venerdì 31 ottobre 2008

LA FORZA DELLA NON VIOLENZA- APPELLO ALL'ONDA DEGLI STUDENTI : NON REAGITE ALLE PROVOCAZIONI

Fino a dicei giorni fa sono stata una studente universitaria, la laurea appena acquisita non mi fa ritenere meno coinvolta o interessata alla devstante opera di distruzione del Ministro Gelmini. Ma gli incidenti di piazza Navona mi hanno pervaso di una profonda inquietudine, soprattutto perchè non credo sia solo una coincidenza questa intervista rilasciata da Francesco Cossiga, allora voglio lanciare un appello a tutti gli studenti: non cedete alle provocazioni, siate veri e innalzatevi a movimento non-violento, seppelite con una risata i facinorosi, isolateli, evitateli, quando fanno di tutto per provocare una vostra reazione sdraiatevi a terra e cantate, non dategli modo di giustificare interventi violenti.

Io ho un ricordo terribile: il 12 maggio 1977 nel corso di una manifestazione a Roma venne uccisa Giorgiana Masi, la sera al telegiornale un giornalista cercava di intervistare Francesco Cossiga, allora ministro degli interni, che era in compagnia di qualche altro ministro, e Cossiga si sottraeva alle domande continuando a ridacchiare con il compagno di merende... In quel riso ho sempre identificato il disprezzo e visto un insulto di gravità inaudita per una giovane di 19 anni, ora sappiamo che per il Presidente Francesco Cossiga quella e altre vite non avevano nessun valore, giovani uccisi per provocare e giustificare l'orrore che ne seguì.




Colleghi studenti, non permettete che accada di nuovo!!!

sabato 25 ottobre 2008

CONTRO NATURA

al festival della scienza DI GENOVA la rassegna «against nature?», proveniente da oslo

Cigni lesbo, maschi «drag queen»: mostra di animali gay con polemiche

Tam tam in rete, gruppi omo da tutta Europa. Perplesso il Forum delle Famiglie. Un prete-docente: i tabù provocano ignoranza


Due femmine di cigno: come le coppie eterosessuali, restano insieme per tutta la vita

GENOVA — I fenicotteri super- papà (coppie formate da due maschi che allevano un maggior numero di piccoli), le scimmie bonobo che risolvono ogni conflitto con incontri sessuali etero, omo, o di gruppo, le balene gay e le drag queen ovvero maschi di varie specie definiti «opportunisti» perché si presentano e si comportano vistosamente come femmine per evitare combattimenti. In una parola l'omosessualità fra gli animali. Al museo di Storia Naturale Doria di Genova la mostra «Against Nature?» iniziata un po' in sordina, come anticipo del Festival della Scienza, sta ora avendo grande successo. In particolare nella comunità gay.

Su altri fronti, invece, la mostra che è nel catalogo del Festival per scolaresche al di sopra dei 9 anni, suscita perplessità: «Non do alcun giudizio di valore sull'omosessualità ma come mamma — dice Anna Maria Panfili, avvocato, presidente ligure del Forum delle famiglie — i miei bambini non ce li porterei». Don Marino Bruno, docente in un liceo genovese, dà fiducia agli organizzatori del Festival: «Sono persone competenti e se giudicano la mostra visitabile dalle scolaresche presumo sia così. In ogni caso il tabù provoca ignoranza ed è bene che dell'omosessualità si parli apertamente. Molto dipenderà da come gli insegnanti sapranno condurre la visita». La mostra, inedita in Italia — proviene da Oslo — illustra comportamenti omosessuali in 1.500 specie animali, dagli invertebrati ai mammiferi.

