Nei giorni scorsi la Curia di Bologna si è espressa contro l'esposizione «Body Worlds» ideata da Gunther von Hagens, ovvero la mostra di corpi plastinati secondo una tecnica brevettata dall'anatomista.
Personalmente sono convinta che l'arte debba sempre essere avanguardia e svolgere un ruolo di provocazione. Sono quindi contraria a forme di censura tese a inibire tale ruolo. Nel caso ritenga che una manifestazione artistica possa disturbare eccessivamente la mia sensibilità mi astengo dal visionarla o assistervi. Quindi ritengo le varie voci che si sono espresse per impedire che tale mostra venga allestita a Bologna assolutamente inopportune. Ma a lasciarmi ancora più perplessa è appunto la presa di posizione della Curia di Bologna.
Perché se c'è un'istituzione che ha fatto dell'esposizione dei corpi o di loro parti un aspetto fondante della propria esistenza questa è la Chiesa Cattolica. E pensando a Bologna non si può pensare a quella che ritengo essere una delle reliquie più macabre di tutto il cattolicesimo ovvero il cadavere della povera Caterina de Vigri esposto nel monastero della "Santa" in via Tagliapietre.
E che dire di quei corpi che costituiscono elemento fondativo di culti locali, incomprensibilmente definiti incorrotti, quale segno distintivo di santità, ma nient'altro che cadaveri mummificati. Penso a san Francesco d'Assisi o anche a san Pio da Pietralcina, a quest'ultimo è stata addirittura applicata una maschera di silicone con tanto di barba. Un'operazione estetica davvero di dubbio gusto.
Quelli citati sono i più noti ma rappresenterebbe un impresa davvero impossibile redigere un elenco esaustivo di corpi esposti in chiese e santuari meno conosciuti. In bassa Umbria ad esempio è noto quello del beato Antonio Vici in posizione semi sdraiata.
Questo limitandoci ai corpi interi, se poi si volesse ampliare il discorso alle reliquie di singole parti rischieremmo di perderci nel magma di brandelli, parti anatomiche e quantità eccessive di braccia, dita, femori, ecc... attribuiti ad un singolo corpo (per tacere pietosamente dei sette prepuzi di Gesù).
Così quando la Curia di Bologna definisce "pornografia" l'esposizione dei corpi plastinati mi sorge il dubbio che diventa subito certezza che abbia perso l'ennesima occasione di stare zitta ed evitarsi una pessima figura.