lunedì 31 dicembre 2007
L'ANNO CHE VERRA'....
lunedì 24 dicembre 2007
LA LOBBY GAY CHE NON VUOLE CURARSI
24/12/2007 (7:39) - IL CASO: Si finge gay, lo curano come se fosse malato
GIACOMO GALEAZZI
ROMAUna rete di terapisti cattolici per «guarire l’omosessualità». Un giornalista di «Liberazione», organo di stampa di Rifondazione comunista, ha finto di essere gay e si è prestato alla «cura» di un gruppo cattolico, portando alla luce un network «ad hoc» di studi specialistici e associazioni ecclesiali. Sei mesi per «curare» la sua omosessualità attraverso un percorso a tappe: prima l’incontro con un sacerdote, poi il passaggio all’équipe del presidente degli psicologi e psichiatri cattolici, Tonino Cantelmi, luminare di psicologia della Pontificia Università Gregoriana, quindi un test di seicento domande e infine la «terapia riparativa».Il circuito italiano di «taumaturghi del sesso deviato» è strutturato sul modello dei gruppi cattolici che seguono l’insegnamento e la pratica di Joseph Nicolosi, uno psicologo clinico che vanta centinaia di casi di «gay trattati». In particolare, i Legionari di Cristo sostengono di riuscire a curare l’omosessualità attraverso la confessione e la preghiera. Il cronista di «Liberazione» si è infiltrato raccontando ad un giovane prete di aver avuto rapporti omosessuali nell’adolescenza e dopo il matrimonio. Ed è stato sottoposto a «pseudo terapie di guarigione dall’omosessualità ampiamente contestate dalla comunità scientifica internazionale». L’inchiesta di «Liberazione» ha spinto il presidente dell’Arcigay, Aurelio Mancuso, a chiedere l’intervento dell’Ordine nazionale degli Psicologi e del ministro alla Salute, Livia Turco. «Emerge un quadro allarmante con figure di primo piano coinvolte nell’applicazione di pseudo-terapie di guarigione dall’omosessualità che derivano da teorie imbevute di pregiudizi e luoghi comuni - protesta Mancuso -. Dal 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità considera l’omosessualità una variante naturale della sessualità e non più una malattia mentale. In mano agli psicologi cattolici reazionari sono finiti molti adolescenti minorenni, portati dai propri genitori e quindi forzati a curarsi da una patologia inesistente. Deve intervenire immediatamente la Turco affinché cessino queste pericolose pratiche di condizionamento sulle persone». Secondo la denuncia dell’Arcigay, «nelle parrocchie e in altri ambiti ecclesiastici viene propagandata la cura dell’omosessualità, senza che alcuna autorità preposta agisca contro pratiche altamente lesive della dignità degli omosessuali. E’ un fatto gravissimo che in tutto il paese imperversino simili gruppi di psicologi o sanitari cattolici». A difesa dei terapisti cattolici interviene Paola Binetti, senatrice teodem del Pd, numeraria dell’Opus Dei e neuropsichiatra. «Cantelmi svolge un lavoro eccellente - afferma -. Fino agli Anni Ottanta nei principali testi scientifici mondiali l’omosessualità era classificata come patologia, poi la lobby degli omosessuali è riuscita a farla cancellare. Ma le evidenze cliniche dimostrano il contrario». Per esperienza personale, la sua collega di partito, Paola Concia, assicura che le cose non stanno così: «Sono stata in terapia sette anni ma non per “guarire” dalla mia omosessualità, bensì per accettarla ed ora vivo benissimo. E’ ridicolo che la Chiesa si presti a queste pantomime, che colpevolizzano e danneggiano soprattutto i giovani ostacolando la loro presa di coscienza». Nessuno obbliga i gay a rivolgersi ai terapisti cattolici, ribatte Mauro Fabris (Udeur). «È tutta un’odiosa mistificazione per accusare la Chiesa di omofobia».
Di Queerboy (del 30/06/2007 @ 11:03:06, in Salute)
Ultimamente tre di questi esponenti della riconversione hanno fatto pubblica ammenda, prendendo le distanze da Exodus stesso e chiedendo scusa a tutti i gay e le lesbiche per il danno provocato negli anni della loro militanza.La conferenza stampa, in più, si è tenuta in un momento particolare dell'associazione, proprio mentre Exodus tiene la propria conferenza annuale di guariti.
Alla conferenza stampa nella quale è stato presentato il loro comunicato i tre ex "guaritori" hanno detto di aver visto non pochi casi di persone che hanno cercato (ovviamente) inutilmente di cambiare il loro orientamentro sessuale e che, fallendo, hanno finito per cadere in un vortice di serie depressioni che hanno portato fino al suicidio i malcapitati.