Su Internet viaggia un appello dell'Arcigay di Genova: «Invitiamo tutti i comitati gay e tutte le associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, ndr) a visitarla. È un'occasione divertente di imparare e di vedere qualcosa che in Italia con difficoltà viene esposto». L'Arcigay si offre quindi «di accompagnare chiunque ci contatti» per visite guidate. La risposta è stata entusiasta. Visitatori sono arrivati anche da Londra. Franco Grillini, presidente onorario Arcigay ne è rimasto affascinato: «Altro che gay contro natura! Rispetto a ciò che riescono a fare certi animali noi siamo educande». Al museo non prevedevano questo tam-tam ma ne sono ben felici: «Oslo — spiega il curatore Giuliano Doria — aveva posto al Festival della Scienza, come condizione per prestarla, che la mostra fosse allestita in un museo di Storia Naturale e noi ci siamo offerti. E' il nostro contributo al tema della "diversità" scelto dal Festival quest'anno».

Quanto alla visita delle scolaresche Vittorio Bo, responsabile del Festival è deciso: «Nessuno scandalo. L'approccio all'argomento è scientifico. Non c'è nulla di osceno o di offensivo». Il visitatore viene accolto all'ingresso del Museo da due esemplari di cigno imbalsamati: sono due femmine. I cigni formano nella vita una sola fedelissima coppia e questo vale per coppie etero e omo. Passando dai pinguini reali (un maschio su cinque preferisce lo stesso sesso) ai giochi erotici dei trichechi (usano le pinne), i comportamenti sessuali vengono spiegati dagli etologi anche per la loro utilità: nei gruppi di scimpanzé o di lupi l'accoppiamento fra maschi diminuisce l'aggressività. Su tutto una citazione di Magnus Enquist, etologo dell'Università di Oslo: «Ci sono cose che vanno contro natura molto più dell'omosessualità — cose che soltanto gli umani riescono a fare — come avere una religione o dormire in pigiama».

Erika Dellacasa
25 ottobre 2008

venerdì 17 ottobre 2008

PER FARE FUTURO



Fare Futuro, fondazione di cultura politica, studi e analisi sociali, nei giorni scorsi a Roma ha presentato i risultati di una ricerca, condotta da Valentina Cardinali e realizzata insieme all'Istituto Piepoli: "Donne del Mediterraneo. L'integrazione possibile". Tale ricerca ha analizzato aspettative, opinioni, condizioni di integrazione degli immigrati provenienti dal bacino del Mediterraneo. In particolare la ricerca ha messo a fuoco il ruolo della donna, quale agente di integrazione, definendola l'opportunità attraverso cui passa la possibilità di conciliare culture.

L'immagine che ne esce è quella di una popolazione di immigrati che per il 92% ha una idea positiva del nostro Paese, quattro quinti di quanti sono inseriti nel mercato del lavoro non si sente discriminato, oltre la metà degli intervistati pensa di rimanere in Italia. Oltre il 70% degli intervistati ritiene che il rispetto delle leggi è la condizione fondamentale per facilitare il processo di integrazione. Le donne, in particolare le donne lavoratrici, sembrano le più entusiaste del nostro paese, dei nostri valori e delle nostre leggi. Le donne manifestano una maggiore propensione all'integrazione, non si percepiscono come un modello in contrapposizione con quello della donna italiana.

Quanto sopra è in sintesi il comunicato di presentazione di questa ricerca, in base a queste affermazioni sembrerebbe che non ci siano problemi legati alla presenza di cittadini stranieri in Italia, sono loro stessi ad affermarlo e non possiamo certo smentirli. Però chissà perché qualcosa non torna. Personalmente ho sempre diffidato delle statistiche, e quando i risultati sono troppo distanti dalla percezione più diffusa, ritengo sia importante approfondire.

La ricerca ha preso in esame gli immigrati dai paesi che affacciano sulle coste del Mediterraneo, non la totalità della popolazione immigrata; tra questi ha scelto di intervistare solo soggetti in regola con il permesso di soggiorno. Questo significa che si è preso in esame un campione rappresentativo di una minoranza del totale degli immigrati. Oltre a questo in nessuno dei comunicati stampa sono state rese pubbliche le modalità di raccolta dei dati, elemento non trascurabile considerando che la ricerca ha riguardato soggetti provenienti da quasi venti diverse nazioni, questo rende significativo sapere se è stato utilizzato un questionario scritto o se sono state fatte delle interviste, e in che lingua, se sono stati utilizzati dei mediatori oppure no. Ognuna di queste variabili può incidere significativamente sui risultati della statistica.

