lunedì 13 ottobre 2014

TERNI, LA TERNI: UNA CITTA', LA FABBRICA



Parto da un'immagine. Il centro storico della città e la sua acciaieria: Terni e la Terni. Quello che colpisce sono le dimensioni, la fabbrica è grande quanto il centro della città. Il legame di Terni con la sua industria è indissolubile da più di un secolo. La fabbrica ha cambiato pesantemente il destino di una piccola realtà all'interno di una conca tra colline verdi. Il paesaggio stesso è stato profondamente modificato e stravolto. Le descrizioni che si leggono nei reportage dei viaggiatori inglesi del Grand Tour testimoniano l'immagine di una Terni poi sacrificata alla grande industria.
E tutto nella nostra città è determinato, condizionato, forgiato dalla fabbrica: la cultura e anche la Chiesa locale. Esiste il cappellano di fabbrica e nel piazzale all'interno della fabbrica esiste forse l'unica immagine di un Gesù carpentiere e non falegname. Il papa venne a Terni nel giorno di san Giuseppe lavoratore e venne alla Terni a partecipare al Consiglio di fabbrica, mangiando alla mensa con gli operai. In più di un'occasione i vescovi locali hanno partecipato alle manifestazioni operaie.
Tanto che oggi l'immagine che tanti ternani stiamo mettendo come immagine del profilo Facebook è quella dell'elmetto che san Giovanni Paolo II indosso' nel corso della sua visita in fabbrica.
Fabbrica e città: La Terni e Terni, città e fabbrica: Terni e la sua economia.
L'enfasi e l'apice si raggiungono durante il ventennio fascista e la visita del Duce è la visita alla fabbrica. E poi c'è La Terni rappresentata nel cinema: il film Acciaio è del 1933 con soggetto di Luigi Pirandello. Luchino Visconti gira all'interno alcune scene de "La caduta degli dei". Infine alcune famose scene de "La vita è bella" di Roberto Benigni.
Infine la fabbrica nei canti operai: "Il 12 dicembre a matina" e ancora più significativa la "Ternitudine" degli Altoforno  (e sarà mica un caso se il gruppo musicale che ne è autore si è dato questo nome?).
A Terni anche i monumenti sono di acciaio e costruiti dentro la fabbrica, la grande pressa macchinario straordinario è poi diventata essa stessa monumento. E in tanti rimpiangono il "grande maglio" quasi un essere mitologico che faceva tremare l'intera città.
So di essere una eccezione. Nella mia famiglia nessuno lavora o ha mai lavorato alla Terni. E i miei ricordi sono quelli di bambina alle elementari: la sirena di mezzogiorno! Allora capivamo che stava per suonare la campanella. E noi abitavamo praticamente in centro. Il tempo quotidiano dei ternani è scandito dal cambio turno degli operai. Il tempo della città è segnato dalle lotte sindacali e dalle minacce di chiusura. Il 1953 per i ternani è l'anno "de li duemila" ovvero l'anno dei duemila licenziamenti. 

Ora la domanda è se la città possa sopravvivere alla morte della sua fabbrica. Terni e La Terni, in simbiosi l'una ha bisogno dell'altra. L'una senza l'altra non ha più identità. La fabbrica chiude e non è possibile sintetizzare il perchè. Venerdì 17 l'intera città sarà in piazza ne sono certa e se ci sarà una qualche trasmissione streaming seguiro' da qui quanto accadrà. L'intera città perchè non è solo una questione economica, ma è tutta l'esistenza e l'identità di un luogo che si perderà se La Terni chiuderà.





venerdì 23 maggio 2014

THAILANDIA: ADDIO DEMOCRAZIA...QUANDO NESSUNO E' BUONO

 Nell'ultimo volume di Asia Maior, "Il drago cinese e l'aquila americana sullo scacchiere asiatico", il capitolo sulla Thailandia è intitolato "Thailandia: involuzioni democratiche". Non so se l'autore Vitaliano Civitanova avesse idea che il processo involutivo sarebbe arrivato fino al punto di non ritorno raggiunto ieri. Sicuramente oggi quel titolo appare quanto mai profetico: ieri 22 maggio 2014 è morta la fragilissima democrazia tailandese. Il senso di frustrazione per chi osserva è dato dal fatto che in questo conflitto politico non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra: tutti sono indifendibili! Muore la democrazia e nessuno è innocente. 
Un recente editoriale del "The Nation" titolava "A country full of guardians and rebels but not values" e argomentava che il problema della Thailandia è che ci sono troppi custodi della democrazia e troppe poche persone che rispettino i principi democratici.
Da un lato abbiamo la classe sociale costiuita dalle elites aristocratiche e conservatrici, terrorizzata dall'idea di perdere privilegi e potere. Dall'altro masse popolari che per la prima volta sono state coinvolte e trascinate in politica nel 2001 da Thaksin Shinawatra, che non è certo un eroe rappresentante del ceto povero. Ma soltanto un politico che ha avuto l'idea di coinvolgere i ceti più emarginati per sostenere il suo progetto politico.