I tre hanno chiesto pubblicamente scusa per le "false verità" che hanno diffuso, se pur in buona fede, e hanno invitato gli altri che hanno abbandonato tali organizzazioni di unirsi al loro appello, affinché i pastori ancora coinvolti in questi programmi "considerino gli effetti a lungo termine del loro ministero".
Nel comunicato ufficiale Michael Bussee (co-fondatore di Exodus), Darlene Bogle e Jeremy Marks (ex presidente di Exodus in Europa) chiedono scusa
"a quegli individui e a quelle famiglie che hanno creduto al messaggio che c’è qualcosa di intrinsecamente sbagliato nell’essere gay, lesbica, bisessuale e transgender.
Alcuni che hanno udito il nostro messaggio sono stati spinti a cercare di cambiare una parte integrante di loro stessi, causando danno a se stessi e alle proprie famiglie. Sebbene agissimo in buona fede abbiamo da allora visto l’isolamento, la vergogna, la paura e la perdita di fede che questi messaggi creano.
L’amore e il perdono di Dio certamente cambiano le persone, ha cambiato anche me, solo che non mi ha fatto diventare etero."
Jeremy Marks, ora a capo gruppo di credenti omosessuali in Gran Bretagna ha aggiunto che
"siamo ancora cristiani devoti, ma siamo ancora gay".
domenica 23 dicembre 2007
DIO è MORTO E DUE PAPI?
mercoledì 19 dicembre 2007
DIETA SPOT THAILANDESE
Sono a dieta ferrea da due mesi...e questo spot mi è sembrato molto adatto...
sabato 15 dicembre 2007
Amputazioni
venerdì 7 dicembre 2007
SATIRA ANTROPOLOGICA
dedicato a tutti quelli (anche io)che vanno in Salento alla ricerca delle proprie radici...
giovedì 6 dicembre 2007
RE BHUMIPOL COMPIE 80 ANNI CHAI YO!
"La fotografia che è in tutte le case"
Il re che suona il suo jazz con Benny Goodmann
Photos and live music by Benny Goodman about the great king of Thailand.we love him and we want to let you know.
more about king go to http://www.bangkokpost.net/king/
By nikornplay (less)
domenica 2 dicembre 2007
LETTERA AI SAVOIA...MITICA LITTIZZETTO
Capolavoro della Ars Comica, al pari della lettera di Totò e Peppino alla Malafemmina!
domenica 25 novembre 2007
THAI LOY KRATHONG
La traduzione della canzone che accompagna tutta la festa:
November full moon shines
Loy Krathong Loy Krathong
And the wryer high in the golden river
And the klongs
Loy Loy Krathong Loy Loy Krathong
Loy Krathong each year
Everybody full of cheer
We're together at the klong
Each one with krathong
As we put away we pray
We'll have a better day...
SOSTENERE SING
mercoledì 21 novembre 2007
SAVOIA...QUELLA VOLTA CHE I TERNANI LI CACCIARONO
Verso sera arrivarono a Terni il Re Vittorio Emanuele e sua moglie. In ospedale nessuno si fece avanti per accoglierli, nessuno degli operatori sanitari li degnò di uno sguardo..., lungo via I Maggio vennero fatti oggetto di insulti e di lancio di ortaggi, a Porta Santangelo tirarono loro addosso dell'acqua, chiedendogli se fossero venuti a vedere le disgrazie degli altri!
Non risulta che nessun ternano sia stato arrestato con l'accusa di lesa maestà!
Questo episodio minore della storia della città di Terni mi è venuto in mente nell'apprendere la notizia della richiesta di risarcimento danni presentata dai due eredi maschi di casa Savoia, soprattutto ascoltando l'intervista rilasciata da Emanuele Filiberto. I danni subiti sarebbero che è stato costretto a studiare in Svizzera e quindi ora parla con l'accento svizzero...e quando l'intervistatore gli ha chiesto se non gli sembrava esagerata la cifra pretesa, il Savoia ha risposto che possiamo star sicuri che sarebbero ben spesi.
Io sono sempre stata contrarissima all'idea di far rientrare Vittorio Emanuele, non perchè lo ritenessi pericoloso per la Repubblica, ma perchè pensavo fosse una persona ignobile, per aver ucciso quel povero ragazzo tedesco e per non aver mai voluto ammettere la sua responsabilità. Poi le ultime vicende di cronaca hanno confermato che razza di persona sia. Il figlio i danni dovrebbe chiederli al padre caso mai, se è così decerebrato sarà mica colpa nostra?