Leggendo tra le righe dei risultati possiamo dedurre che si tratti di immigrati presenti nel nostro territorio da un lungo periodo: hanno il permesso di soggiorno, sono inseriti nel contesto sociale e hanno una buona conoscenza della nostra lingua, perché tutto fa presupporre che la ricerca sia stata condotta in italiano. In questo senso il campione non può essere ritenuto rappresentativo dei tre milioni e mezzo di immigrati presenti in Italia al 31 dicembre 2008. Si tratta di un campione rappresentativo di quanti sono già integrati.

Personalmente vorrei che si facessero delle ricerche serie ad esempio sulle aspettative, opinioni, condizioni di integrazione che gli italiani nutrono nei confronti degli immigrati, del mediterraneo e non. Vorrei che si mettesse a fuoco il malessere diffuso nella nostra società che porta ad identificare lo straniero come causa di tutte le nostre paure: le nostre donne sono violentate solo dagli stranieri, i rom rapiscono i bambini, i rumeni rubano, ecc…

Vorrei che alcuni episodi inquietanti venissero interpretati come il sintomo del disagio che molti dei giovani italiani esperimentano nei confronti dello straniero, episodi come la ragazza albanese picchiata perché sull'autobus si è seduta nel posto "riservato" agli italiani, il cinese picchiato a Roma (tra l'altro in possesso di regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro), e il giovane italiano Abdul ucciso a Milano.

Potremo auspicare qualsiasi integrazione e compiacerci di pensare ad una realtà futura arricchita dalla presenza di tante nuove culture, ma se non siamo in grado o non vogliamo estirpare le radici del razzismo, non si potrà fare futuro.

venerdì 10 ottobre 2008

Caso Don Gelmini, Gip rinvia udienza

09/10/2008
TERNI - Il Gip di Terni, Pierluigi Panariello, ha rinviato al 30 ottobre prossimo l'udienza preliminare a carico di don Pierino Gelmini. E proprio in quella data comunichera' la decisione in merito alla richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Barbara Mazzullo, per sentire con la formula dell'incidente probatorio i giovani che accusano il sacerdote di molestie sessuali. Oggi intanto i difensori di don Gelmini, gli avvocati Filippo Dinacci e Lanfranco Frezza, hanno depositato una memoria difensiva per confutare le accuse mosse al loro assistito. L'avvocato Manlio Morcella, che difende Gianpaolo Nicolasi, uno dei collaboratori del fondatore della Comunita' Incontro accusati di favoreggiamento, ha chiesto lo stralcio della posizione del suo assistito se fosse ammesso l'incidente probatorio. Per l'altro collaboratore, Pierluigi La Rocca, il suo difensore, l'avvocato Tiziana Parenti, ha chiesto il processo con il rito abbreviato.