A partire dal 2001 tutte le tornate elettorali sono sistemicamente vinte dal partito di riferimento di Thaksin Shinawatra. Per un semplice dato numerico: i poveri, gli appartenenti alle classi emarginate sono più numerosi degli aristocratici. Ma Shinawatra, e quanti della sua parte hanno svolto il ruolo di capo del governo, non rappresentano certo un modello democratico. Non si possono dimenticare i tremila morti ammazzati nel febbraio 2003 per la delirante definitiva guerra alla droga, i morti di Tak Bai soffocati nei cassoni dei pick-up. Le politiche dello Shinawatra-pensiero hanno prodotto danni economici al paese come accaduto con i sussidi per i produttori di riso, ma non è che i governi precedenti si siano mai presi a cuore la salute e le condizioni economiche dei coltivatori e delle famiglie disagiate.

Nel 2010 il governo guidato da Abhisit Vejjajiva e  Suthep Thaugsuban represse nel sangue le proteste dei sostenitori di Shinawatra. Oggi Suthep ha guidato per sette mesi la protesta contro il governo, definendo la sua come una battaglia per la democrazia. Suthep dunque è uno dei tanti autoproclamatisi difensori della democrazia senza comprenderla e senza rispettarla. La sua richiesta di destituire il governo eletto e istituire un comitato di "nominati" per avviare un processo di riforme è apparsa fin da subito inaccettabile. Non fosse altro perchè viene da chi rappresenta una minoranza. 

L'esercito da sempre ha un ruolo fondamentale nella politica del paese. I governi possono essere definiti più o meno stabili in base alla qualità della loro relazione con le forze armate. Secondo alcuni analisti Yingluck Shinawatra aveva stabilito una sorta di patto di non belligeranza con l'esercito e per questo era riuscita a scampare il loro intervento in precedenza. 
Guarda caso il colpo di Stato è arrivato a pochi giorni dalla decisione della Corte Suprema che ha destituito definitivamente l'ex-premier per abuso di potere.

Personalmente non riesco a schierarmi per una delle due parti. Mi devasta constatare la morte della democrazia e un profondo senso di impotenza. I militari si terranno il potere a lungo e prima di tornare a libere elezioni verranno avviate riforme istituzionali senza che venga ascoltata l'opinione dei cittadini.  
Giovedì 22 maggio 2014: un giorno di lutto.


giovedì 15 maggio 2014

AMAZING CONDO AVAILABLE FROM JULY 2014

Available from July 2014

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Size : 30 sqm

Bedrooms : Studio 
Bathrooms : 1 
Furnished : Fully 
Airconditioned : Fully 
Floor : 6
Chareon muang Rd. Soi 8 (Soi Kai Daeng) 
1y contract : 5,500 THB/month 
6m contract : 6,000 THB/month 
Nice and well-designed studio room. 
Very cozy fully furnished including flat screen TV, air-con, full kitchen with fridge, microwave and more!! 
Located close to Train Station and Super Highway.


Full Description: This modern very light new renovated studio with Western style kitchen is located in green area on internal street. The position of the Condo is near Big C Extra, Central Festival shopping center, Arcade bus terminal and a public transportation. 
The living area of the Studio has a sofa, a flat screen TV with TV stand, a coffee table and a dinning table with chairs. The separated sleeping area has a bed and a wardrobe. An office table with a chair are also available. 
This price is included condo fees. The extra payment is only 100 THB for water and electricity by government price. WiFi is available for 250 THB per month
















sabato 15 marzo 2014

SCENE DI VITA QUOTIDIANA IN UN TEMPIO

Ieri pomeriggio avevo ancora un'ora libera prima di andare al lavoro. Ero di quell'umore che a Bologna regolarmente mi portava ad entrare in una delle tante chiese. Una a caso, perchè poi tanto una Madonna con cui scambiare due chiacchiere c'era sempre. Qui a Chiang Mai trovare una chiesa con facilità non è possibile e così sono entrata in un tempio. In uno dei tanti templi. 

