stesso a lottare con la nostalgia, senza riuscire ancora a trovare la meraviglia della nuova situazione. Gli impatti sono tanti, il primo disagio sono le zanzare di dimensioni e quantità mai viste prime...non riesco minimamente a resistere alla tentazione di grattarmi, con il risultato che in pochi giorni i miei piedi sono pieni di infezioni! e dopo neanche una settimana sono colpita anche da "ta-dem" tradotto letteralmente è "occhio rosso", ovvero una congiuntivite virale micidiale qualcosa di indescrivibile e di inguardabile, infatti per tutto il tempo in cui ne sono colpita evito accuratamente di guardarmi allo specchio per non angosciarmi. Così ad una settimana esatta dal mio arrivo ho il primo contatto con l'ospedale di Lamsai, da noi tutti sempre soprannominato "la macelleria"! Insieme con me vengono anche alcuni bambini, alcuni con la congiuntivite e uno perchè ha la febbre che non si riesce a farla scendere. Ci visitano insieme nella stessa stanza, per lui il medico prescrive non so che farmaco da somministrare con intramuscolo, così vedo che tirano fuori un attrezzo che pensavo ormai si trovasse soltanto nei mercati di modernariato o nei musei: una siringa in vetro con la sua scatola in metallo per la bollitura... Realizzo per un attimo che potrebbero decidere di farmi una qualche iniezione anche a me e progetto di fuggire all'istante se ci provano... In realtà si limitano a medicare i piedi praticamente piagati e a prescrivermi una pomata al cortisone per gli occhi. La sera di quel venerdì arriverà padre Bernard lo accoglierò con tutti e due gli occhi bendati, con l'unica raccomandazione di non dire niente a mia madre quando la vedrà!
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