Gli accusatori di don Pierino Gelmini potrebbero subire pressioni o ricevere promesse di denaro che rischiano di influenzare la loro versione in un eventuale processo. Per questo il pm di Terni Barbara Mazzullo ha chiesto di sentirli con la formula dell'incidente probatorio. Un atto al quale sono invece contrari i difensori del sacerdote. A decidere sara' ora il gup Pierluigi Panariello che comunichera' la sua decisione il 30 ottobre prossimo. Una data che potrebbe quindi rappresentare uno snodo per l'udienza preliminare nella quale il sacerdote e' accusato di molestie sessuali nei confronti di dieci ormai ex ospiti della Comunita' Incontro (mentredue suoi collaboratori e la madre di uno degli accusatori devono rispondere di favoreggiamento). Se il gup accettera' la richiesta del pm, i giovani verranno chiamati a deporre in aula e le loro parole avranno valore di prova in un eventuale processo. Oggi il rappresentante dell'accusa ha motivato il ricorso all'incidente probatorio con la presunta ritrattazione di uno dei principali accusatori di don Gelmini e con uno scambio di lettere avuto con un altro degli ex ospiti della Comunita'.Ha inoltre indicato le intercettazioni agli atti dell'inchiesta come ulteriore supporto alla sua tesi. Argomentazioni alle quali si sono opposti i difensori del sacerdote, gli avvocati Filippo Dinacci e Lanfranco Frezza, secondo i quali i presunti pericoli dei quali ha parlato il pm risalirebbero comunque a prima della richiesta di rinvio a giudizio e riguardano solo due degli accusatori. L'avvocato Manlio Morcella, difensore di Gianpaolo Nicolasi, uno dei collaboratori di don Gelmini, ha inoltre sottolineato che come stabilito dallo stesso gup le intercettazioni non sono utilizzabili per gli assistenti del sacerdote. Nell'udienza di oggi l'avvocato Tiziana Parenti, che difende l'altro collaboratore Pierluigi La Rocca, ha annunciato richiesta di processo con il rito abbreviato per il suo assistito. Sempre oggi i legali di don Gelmini hanno depositato una memoria relativa alle indagini difensive finora svolte. Prodotte una trentina di testimonianze a discarico del sacerdote e due dvd con le immagini di due dei principali accusatori. Un intervento alla Comunita' Incontro e un' intervista a una televisione locale nelle quali i due giovani esprimono apprezzamento per il suo lavoro. Parole di stima e di affetto come quelle contenute in alcuni biglietti fatti giungere a don Gelmini e ora prodotti dalla sua difesa.

lunedì 6 ottobre 2008

MEDJUGORJE: GRAVI SANZIONI CANONICHE CONTRO P. TOMISLAV VLAŠIC, “DIRETTORE SPIRITUALE” DEI VEGGENTI

...chissà perchè nessuno ne parla o ne scrive... grazie agli amici di Adista per averlo fatto



34614. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. “Severe misure precauzionali e disciplinari” nei confronti di p. Tomislav Vlašic, il francescano cosiddetto “direttore spirituale” dei veggenti di Medjugorje: le ha annunciate con un documento ufficiale del 30 maggio scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede al vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, affinché questi informasse la comunità “per il bene dei fedeli”. I reati contestati al religioso, che è sotto inchiesta dal 25 gennaio scorso, ma che in questi mesi non ha voluto collaborare con gli inquirenti (ed ha continuato nella sua fervente attività di dar vita a comunità e chiese attorno a Medjugorje) sono diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, misticismo sospetto, disobbedienza verso ordini emanati legittimamente, atti contra sextum [non commettere atti impuri] (contro il sesto comandamento, quindi di natura sessuale) aggravati da motivazioni mistiche.

P. Vlašic, che ora è confinato in Italia ospite in un monastero francescano, ha avuto l’obbligo di tagliare ogni contatto con la comunità da lui fondata, “Regina della Pace – Tutti tuoi, tramite Maria a Gesù”, o con i suoi avvocati; non potrà più apparire in pubblico, predicare o confessare, e dovrà pronunciare una solenne professione di fede cattolica, pena la scomunica per eresia e scisma.