Cercavo silenzio e ispirazione. Sono entrata e mi sono fermata a metà navata. Ai lati ci sono due fila di sedili in legno per i monaci. Su uno di quelli di destra è seduto un monaco vecchissimo. Mi sono seduta ad una certa distanza perché alla fine sono sempre piuttosto infastidita dall'eccesso di norme che indicano quale deve essere il tuo comportamento al cospetto dei monaci. Poi è entrato un addetto alle pulizie che ad un certo punto dopo un breve colloquio si è seduto poco distante dal monaco per terra. Nel frattempo è entrata una farang che per tutto il tempo si è aggirata tenendo le mani nel wai, palmo contro palmo, che sembrava le avesse incollate. Ma poi la scena è stata presa da un'ingombrante perpetua con tanto di piumino per la polvere. Dapprima ha chiesto al collega come mai non stava pulendo. Sentita la risposta si è rivolta al monaco: "Senti sa' ma non te poi mette a sede dall'altra parte che qui c'avemo da puli'? Almeno ce sbrigamo...". Tutto questo continuando ad agitare il piumino sulle varie suppelettili.

Il monaco ha forse farfugliato qualcosa. Poi si è alzato e lentissamente ha attraversato la navata...camminando con un lungo bastone... Giunto a breve distanza da me si è fermato. Io ho subito pensato che volesse darmi una bastonata perchè non mi è venuto neanche da fargli un wai. Invece mi ha guardato e mi ha chiesto "Da dove vieni?" Ed io "Dall'Italia". "Ah, Italia...bene, bene..." e ha proseguito il suo percorso. Si è seduto sull'altro sedile. Intanto la signora con il wai paralizzato lo ha raggiunto e gli ha detto: "Io vengo dalla Spagna" e il vecchio l'ha guardata con sguardo vuoto. E lei ha insistito: "Espana, Spain. Spagna". Il monaco aveva l'aria sempre piu' persa...

E intanto la perpetua continuava a spolverare e il suo collega a passare la scopa sui sedili...

Tutta la scena era abbastanza surreale. 
Chissà se la signora spagnola è ancora in giro con le mani incollate alla ricerca di un improbabile guru che neanche sa dove è la Spagna o forse addirittura ne ignora l'esistenza. La perpetua pero' continuerà a fregarsene di regole e deferenza (sono quasi sicura di averla vista spolverare un Budda ).

E sì, io sono uscita senza aver trovato il senso dell'esistenza dell'Universo ma sicuramente con umore migliore di quando sono entrata.

NB: I dialoghi si sono svolti tutti in Thai. Ho cercato di riprodurre l'eccesso di confidenzialità della perpetua utilizzando un italiano informale ancorchè non un un vero dialetto.


venerdì 17 gennaio 2014

ATTRAVERSARE LA NOTTE (Chiang Mai addormentata)

Quando torno a casa da sola alla fine del turno di lavoro mi piace guidare piano e attraversare la città...anche il suo centro storico. E' una città che dorme o meglio sonnecchia. Per le strade si aggirano prostitute e dipendenti della CLBS... La maggior parte degli innumerevoli ristoranti con le ruote sono in chiusura...e le uniche vetrine accese sono quelle degli indispensabili 7-eleven (mi chiedo sempre come l'Italia possa sopravvivere senza?).
Il cuore della città dorme. Ma i draghi posti a guardia dei templi non sembrano così spaventosi, e la quiete della notte regala fantastici riflessi e giochi di luce delle facciate e delle guglie. Attraverso la città subendone il fascino, percorro le strade che in altri momenti ospitano mercati di qualsiasi tipo in una routine quotidiana di esposizione della merce e riorganizzazione e pulizia. Qua e là incontro farang da soli o in gruppo. Mi chiedo se questa sia la Thailandia che stessero cercando... Io nello stupore di trovarmi improvvisamente in stato di equilibrio mi sorprendo a pensare di essere forse in un luogo già mio, in un percorso già attraversato...
Per la prima volta mi sento nel luogo dove vorrei essere. Per la prima volta non percepisco l'inquietudine... 
E va bene così.