lunedì 17 marzo 2008
venerdì 14 marzo 2008
ISTANZA DI MATRIMONIO PER PIER SILVIO BERLUSCONI
sabato 8 marzo 2008
DELL'8 MARZO DELLE DONNE DELL'ABORTO
Da Pier Paolo Pasolini Il coito, l’aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti in “Scritti Corsari” Garzanti 1975 - Articolo apparso sul Corriere della sera del 19 gennaio 1975, con il titolo “Sono contro l’aborto”"[...]L’aborto legalizzato è infatti – su questo non c’è dubbio – una enorme
comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il
coito – l’accoppiamento eterosessuale – a cui non ci sarebbero più praticamente
ostacoli. Ma questa libertà del coito della “coppia” così com’è concepita dalla
maggioranza – questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi – da chi è
stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata e tacitamente fatta entrare, in
modo ormai irreversibile, nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo
fascismo. Esso si è impadronito dalle esigenze di libertà, diciamo così,
liberali e progressiste e, facendole sue, le ha vanificate, ha cambiato la loro
natura.Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione,
un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica
irrinunciabile della qualità della vita del consumatore. Insomma, la falsa
liberazione del benessere, ha creato una situazione altrettanto e forse più
insana che quella dei tempi della povertà. Infatti: primo: risultato di una
libertà sessuale dal potere è una vera e propria generale nevrosi. La facilità
ha creato l’ossessione; perché è una facilità e imposta, derivante dal fatto che
la tolleranza del potere riguarda unicamente l’esigenza sessuale espressa dal
conformismo della maggioranza.Protegge unicamente la coppia (non solo,
naturalmente, matrimoniale): la coppia ha finito dunque col diventare una
condizione parossistica, anziché diventare segno di libertà e felicità (com’era
nelle speranze democratiche). Secondo: tutto ciò che sessualmente è “diverso” è
invece ignorato e respinto. Con una violenza pari solo a quella dei lager
(nessuno ricorda mai, naturalmente, che i sessualmente diversi son finiti là
dentro). È vero; a parole il nuovo potere estende la sua falsa tolleranza anche
alle minoranze. Non è magari da escludere che, prima o poi, alla televisione se
ne parli pubblicamente. Del resto le “élites” sono molto più tolleranti verso le
minoranze sessuali che un tempo, e certo sinceramente (anche perché ciò
gratifica le loro coscienze). In compenso l’enorme maggioranza (la massa:
cinquanta milioni di italiani) è divenuta di una intolleranza così rozza,
violenta e infame, come non è certo mai successo nella storia italiana. Si è
avuto in questi anni , antropologicamente, un enorme fenomeno di abiura: il
popolo italiano, insieme alla povertà, non vuole neanche più ricordare la sua
“reale” tolleranza: esso, cioè, non vuole più ricordare i due fenomeni che hanno
meglio caratterizzato la sua storia. Quella storia che il nuovo potere vuole
finita per sempre. È questa stessa massa (pronta al ricatto, al pestaggio, al
linciaggio delle minoranze) che, per decisione del potere, sta ormai passando
sopra la vecchia convenzione clerico-fascista ed è disposta ad accettare la
legalizzazione dell’aborto e quindi l’abolizione di ogni ostacolo nel rapporto
della coppia consacrata.Ora, tutti, dai Radicali a Fanfani (che stavolta,
precedendo abilmente Andreotti, sta gettando le basi di una sia pur
prudentissima abiura teologica, in barba al Vaticano), tutti, dico, quando
parlano dell’aborto, omettono di parlare di ciò che logicamente lo precede, cioè
il coito.Omissione estremamente significativa. Il coito – con tutta la
permissività del mondo – continua a restare tabù, è chiaro. Ma per quanto
riguarda i radicali la cosa non si spiega certamente col tabù: essa indica
invece l’omissione di un sincero, rigoroso e completo esame politico. Infatti il
coito è politico. Dunque non si può parlare politicamente in concreto
dell’aborto, senza considerare come politico il coito. Non si possono vedere i
segni di una condizione sociale e politica nell’aborto (o nella nascita di nuovi
figli ) senza veder gli stessi segni anche nel suo immediato precedente, anzi,
“nella sua causa”, cioè nel coito.Ora il coito di oggi sta diventando,
politicamente, molto diverso da quello di ieri. Il contesto politico di oggi è
già quello della tolleranza (e quindi il coito è un obbligo sociale) mentre il
contesto politico del matrimonio di ieri era la repressività (e quindi il coito,
al di fuori del matrimonio, era scandalo). Ecco dunque un primo errore di
“Realpolitik”, di compromesso col buon senso, che io ravviso nell’azione dei
radicali e dei progressisti nella loro lotta per la legalizzazione dell’aborto.
Essi isolano il problema dell’aborto, coi suoi specifici dati di fatto, e perciò
ne danno un’ottica deformata: quella che fa loro comodo (in buonafede, su questo
sarebbe folle discutere).[…]"