Una biografia intrecciata con Medjugorje

Vlašic è una figura di primo piano nel fenomeno delle presunte apparizioni, iniziate nel 1981. Ne ricostruisce la storia il blog di Marco Corvaglia, studioso leccese autore del libro Medjugorje è tutto falso (Anteprima Edizioni, 2007). Sacerdote carismatico - si legge nel blog www.marcocorvaglia.blog.lastampa.it -, Vlašic a maggio del 1981 aveva partecipato ad un congresso del Movimento carismatico, chiedendo di pregare per la guarigione della Chiesa in Jugoslavia. Dopo qualche settimana, ecco le prime apparizioni ai sei ragazzi, in seguito alle quali Vlašic si stabilisce come viceparroco a Medjugorje (dal 1981 al 1984), senza informarne il vescovo, e cominciando ad accompagnare i veggenti come loro “direttore spirituale”. Il ruolo del francescano appare incontestabile: persino il mariologo p. René Laurentin, che già dal 1983 frequentava Medjugorje, nella sua ricostruzione degli eventi fatta nel libro Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje (Queriniana, 1987) dichiara che p. Tomislav, dopo essersi messo in contatto con i veggenti, “ne diventa il ‘direttore spirituale’ e sarà questo il titolo che manterrà nella parrocchia”. Più avanti, ne Il segreto di Maria e l’avvenire (Edizioni Segno, 1996) conferma, in un capitolo intitolato “Le prime guide di Medjugorje” (p. 37), che Tomislav Vlašic “segnò la grande epoca di Medjugorje”. D’altronde lo stesso Vlašic, in una lettera a Giovanni Paolo II del 1984, si definì come “colui che, attraverso la divina provvidenza, guida i veggenti di Medjugorje".

Nulla di nuovo sotto il sole

Le pesanti accuse mosse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede al francescano esprimono, nella sostanza, quanto già affermato nel corso degli anni dalla gerarchia locale, che aveva fin da subito diffidato del personaggio: il 30 ottobre 1984, l’allora vescovo di Mostar, mons. Pavao Žanic, emanò un documento intitolato "La posizione attuale, non ufficiale, della Curia Vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorje", in cui il francescano veniva definito “mistificatore e mago carismatico”. Per Zanic, d’altronde, da sempre contrario al business di Medjugorje, i giovani veggenti erano impostori o persone plagiate, e le apparizioni null’altro che allucinazioni, un falso. Secondo lui erano stati i francescani, che avevano eretto il santuario, ad istruire i ragazzi perché, aveva spiegato, si trovavano in una situazione di conflitto con il vescovo per una annosa questione di distribuzione delle parrocchie.

Nel 1997, il nuovo vescovo mons. Peric privò Vlašic della facoltà di confessare nel territorio delle diocesi di Mostar-Dubno e di Trebinje-Mrkan.

Nel 1984, infatti, era venuta alla luce la vicenda, risalente al 1976, di una suora croata, Manda Kozul, o suor Rufina, che viveva a Zagabria, in una comunità religiosa "mista" in cui all’epoca viveva anche Vlašic. La suora era incinta e si era trasferita in Germania per evitare lo scandalo, divenendo la governante di un anziano signore. Nel 1984, il vescovo di Mostar ricevette una lettera della donna, che indicava in Vlašic il padre del bambino. Mons. Zanic si recò personalmente dalla donna, che negò di aver scritto la lettera, ma il datore di lavoro presentò prove inoppugnabili. L’anziano signore, infatti, inoltrò il carteggio rinvenuto nella sua casa tra la donna e Vlašic al card. Ratzinger, che conosceva di persona, il quale a sua volta lo inoltrò a mons. Zanic. Quest'ultimo convocò Vlašic il 12 dicembre 1985, in presenza del provinciale francescano. Il prete si difese così: “La Vergine e la verità basteranno a difendermi". Qualche stralcio del carteggio, riporta Corvaglia, apparve nel volume Medjugorje: the untold story, del giornalista E. Michael Jones, direttore del periodico cattolico statunitense Fidelity: “Riguardo al padre del bambino - scriveva Vlašic alla suora-madre - nessuno ti può costringere a dire il suo nome. Io penso sia meglio dire che tu hai incontrato qualcuno di passaggio che ti ha dato un falso nome e ha detto di volerti sposare. Poi se n'è andato e non si è più fatto sentire e tu eri incinta”. “Se tu lo dici anche ad una sola persona, anche se fosse tua madre o tua sorella - scriveva nei giorni in cui il bambino stava per nascere - l'hai detto a tutto il mondo. E non ne ricevi nessun guadagno, solo problemi. Ma otterrai la benedizione di Dio se mantieni il segreto, perché salvi molte sorelle e fratelli ed il mondo in questi tempi difficili. Sarai davvero come Maria, che accettò il suo personale destino e andò con il suo bambino ovunque dovette, assistita dalla Provvidenza, e il bambino, nonostante le tribolazioni che lei patì, divenne l'origine della massima gloria". E lei, più realista, gli rispondeva: “Non è facile per me sopportare tutto ciò. Mi dici di essere come Maria, ma devo dirti che lei aveva Giuseppe con sé in una terra straniera”. Fu dopo l’emergere di questa vicenda che Vlašic “fuggì” in Italia, dove si dedicò alla fondazione della comunità “Regina della Pace”.