Se poi proprio dovevamo fare i buoni e farli rientrare dovevamo almeno proibirgli di rilasciare interviste ad ogni piè sospinto...
Ma quello che più mi fa imbestialire quando dalla TV non si riesce a scampare da qualche loro dichiarazione è l'atteggiamento dei nostri pseudo-giornalisti, che non omettono mai di rivolgersi loro usando il titolo di Altezza o Principe...ma de che? Se c'hanno la laurea li potrai chiamare dottore, ma basta co' sti titoli!
Allora tornando a quanto raccontato all'inizio di questo post, ho una modesta proposta: Emanuele Filiberto ha una casa in alta Umbria, suo padre vive a Roma...insomma ogni tanto passeranno pure loro sulla E45 o sul raccordo Terni Orte, mettete da parte le verdure avanzate, preparate i secchi con l'acqua e facciamo rivivere loro la calda accoglienza del popolo ternano del '43!
giovedì 15 novembre 2007
MA NON ERA SOLO CRONACA NERA?
mercoledì 14 novembre 2007
CAPITA
sabato 3 novembre 2007
VI FACCIO UN REGALO
Ascoltatela per intero è la voce di un angelo, che ci crediate o no!
venerdì 2 novembre 2007
Scusate l'assenza
domenica 28 ottobre 2007
III EDIZIONE DEL FILMFESTIVALPOPOLIERELIGIONI
Si svolgerà dal 4 all’11 novembre a Terni la terza edizione del filmfestival popoli e religioni “Cielo e Terra” ideato dal vescovo di Terni Vincenzo Paglia, presidente della commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e organizzato dall’Istituto di studi teologici e storico-sociali di Terni in collaborazione con il Comune di Terni, il sostegno del Ministero della cultura e la società Arcus e il patrocinio della Pontificia commissione per la cultura.
Nato con l’obiettivo di utilizzare l’arte e il cinema come strumento di dialogo tra popoli e religioni, il festival si aprirà domenica 4 novembre nel segno della solidarietà al popolo birmano con la partecipazione del presidente dei buddisti italiani Giorgio Raspa e Maria Grazia Cucinotta nelle vesti di madrina d’eccezione.
Tanti gli ospiti e gli eventi in cartellone: dal premio alla carriera a Franco Battiato, che martedì 6 novembre presenta il suo terzo film Niente è come sembra alla presentazione – mercoledì 7 novembre - di Il sole nero di Krzysztof Zanussi, girato proprio a Terni nel 2006.
Un’intera giornata - quella di giovedì 8 novembre - sarà dedicata alle grandi vie di pellegrinaggio: il Cammino di Santiago e la Via Francigena, con la presentazione del volume di poesie di Angela Chermaddi, il cineforum su “La via lattea” di Luis Bunuel e il reading-concerto di Enrico Brizzi e Numero 6 dedicato a Il pellegrino dalle braccia di inchiostro, il nuovo romanzo dell’autore di Jack Frusciante è uscito dal gruppo.
Tra le anteprime proposte dal festival, quella di 7 chilometri da Gerusalemme di Claudio Malaponti (che racconta l’incontro sulla strada di Emmaus tra un cinico pubblicitario e un sedicente Gesù Cristo, presentato martedì 6 novembre alla presenza del regista e del cast) e “Il giorno. La notte. Poi l’alba” di Paolo Bianchini, film dedicato al rapporto – nel segno della pace e del dialogo con l’islam – tra l’imperatore Federico II e san Francesco, che vede Francesco Salvi negli inediti panni del santo di Assisi.
Il comico di Luino incontrerà il pubblico venerdì 9 novembre insieme al regista e agli altri attori del film: Giulio Brunetti, Enrico Loverso e Giorgio Cantarini, ex bambino prodigio di “La vita è bella”.
Prima della proiezione del film, regista e cast si confronteranno con quelli della fiction “Chiara e Francesco”, andata in onda recentemente su Rai Uno in un dibattito che farà seguito a quello che l’anno scorso vide protagonisti Liliana Cavani e Krzysztof Zanussi.
Tra gli ospiti attesi anche Raz Degan, che sabato 10 novembre parlerà della sua esperienza sul set di I cento chiodi di Ermanno Olmi.
Attesi anche Maria Angela Falà, presidente dell’Unione Buddista Europea, Giuseppe Laras, Rabbino emerito di Milano e Yahah Pallavicini, vicepresidente del Coreis,
Il festival si chiuderà domenica 11 novembre con un focus dedicato all’America Latina: al continente scoperto da Colombo sarà reso omaggio con proiezioni di film (tra questi Alma Mater di Alvaro Buela e Sem Terra di Pasquale Scimeca), degustazioni di prodotti tipici, un concerto di musica argentina e uno spettacolo folkloristico peruviano.
