sabato 26 aprile 2008

giovedì 24 aprile 2008

LA RELIGIONE DEL CORPO IL CORPO DELLA RELIGIONE



Il cattolicesimo è una religione materialista, nel senso che non perde mai il contatto con la materia, con i corpi e la carne. Del suo fondatore sappiamo che mangiava e beveva, probabilmente danzava (basta pensare alle nozze di Cana). Il suo primo miracolo, la trasformazione dell'acqua in vino, rivela una grande attenzione a necessità anche non propriamente vitali. Voglio dire un conto guarire un paralitico, un conto aiutare gli sposi a salvare la faccia perchè non hanno più vino per gli ospiti.

E' una religione il cattolicesimo il cui rito principale, detto proprio "banchetto eucaristico" non è altro che l'astrazione simbolica della cena pasquale ebraica. E noi cattolici ci nutriamo ogni volta del corpo di Cristo.

Dunque i corpi in questo contesto assumono un significato rilevante. A maggior ragione i corpi dei Santi, che sono indicati come esempi e campioni di questa fede. E' il contatto con il loro corpo diretto o attraverso le reliquie che realizza la guarigione miracolosa, il corpo defunto ha in sè energia tale per guarire e sanare malattie fisiche e dello spirito...

L'esposizione dei corpi dei santi è elemento indispensabile per realizzare pienamente la speranza dei fedeli di essere guariti, curati, esauditi.

San Pio da Pietralcina ora intercederà ancora di più presso Dio realizzando molti più miracoli, di quanti ne siano stati attribuiti fino ad ora alla sua intercessione.

Tutto questo appartiene alla nostra cultura, al nostro sistema di pensiero e non ci si può rinunciare in nome di una razionalità e di una scienza incapaci di comprendere i meccanismi immateriali che sconvolgono la materia viva.

mercoledì 23 aprile 2008

LE RAGIONI DEL SILENZIO (cerco lavoro)


Ultimamente ho trascurato parecchio questo blog, eppure di argomenti su cui scrivere ce ne sono ...cavoli, non ho messo giù neanche una riga su questi risultati elettorali! in compenso ho avuto il privilegio di un serrato confronto (ramanzina l'ha chiamato lei) con la mia prof che mi ha individuato quale causa della disfatta della sinistra, perchè ho scelto di non votare. Ovviamente la mia prof è molto più intelligente di quanto possa apparire in questa sintesi del suo pensiero, ma l'iperbole mi serviva per giustificare il mio senso di smarrimento...insomma uno rischia di sentirsi un pò come lo scoiattolo dell'era glaciale che all'inizio del film provoca la catastrofe...


Insomma sono stanca e sfiduciata, o forse più semplicemente stronza e snob! perchè alla fine per stare meglio mi basterebbe un lavoro vero e stabilità anche su altri fronti. Perchè una a quarantacinque anni comincia a farsi venire i sudori freddi pensando a come potrà essere il suo futuro da qui a dieci, quindici anni, se non ci saranno svolte decisive.

Certo una svolta potrebbe essere quella della scelta claustrale, tanto la differenza non sarebbe così rilevante, l'unico grande ostacolo forse insormontabile, è che io non porto le gonne!


giovedì 17 aprile 2008

OLIMPIADI 2008? NO TV!!!


Create Your Glitter Text



Ho una proposta da fare, sperando che in molti aderiscano e aiutino a diffonderla, infatti potremo contare solo sulla potenza del web.
Visto che le Olimpiadi alla Cina non dovevano neanche assegnarle, visto che nessuno se la sente di boicottarle (non fosse mai che poi i dirigenti cinesi si decidessero a chiuderci il mercato!?), visto che non si può pretendere che siano gli atleti a decidere di non andare a Pechino, allora facciamo che nessuno le guarda in TV!
Se diffondiamo il messaggio, magari inventando uno slogan e un widget da inserire nei vari blog, potremmo riuscire a creare una azione di disturbo e comunque saremmo coerenti con le nostre idee!!!
OLIMPIADI 2008? NO TV!!!

mercoledì 2 aprile 2008

YAEL NAIM-NEW SOUL I'm addict!!!!!!!!!




I'm a new soul I came to this strange world hoping I could learn a bit about how to give and take.
But since I came here felt the joy and the fear finding myself making every possible mistake

la-la-la-la-la-la-la-la...

I'm a young soul in this very strange world hoping I could learn a bit bout what is true and fake.
But why all this hate? Try to communicate finding trust and love is not always easy to make.

la-la-la-la-la-la-la-la...

This is a happy end cause' you don't understand everything you have done why's everything so wrong

this is a happy end come and give me your hand I'll take your far away.

[Refrain]:
I'm a new soul I came to this strange world hoping I could learn a bit about how to give and take but since I came here felt the joy and the fear finding myself making every possible mistake

la-la-la-la-la-la-la-la...

la-la-la-la-la-la-la-la-la-la....

LA CHIESA CHE CI PIACE



Via Bovisasca gli sgomberi non sono la soluzione

La legalità è sacrosanta. ma l’impressione è che si stia scendendo sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani Allontanare questi disperati, senza pensare a un’alternativa, cosa produce? Perché insieme alla dovuta fermezza non si è vista nessuna forma di assistenza, specie per i più deboli?