Altra vicenda inquietante è quella che ha per protagonista una stretta collaboratrice di Vlašic in Italia, Stefania Caterina, una sorta di suora laica insieme alla quale il religioso ha tenuto, alla fine degli anni ’90, esercizi spirituali nelle comunità da lui guidate (v. sotto). Si parla di inquietanti esercizi spirituali destinati alla “guarigione delle radici dell’uomo e dell’umanità”, sedute spiritiche in cui venivano evocati “arcidiavoli” ed arcangeli, conversazioni con lo Spirito Santo, Gesù e così via, il tutto impacchettato in una sorta di ideologia New Age (sr. Stefania Caterina ha anche scritto un libro, Oltre la grande barriera (Luci dell’Esodo, 2008), in cui si parla di flotte interplanetarie e ufo). Nel febbraio 2007 il vescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha allontanato dalla “filiale” abruzzese della comunità “Regina della Pace”, con un provvedimento disciplinare, padre Vlašic e Stefania Caterina, rigettandone le "rivelazioni".

“Sponsorizzato” dalla Madonna

Che p. Vlašic abbia cercato in ogni modo di farsi “legittimare” da un’autorità soprannaturale come direttore spirituale dei veggenti, esercitando dunque un pesante condizionamento sui veggenti, emerge anche dai diversi messaggi in cui la Madonna avrebbe fatto fin da subito riferimento a lui.

Risalirebbe al 6 ottobre 1981, ad esempio, secondo i sei veggenti, l’investitura ufficiale del religioso: “Padre Tomislav deve cominciare con il gruppo di preghiera. È necessario. Padre Tomislav deve pregare con fervore” (R. Laurentin, Corpus Chronologique des Messages, Oeil, 1988, pag. 157). “Ringraziate tanto padre Tomislav – avrebbe poi detto il 28 febbraio 1982, secondo quanto si legge sul diario della veggente Vicka Ivankovic – perché vi guida così bene”.

In ogni caso, le dimostrazioni di favore da parte della Madonna nei messaggi delle apparizioni non si contano.

Però poi il meccanismo si inceppa. Nel 1988 Vlašic scrisse una lettera aperta - che poi diventò un opuscolo intitolato Una chiamata nell’anno mariano, pubblicato in diverse lingue - in cui annunciava la fondazione della nuova comunità da lui guidata (“Regina della Pace – Tutti tuoi, tramite Maria a Gesù”, con sede a Parma; chiusa poi dal vescovo di Parma mons. Benito Cocchi, venne riaperta nella forma di associazione privata di fedeli con quattro sedi in Italia). Tale comunità, a suo dire, era voluta espressamente dalla Madonna. Una delle veggenti, infatti, Marija Pavlovic, il 21 aprile 1987 dichiarò – e scrisse nel medesimo opuscolo – che la Madonna, in una delle apparizioni, l’anno precedente, su domanda esplicita aveva confermato che si trattava di un suo progetto: “Questo è un piano di Dio”, avrebbe detto a Marija la Madonna. Poi accadde qualcosa di imprevisto: tre mesi dopo, nel luglio dello stesso anno, il 1987, in seguito, forse, ad una insidiosa intervista a Vlašic in cui gli veniva attribuita una scabrosa vicenda, Marija ritratta tutto in un comunicato in italiano e in croato, integralmente riportato dalla Curia di Mostar. “Dichiaro – vi scrisse tra le altre cose – di non aver mai chiesto alla Madonna nessuna conferma per questa Opera”; “di non aver mai dalla Madonna ricevuto né dato a p. Tomislav né a qualsiasi altra persona, una tale conferma e approvazione da parte della Madonna”; “la mia prima testimonianza - aggiungeva, riferendosi a quanto da lei affermato nell’opuscolo - non corrisponde a verità. Personalmente non avevo alcun desiderio di rilasciare alcuna dichiarazione scritta. p. Tomislav V. mi ha consigliato, insistendo parecchie volte, di scrivere, in qualità di veggente, una testimonianza aspettata dal mondo”. (ludovica eugenio)