Ad aprire il pomeriggio di domenica un tributo a Oscar Romero, il vescovo di San Salvador ucciso nel 1980 dagli squadroni della morte del regime, del quale è in corso il processo di canonizzazione che vede proprio monsignor Paglia come postulatore.
Romero sarà ricordato attraverso il film di John Duigan interpretato da Roul Joulia e la testimonianza di André Gutierrez, che vide morire davanti ai suoi occhi l’arcivescovo, colpito al cuore mentre celebrava la messa.
La terza edizione del festival "Cielo e Terra" ospiterà anche una sorta di “stati generali” del festival cinematografici umbri, con una riunione che si svolgerà a Papigno lunedì 5 novembre alle ore 11 che avrà come obiettivo la costituzione di un’associazione che riunisca tutte le rassegne cinematografiche organizzate in Umbria.
giovedì 25 ottobre 2007
FONTANE ROSSE
quello che non capisco è perchè se uno colora di rosso la fontana di Trevi compie un atto vandalico, mentre se la LILT colora di rosso/rosa una fontana a Terni fa campagna di sensibilizzazione per la prevenzione del tumore al seno...
Fin dal primo momento ho pensato all'anilina a Fontana di Trevi come uno dei più belli capovalori d'arte moderna...
sabato 20 ottobre 2007
SADOMASO E CRISTIANESIMO
mercoledì 10 ottobre 2007
Ladies, Gentlemen and Undecided
giovedì 4 ottobre 2007
Una firma per la democrazia in Birmania
giovedì 27 settembre 2007
La repressione blasfema dei militari birmani
martedì 25 settembre 2007
Allarme tsunami per i generali
Quelli che aspettano il filmfestivalpopoliereligioni
terza edizione
terni dal 4 all’11 novembre ‘07
ottobre
anteprime
film festivalpopoli e religioni
Giovedì 11 ottobre ore 16.00
“Il cinema e gli sguardi cristologici:
problemi intersemiotici”
intervengono:
Dario Edoardo Viganò Direttore Ente dello Spettacolo
Francesco Bono Università degli Studi di Perugia
Aula video Facoltà Scienze della Formazione
via Luigi Casale, 5/7 Maratta (Terni)
Giovedì 18 ottobre ore 16.00
proiezione:
"Central do Brasil" di Walter Salles
al termine tavola rotonda:
“Giustizia e solidarietà in America Latina”
presiede:
Margherita Raveraira Università degli Studi di Perugia
intervengono:
Marcelo Barros Teologo brasiliano
Maria Gabriella Belgiorno Università degli Studi di Perugia
Fiorella Giacalone Università degli Studi di Perugia
Natalia Biffi Studiosa colombiana
coordina:
Monica Ceccarelli
Aula 1 Facoltà Scienze Politiche
via Papa Zaccaria, 8 (ex convento San Valentino - Terni)
ISTESS
Cenacolo San Marco - Via del Leone, 12 - Terni
tel 0744/424786 fax 0744/437336
info@filmfestivalpopoliereligioni.it
domenica 23 settembre 2007
PER NON DIMENTICARE
Traduzione in inglese:
Wipe Your Tears Andaman
Never a thought, could not imagine. No chance to prepare.
Overcast skies, trembling earth.
Never experienced, never seen. Never given it a thought.
What is a Tsunami? I only know Sasimi.
It came as Death. Swooping in destroying the beach.
It crushed everything into ruins... Tsunami
Never considered, never counted. So many dead bodies.
The earth is crying over the merciless sea.
No matter who, no matter from where. No one was spared.
Against the force of nature, man is just but a grain of sand.
It came as Death. Swooping in destroying the beach.
It crushed everything into ruins... Tsunami
Andaman, heaven on earth
Separation, it must be fate
Andaman, paradise taken by surprise
Bring your support. Wipe your tears Andaman.
Bring your support. Wipe your tears Andaman.