01/04/2008Editoriale


Ègiunta all’epilogo la situazione del campo rom abusivo di via Bovisasca. Da una decina di giorni le forze dell’ordine sono state quasi costantemente presenti nei pressi dell’ex area Montedison. Ripetuti e opportuni interventi di demolizione di diverse baracche hanno inizialmente “compattato” il campo, impedendo nuovi arrivi, mandando così un chiaro segnale agli occupanti per indurli a non ritenere definitiva questa situazione. Interventi nell’immediato positivi, che sono serviti anche a costruire una fascia di sicurezza intorno al campo, per evitare provocazioni dall’esterno (che non sono mancate, specie ad opera di qualche esponente politico in cerca di visibilità).Non si spiega invece la logica di quanto sta accadendo dall’alba di stamane, martedì 1 aprile: le forze dell’ordine si sono attivate per sgomberare tutti gli occupanti del campo. Nulla da eccepire sulla necessità dell’intervento: non era sostenibile il protrarsi di questa soluzione. Ma allontanare questi disperati, senza pensare per loro un’alternativa, cosa produce?Presto detto: alcuni nomadi (ma tra loro sono molti i rumeni non rom) hanno tentato di entrare nell’area dimessa in via Colico. Allontanati. Un gruppo più consistente, un centinaio di persone, ha lavorato tutta la mattina ricostruendo i propri miseri cubicoli di assi in via Poretta a Quarto Oggiaro. Tra loro molti giovanotti (rientrati precipitosamente dai cantieri dove lavorano per ricostruire la propria “casa”) ma purtroppo anche donne in avanzato stato di gravidanza, una ventina di bimbi sotto i dieci anni e diversi piccoli al di sotto di un anno. In tarda mattinata le ruspe hanno di nuovo demolito questa ulteriore sistemazione.Ora queste persone (donne incinte e neonati compresi) stanno vagando per la città in cerca di un ulteriore spazio dove costruire un riparo e - probabilmente - attirare nuovamente le ruspe per l’ennesima demolizione. Perché insieme alla dovuta fermezza non si è vista nessuna forma di assistenza elementare per loro, specie per i più deboli tra i disperati?La legalità è sacrosanta: ma l’impressione è che qui si stia scendendo abbondantemente sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani che imporrebbero, insieme allo schieramento delle forze dell’ordine in atteggiamento antisommossa, qualche tanica d’acqua, del latte per i più piccoli, un presidio medico, qualche soluzione alternativa per i bambini, i malati e le donne in gravidanza.Ci sono delle persone non in regola con la legge: occorre che la legalità prevalga nei loro confronti. Ma non si possono confondere i nomadi e i migranti che lavorano, con i delinquenti, oppure gli irregolari con chi è in possesso di regolare permesso di soggiorno. La maggioranza di loro lavora, tanti con un regolare contratto. Molti giovani uomini faticano nell’edilizia e in società attive dentro gli spazi della Fiera: 10 ore di lavoro al giorno, per sei giorni la settimana, per 800 euro al mese.Una domanda allora si impone: a Milano questi immigrati servono o danno fastidio? Sappiamo che non stanno a Milano per turismo o per svago. La maggioranza di loro è qui per poter lavorare. Sanno che del loro lavoro Milano ha necessità. Cosa ne sarebbe infatti dell’imprenditoria ambrosiana e lombarda senza la manovalanza a bassissimo costo che rumeni (e non solo) offrono?Non si vede traccia di un progetto a lungo respiro, di un piano condiviso: nessuno da solo può risolvere questa emergenza. Il volontariato da solo non riesce più a far fronte alla situazione. Don Colmegna e la Casa della Carità non possono farsi carico di altri ospiti, sono oltre le loro capacità ricettive. Non possono risolvere il problema da soli le forze dell’ordine (non è soltanto una questione di ordine pubblico), non è compito solo della politica e degli amministratori. Per uscire dall’emergenza e dalla logica dell’occupazione, dello sgombero, dell’ulteriore occupazione occorrono scelte condivise tra tutti gli attori prima citati e una progettazione a lungo termine.Ricordava l’Arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, nell’ultimo discorso alla vigilia della festa di S. Ambrogio: «Le attività della Caritas diocesana, della Casa della Carità, delle altre associazioni e gruppi di volontariato da sempre sono indirizzate a sviluppare percorsi di integrazione avvicinando le persone, cercando per loro un lavoro dignitoso e onesto, accompagnando e inserendo i bambini nelle scuole. Ma questa disponibilità operativa e tante volte faticosa ha bisogno di un maggior dialogo con le istituzioni, chiede di sentire le istituzioni alleate, ancora più presenti, autorevoli, capaci di far rispettare le leggi e solidali nel combattere la miseria».È urgente la costituzione di un luogo istituzionale nel quale valutare come governare il problema. Così come è urgente tutelare i minori. Come il Tribunale dei minori può confermare, l’intervento a questo proposito delle Amministrazioni locali non è facoltativo ma obbligatorio.C’è da augurarsi che il clamore e i festeggiamenti per la grande opportunità conquistata con l’Expo 2015 non diventino il paravento e il pretesto per nascondere o spostare un metro più in là, i drammi di questa città.