Non ero mai stata a Genova, da sempre ho amato Fabrizio De Andrè e uno dei ricordi più struggenti della mia permanenza in Thailandia è il giorno della sua morte. Via fax quasi tutti gli amici mi testimoniarono la loro solidarietà inviandomi messaggi, ritagli di giornali, commenti, ecc... Sabato e domenica scorsi sono stata a Genova per visitare la mostra dedicata a De Andrè. Appena arrivati ci siamo resi conto che non era possibile entrare alla mostra, la fila attraversava tutto il piazzale e dalla biglietteria ci informano che ci vuole almeno un'ora e mezzo... Decidiamo così di cambiare il programma sabato pomeriggio visita alla città e la domenica mattina dedicata alla mostra. Iniziamo così la scoperta di una città bellissima per il districarsi dei suoi vicoli e dei suoi palazzi, per le chiese piccoli gioielli incastonati in un centro storico elegante e fiero. E trovo straordinaria anche la toponomastica di questa città, quando ci siamo ritrovati in una piazzetta denominata 'de lo amore perfetto' ho pensato che un poeta come Fabrizio De Andrè non poteva che nascere a Genova. E' stato poi inevitabile un pellegrinaggio in via del Campo, dove forse non c'è più una graziosa, ma una folla di persone alla sua ricerca. C'è il negozio di dischi quasi un museo, o meglio un cerchio sacro, con le sue reliquie, e addirittura un altarino...pensavo con quali versi De Andrè avrebbe potuto commentare, ma forse avrebbe avuto rispetto anche di questa minoranza.
Abbiamo continuato a girare fino a sera, per finire a mangiare da 'Vicopalla', dove abbiamo dedicato un brindisi a Fabrizio e se è accaduto che almeno due di noi per un momento non ricordavano 'Fabrizio chi', credo sia dovuto proprio alla città che ci aveva così affascinato e preso da farci dimenticare per un attimo il motivo per cui eravamo lì.
La domenica mattina straordinariamente riusciamo ad essere alla mostra poco dopo le nove, entriamo senza fila, l'esposizione è un susseguirsi di emozioni suscitate da immagini e suoni, l'unico modo per rendere omaggio ad un cantante, ad un poeta. Durante il percorso i visitatori aumentano, mi accorgo che molti hanno fino a venti anni più di me ed è comprensibile. Mi accorgo anche che molti hanno anche più di venti anni meno di me, giovani che non lo hanno mai conosciuto in vita, che lo conoscono solo dai suoi CD e forse dai libri, dalle trasmissioni TV... E per una volta penso che non stiamo perdendo questa occasione, che potremo dire Fabrizio De Andrè non è dimenticato... Dopo oltre tre ore usciamo dalla mostra, piove a dirotto, e una lunga e ordinata fila attraversa per intero la piazza, tutti con gli ombrelli aperti, un'ora e mezza di fila da fare sotto l'acqua...
Abbiamo continuato a girare fino a sera, per finire a mangiare da 'Vicopalla', dove abbiamo dedicato un brindisi a Fabrizio e se è accaduto che almeno due di noi per un momento non ricordavano 'Fabrizio chi', credo sia dovuto proprio alla città che ci aveva così affascinato e preso da farci dimenticare per un attimo il motivo per cui eravamo lì.
La domenica mattina straordinariamente riusciamo ad essere alla mostra poco dopo le nove, entriamo senza fila, l'esposizione è un susseguirsi di emozioni suscitate da immagini e suoni, l'unico modo per rendere omaggio ad un cantante, ad un poeta. Durante il percorso i visitatori aumentano, mi accorgo che molti hanno fino a venti anni più di me ed è comprensibile. Mi accorgo anche che molti hanno anche più di venti anni meno di me, giovani che non lo hanno mai conosciuto in vita, che lo conoscono solo dai suoi CD e forse dai libri, dalle trasmissioni TV... E per una volta penso che non stiamo perdendo questa occasione, che potremo dire Fabrizio De Andrè non è dimenticato... Dopo oltre tre ore usciamo dalla mostra, piove a dirotto, e una lunga e ordinata fila attraversa per intero la piazza, tutti con gli ombrelli aperti, un'ora e mezza di fila da fare sotto l'acqua...
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
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