Ooh, ooh, Tsunami
Translation: Guava
Trascrizione in caratteri latini:
sap naam taa andaaman
mai khoei khit mai khoei fan mai than tang tua
thoong faa meut mua phaen din leuan lan san wai
mai khoei phop mai khoei hen mai khoei sonjai
suunaami kheu arai ruujak tae saasimi
man maa dang matjuraat thum thoom soom sai chaai haat
man kwaat thuk sing phinaat suunaami
mai khoei neuk mai khoei nap sap sop maak maai
phaen din ram hai phaen naam yai leuat yen
mai waa khrai mai waa chaat nai mai mii khoo yok wen
thammachaat theu kot keen manut thiap thao met saai
man maa dang matjuraat thum thoom soom sai chaai haat
man kwaat thuk sing phinaat suunaami
andaaman sawan bon look wilai
tong wippayook khrang ying yai
nii kheu chataakam
andaaman sawan mai than triam kaai
lai pai thoe thaan naam jai
sap naam taa andaaman
lai pai thoe thaan naam jai
sap naam taa andaaman
ooi ooi suunaami
Testo in Thai:
ซับน้ำตาอันดามัน
ไม่เคยคิด ไม่เคยฝัน ไม่ทันตั้งตัว
ท้องฟ้ามืดมัว แผ่นดินเลื่อนลั่นสั่นไหว
ไม่เคยพบ ไม่เคยเห็น ไม่เคยสนใจ
ซูนามิ คืออะไร รู้จักแต่ซาซิมิ
มันมาดั่งมัจจุราช ทุ่มโถมโทรมใส่ชายหาด
มันกวาดทุกสิ่งพินาศ... ซูนามิ
ไม่เคยนึก ไม่เคยนับ สรรพศพมากมาย
แผ่นดินร่ำไห้ แผ่นน้ำใยเลือดเย็น
ไม่ว่าใคร ไม่ว่าชาติไหน ไม่มีข้อยกเว้น
ธรรมชาติถือกฎเกณฑ์ มนุษย์เทียบเท่าเม็ดทราย
มันมาดั่งมัจจุราช มันโถมทุ่มใส่ชายหาด
มันกวาดทุกสิ่งพินาศ... ซูนามิ
อันดามัน สวรรค์บนโลกวิไลซ์
ต้องวิปโยคครั้งยิ่งใหญ่
นี่คือชะตากรรม
อันดามัน สวรรค์ไม่ทันเตรียมกาย
ไหลไปเถอะธารน้ำใจ
ซับน้ำตาอันดามัน
ไหลไปเถอะธารน้ำใจ
ซับน้ำตาอันดามัน
โอ๊ย… โอย ซูนามิ
mercoledì 19 settembre 2007
Tradizione tra contemporaneità e verità
Che cosa è più "vero" rappresentare il ciclo coreutico così come ce lo ha raccontato De Martino o le folle che ballano in piazza (anche la techno-pizzica)? Voglio dire che personalmente trovo molto tristi quelle rappresentazioni tipo Quintana di Foligno, Corsa dell'anello di Narni, ecc...per le quali interi paesi si mettono in costume e rappresentano, mettono in scena un rito, una festa, così come era nel '5 o '600... La tradizione, secondo me, è tale quando è contemporanea, ed è trasformata o meglio continuamente formata dalla contemporaneità... Ad esempio in questi ultimi anni ho rivalutato molto l'unica tradizione laica ternana, ovvero la sfilata dei "Carri di Maggio", in origine erano i contadini che dalle campagne venivano in città sui carri trainati dai buoi, addobbati con i tralci delle viti appena potate e portavano ad assaggiare il vino nuovo...poi, con la nascita delle industrie i contadini si sono inurbati... Ma allora anche i carri si sono trasformati e molti erano realizzati dai circoli del dopo lavoro delle fabbriche, con la crisi economica la loro partecipazione è diminuita, ma sono arrivati altri soggetti come le scuole superiori nell'ambito di particolari progetti e prima ancora anche gruppi di teatro di avanguardia. Infine in questi ultimi due anni la partecipazione della comunità indiana, dei precari e degli universitari...ovvero esattamente le nuove realtà che sono inserite nel tessuto cittadino.
La techno è per me inascoltabile, ma inorridisco di più all'idea di dover assistere alla messa in scena di una tarantata e della sua danza terapeutica...
venerdì 14 settembre 2007
Dalla Procura di Terni fuga di notizie...false però! allora che c'azzecca Mastella?
Caso Don Gelmini: presentata oggi
una interpellanza al ministro Clemente Mastella
Una interpellanza al
Guardasigilli, Clemente Mastella, per chiede un'ispezione sulla fuga di notizie
a proposito del caso Don Gelmini.
A presentarla
sono gli onorevoli Carlo Giovanardi (Udc) e Maurizio Gasparri, coordinatori
dell'Intergruppo parlamentare 'Liberta' dalla Droga'.
"In riferimento alle
vicende di don Gelmini e della Comunità Incontro - spiegano i deputati - con
sospetta tempestività si registra, in particolare sul quotidiano 'La Stampa', una costante fuga di notizie, che non può che provenire
dalle strutture investigative di Terni".
