"Le parole non sono aria" racconta l'inserimento di Francesco, un ragazzo autistico, nella Scuola Media. Il racconto si snoda attraverso dei temi scolastici scritti dai compagni di classe.
La straordinarietà del libro si svela pagina dopo pagina, sorprendendo il lettore che scopre come non si tratti della storia edificante e banale di "bravi studenti" che accolgono un disabile... No. Qui la situazione si ribalta e si afferra che i compagni di Francesco si sentono coinvolti dal suo mondo e colgono l'occasione per vivere al meglio questa esperienza di crescita: Francesco non parla e loro comprendono che le parole non sono aria e devono inserirsi su altre modalità di comunicazione con lui. E raccontano di aver provato "una felicità superlativa" ed emozioni importanti per dei ragazzi in una fase importante della loro formazione.
Questi scritti rivelano una straordinaria maturità, ma si coglie tra le righe che sono stati sostenuti da un riuscito lavoro di rete condotto dalla famiglia, dagli insegnanti e da quanti seguono il percorso di Francesco, dimostrando che l'inserimento dei disabili nella scuola è sì un loro diritto irrinunciabile, ma sopratutto può e deve essere un'opportunità pedagogica altrettanto irrinunciabile per i cosiddetti "abili" o normali.
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