domenica 5 ottobre 2008

ES.TERNI ESTERNATI INTERNI




Si è svolto un festival di teatro, teatro d'avanguardia...un evento importante con notevole partecipazione di pubblico. Personalmente non apprezzo molto questo genere, ma è un mio limite, e d'altra parte il teatro classico di prosa non è che abbia saputo proporre grandi innovazioni. Infatti l'accusa che di solito gli viene rivolta da chi fa teatro d'avanguardia è di essere autoreferenziale, di continuare a mettere in scena sempre le stesse cose: Pirandello, Goldoni, ecc... La sperimentazione teatrale quindi te l'aspetti in continua trasformazione, innovazione, ecc... Ora l'ultimo spettacolo del suddetto festival era una performance artistica di una compagnia slovena, VIVA VERDI. Ed è scoppiato un putiferio, perchè all'acme della rappresentazione alcuni attori, completamente nudi, hanno esternato le loro deiezioni, e vomitato, sul palcoscenico... Sinceramente non ho capito se lo scandalo era dato dal fatto che a) fossero nudi; b) abbiano fatto i loro bisogni; c) li abbiano fatti in palcoscenico e quindi chi li sente quelli delle pulizie?!
Anch'io mi sono scandalizzata, pur non avendo assistito alla performance, si perchè se deve essere teatro d'avanguardia che si rinnova, non si possono presentare cose vecchie e già viste, certe provocazioni avvenivano nel teatro delle cantine degli anni '60/'70. Insomma è un pò come il teatro di prosa che ripropone l'ennesimo "Arlecchino servitore di due padroni"!

Però ammetto di avere un pò di invidia, si perchè io da sempre, avendo problemi di dissenteria, le rare volte che la faccio dura sono così soddisfatta che vorrei ricevere un applauso...l'idea che accada a qualcun altro, oltretutto pagato, un pò mi dispiace.

mercoledì 1 ottobre 2008

CI SONO COSE CHE NON CAPISCO 2


...sabato scorso sono stata alla messa di ordinazione diaconale di un caro amico, giovane che si sta formando in seminario, studiando teologia e prestando servizio presso una parrocchia della città. Insieme con lui è stato ordinato anche "Giorgio" della comunità dei ricostruttori della preghiera, senza mai essere stato in seminario, senza aver mai studiato teologia. Il suo superiore nel presentarlo ha detto "è una vocazione adulta, è entrato in comunità e ha chiesto di diventare diacono (N.B. come tappa intermedia per diventare sacerdote) e noi lo abbiamo ritenuto idoneo..." Ora io non capisco come si possa avere una tale disparità di trattamento, anche perchè se leggete qui e qui, magari qualche dubbio in più circa la reale appartenenza alla Chiesa Cattolica di questa congregazione vi viene anche a voi. E la domanda è perchè il Vescovo di una diocesi, sicuramente a conoscenza del tipo di spiritualità, e soprattutto della scarsa coerenza rispetto alla dottrina ufficiale del Magistero, accetta di ordinare diaconi e sacerdoti senza farli studiare, senza che abbiano un minimo di preparazione pastorale???
...qualche malpensante arriva a dire che i vescovi che agiscono così sono quelli che essendo a loro volta fondatori di un movimento, ne hanno sempre ordinati sacerdoti membri del loro movimento senza fargli fare neanche un giorno di seminario...ma io non ci credo e spero che qualcuno sappia darmi spiegazioni...