"Nello specifico -
sottolineano in una nota congiunta - il quotidiano si è
distinto per affermazioni che non hanno trovato riscontro nella realtà e che
hanno messo in discussione la benemerita opera di don Pierino Gelmini, fondatore
e leader delle Comunità Incontro, da decenni impegnata nella lotta alla droga e
all'emarginazione. Ora, dalla fuga di notizie riguardanti presunti
illeciti, si passa all'accusa nei confronti di persone che sarebbero colpevoli
di respingere le affermazioni lanciate contro di loro".
"Ci si chiede -
concludono Gasparri e Giovanardi - quali siano le ragioni di questo processo
mediatico alimentato da fonti delle quali bisognerebbe accertare la natura e le
finalità. Chiediamo a tal fine quali attività ispettive urgenti intenda disporre
il ministro della Giustizia, per accertare i responsabili di questa fuga di
notizie e della diffusione di fatti che già in molti casi si sono rivelati
assolutamente falsi ed infondati".
Oggi alle
ore 14:21 - (Fonte: Adnkronos)
giovedì 6 settembre 2007
La Madonna di Lourdes a Terni - proprio lei!!!
La Madonna di Lourdes a TerniCon tutto il rispetto per Maria, madre di Gesù, posso esprimere alcune perplessità suscitate dalla lettura del programma?
19/09/2007
In occasione del 150°
anniversario delle apparizioni a Santa Bernadette, la Vergine Maria torna
facendosi peregrina e rinnovando il suo messaggio di pace e di amore.
19
SETTEMBRE 2007 – ORE 18.00
Accoglienza della Vergine di Lourdes
nell’atrio di Palazzo Spada
Seguirà la Processione verso la Cattedrale.
ORE 21.00
In Cattedrale solenne Veglia Mariana preceduta in
P.zza Duomo dalla Processione “Aux Flambeaux”.
20 SETTEMBRE 2007 – ORE
11.00
Arrivo della Vergine all’Ospedale S. Maria di Terni e benedizione
agli ammalati.
ORE 15.00
Accoglienza della Vergine presso la
Parrocchia di S. Maria della Misericordia – Quartiere Bovio.
ORE 21.00
Presente Mons. Vescovo, solenne Veglia Mariana nella costruenda Chiesa
parrocchiale.
21 SETTEMBRE 2007 – ORE 10.00
Sosta della Madonna
Pellegrina presso la Residenza per anziani Tiffany.
ORE 11.00
Accoglienza della Vergine a Narni.
0RE 16.00
S. Messa
per gli ammalati presso l’Ospedale di Narni
ORE 17.30
Congedo
della Vergine che proseguirà alla volta di Spoleto.
martedì 28 agosto 2007
Petizione per salvare Pegah
giovedì 23 agosto 2007
Reale Grandguignol Coronato
martedì 21 agosto 2007
Figli dimenticati e genitori, ma la giustizia è uguale per tutti?
Ora come al solito non posso fare a meno di pensare male: nel primo caso coppia italiana al ristorante, Alghero, Carabinieri si limitano ad una ramanzina; nel secondo caso madre e zia italiane, Forte dei Marmi, shopping in una via esclusiva, rischiano una denuncia; terzo caso genitori ecuadoregni, Genova, Centro Commerciale, immediatamente denunciati... chissà perchè mi puzza di discriminazione e di un comportamento in qualche modo succube nei confronti delle persone considerate per classe e ceto superiori a due immigrati ecuadoregni!
lunedì 13 agosto 2007
sabato 11 agosto 2007
ma questa non è apologia di reato?
"IntervistaVittorio Messori“Il problema? Troppi gay nei
seminari”GIACOMO GALEAZZIROMAVittorio Messori, lei è coautore di Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger: qual è, da ascoltato frequentatore dei Sacri Palazzi, la sua idea sugli scandali sessuali nella Chiesa dopo gli ultimi casi giudiziari di don Gelmini e dei sacerdoti ricattati a Torino?«Un uomo di Chiesa fa del bene e talvolta cade in tentazione? E allora? Se fosse così per don Pierino Gelmini, se ogni tanto avesse toccato qualche ragazzo ma di questi ragazzi ne avesse salvati migliaia, e allora? La Chiesa ha beatificato un prete denunciato a ripetizione perché ai giardini pubblici si mostrava nudo alle mamme. Queste storie sono il riconoscimento della debolezza umana che fa parte della grandezza del Vangelo.
Gesù dice di non essere venuto per i sani, ma per i peccatori. E’ il realismo
della Chiesa: c’è chi non si sa fermare davanti agli spaghetti all’amatriciana,
chi non sa esimersi dal fare il puttaniere e chi, senza averlo cercato, ha
pulsioni omosessuali. E poi su quali basi la giustizia umana santifica
l’omosessualità e demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia
d’età?»La Chiesa non controlla più i sacerdoti?«Nessuno osa più comandare, si
pretende dalla Chiesa il dialogo invece della disciplina. Ci si scandalizza del
sacerdote molestatore, poi però il vescovo diventa un odioso despota se nega
l’ingresso in seminario ad un gay. Ci si indigna dei peccati dei sacerdoti ma se
l’autorità ecclesiastica cerca di imporre le regole scoppia il finimondo e si
grida alla repressione, all’autoritarismo, alla discriminazione. Casi come
quelli esplosi in questi giorni, la Chiesa li ha sempre ricondotti sotto il
proprio controllo. Ma oggi il “vietato vietare” le proibisce di esigere
disciplina al suo interno. La Chiesa ha sempre saputo che seminari e monasteri
attirano omosessuali. Prima era molto attenta a porre barriere all’ingresso e a
sorvegliare la formazione. Chi dimostrava tendenze gay veniva messo fuori. Poi
il no alla discriminazione ha permesso l’ingresso in forze degli omosessuali e
ora la Chiesa paga quell’imprudenza».I suoi sostenitori definiscono don Gelmini un «santo»«Non entro nel caso giudiziario, però è indubbio che nella storia
della Chiesa una sessualità disordinata ha potuto convivere agevolmente con la
santità. Sono legato al segreto richiesto dai Postulatori, ma potrei fare nomi
celebri. Il fondatore di molte istituzioni caritative in Europa è stato
proclamato Beato nonostante le turbe sessuali che per un istinto incoercibile lo
spingevano a compiere atti osceni in luogo pubblico. Non mi scandalizzo, penso
ai drammi umani che ci sono dietro. San Giovanni Calabria era un benefattore
dell’umanità, ma è stato sottoposto a sette elettroshock: da psicopatico grave,
da manicomio».Perché scoppiano adesso questi scandali?«In America è stata
assolta la maggior parte delle diocesi che invece di patteggiare hanno tenuto
duro e sono arrivate in giudizio. Però è innegabile che oggi nella Chiesa la
castità fa problema. Sul piano umano è disumana. Si resta casti solo se si ha
fede salda, fiducia nella vita eterna. Il deficit non organizzativo, ma di fede.
E non si risolve abolendo il celibato ecclesiastico perché l’80% sono casi gay.
Deviazioni sessuali di preti che mettono le mani addosso agli uomini e ai
ragazzini. La caduta della fede e la rivoluzione sessuale accrescono il
problema. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: sono stati eliminati i
controlli per ammettere in seminario pure gli effeminati il cui sogno era stare
in mezzo agli uomini».Le comunità antidroga sono terra di nessuno?«La Chiesa
deve tappare i buchi della società laica. I preti antidroga nessuno li
controlla, sfuggono alla sorveglianza dei vescovi e dei superiori perché
diventano superstar, con i rispettivi supporter politici. E così c’è lo
schieramento dei buoni samaritani di destra e di quelli di sinistra, don Ciotti
contro don Gelmini. I preti di Torino sono finiti nella rete dell’estorsione
perché si è inventato il concetto ipocrita di pedofilia. Così un ricattatore
senza arte né parte campa con la minaccia di far esplodere uno scandalo. Una
volta ricattavano i notai con l’amante, oggi la categoria più esposta è il prete
gay».Un business, come dice Bertone?«Sì. Negli Usa gli avvocati mettono cartelli
per strada: “Vuoi diventare milionario? Manda tuo figlio un anno in seminario e
poi passa da noi”. Le diocesi sono facilmente ricattabili, preferiscono pagare
anche se innocenti. Temono un danno d’immagine. E l’inquinamento riguarda anche
noi. Il politicamente corretto sta prendendo campo anche nel cattolicesimo
italiano. E i risultati si vedono, purtroppo»."
giovedì 9 agosto 2007
di gentilini e della pulizia etnica
"pulizia etnica dei culattoni", poi magari tutti a stracciarsi le vesti se un adolescente turbato nello scoprire la propria sessualità si suicida, ma cosa volete che faccia uno che magari a 15 anni scopre di poter rientrare in una categoria oggetto di pulizia etnica.
c'è un altra cosa che ho trovato insopportabile nella dichiarazione di Gentilini le espressioni: "alla mia comandante dei vigili urbani" e "la mia polizia "; nessuno le ha commentate ma a me sono apparse il sintomo di un delirio di potere, da monarca assoluto...neanche fossero i suoi "bravi"...
sono sempre più convinta che la situazione del nostro paese sia esattamente sovrapponibile alla decadenza degli ultimi tempi dell'Impero Romano...
martedì 7 agosto 2007
di don gelmini, della comunità incontro e del delirio di onnipotenza
la maggior parte di quello che so ha il valore di chiacchiere e non è mai stato lo stile di questo blog, per la parte rimanente ho scritto al Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Barbara Mazzullo e mi sono messa a sua disposizione.
abbiamo sbagliato tutti e tutti ne rispondiamo alla nostra coscienza, che nel mio caso non mi assolve, e per quello che serve è il minimo cercare di aiutare i giudici in questa difficile indagine.
non è mia intenzione aggiungere altro su questo argomento.
lunedì 6 agosto 2007
"[1]Disse ancora ai suoi discepoli: «E' inevitabile che avvengano
scandali, ma guai a colui per cui avvengono [...]"
Luca 17
martedì 31 luglio 2007
lunedì 23 luglio 2007
L'obbedienza non è più una virtù, ma qualcuno non lo sa! Riporto dal sito di Peace Reporter
Italia - 23.7.2007
La fede e le armi
Due sacerdoti scrivono al direttore di Avvenire a proposito di cappellani militari
Pubblichiamo ben volentieri la lettera aperta che Don Renato e don Salvatore hanno scritto al direttore dell'Avvenire. Riapre la discussione su un tema troppo spesso lasciato in secondo piano: quello della coesistenza tra una fede religiosa che "comanda" di non uccidere e il fare la guerra.
Di più: perché qui si discute di coloro i quali, sacerdoti della fede che comanda di non uccidere, vestono addirittura la divisa. Non sappiamo se questo dibattito crescerà come dovrebbe. Ma ci proponiamo, nel caso l'Avvenire non accogliesse l'invito dei due sacerdoti che han scritto, di ospitarlo volentieri. (M.N.)
Gentile Direttore,
abbiamo letto l’editoriale di Marco Tarquinio
su Avvenire del 19 luglio u.s. “Irrinunciabile presenza tra gli uomini in
divisa”. Non nascondiamo il nostro stupore e disappunto perché, a partire dal
titolo, sembra che non vi possa esserci alternativa all’attuale forma della
presenza dei cappellani tra i militari, considerata dall’autore
‘irrinunciabile’. Al pari di valori e verità non negoziabili? Siamo parroci,
impegnati tra la gente da molti anni, in luoghi diversi dell’Italia al Nord e al
Sud. Avvertiamo una crescente sensibilità e attesa dei credenti per una Chiesa
capace di scelte più audaci e credibili. Da diversi anni, nella stessa Chiesa
italiana vanno emergendo riflessioni teologiche e proposte pastorali che mirano
a rivedere lo status dei cappellani militari. Già parlare di preti con le
stellette o di chiesa militare induce a considerare gli stessi cappellani
organicamente inseriti nel sistema gerarchico delle forze armate, con relativi
gradi, carriera e stipendi. Non è da mettere in questione, secondo noi, la
necessità della presenza religiosa e l’assistenza spirituale nelle caserme, ma
l’opportunità di smilitarizzarne le forme e le norme che oggi la regolano, come
ad. es. già accade per la Polizia di Stato. Sarebbe un segnale positivo non solo
nella direzione di una matura laicità dello Stato, ma anche della necessaria
libertà della Chiesa.
Abbiamo riletto proprio in questi giorni,
nel 40° anniversario della sua morte, la Lettera ai cappellani militari di don
Lorenzo Milani e vorremmo che il suo ricordo non si riducesse ad un rito di
sterile riabilitazione celebrativa. Riteniamo doveroso ripensare con serena e
rinnovata consapevolezza alle radici evangeliche della chiesa per proseguirne il
cammino alla luce del Concilio Vaticano II e dell’esperienza di tanti testimoni
e martiri di ieri e di oggi. I cristiani “sono nel mondo ma non sono del mondo”.
Sono “nel” sistema, come amava dire P. Turoldo, ma non sono“del” sistema.
“Abitano una loro patria, ma come forestieri; ogni terra straniera è patria per
loro e ogni patria è terra straniera” (Lettera a Diogneto). Aver ceduto nel
passato alla tentazione di coniugare la croce con la spada o aver stretto
alleanze fra trono e altare, sia pure per nobili fini di evangelizzazione e di
civilizzazione, ha portato la Chiesa a conseguenze spesso nefaste e disastrose.
“Non si addicono alla Chiesa i segni del potere - ci ricordava don Tonino Bello
– perchè le basta soltanto il potere dei segni.” Nel rispetto delle proprie e
delle altrui competenze e responsabilità, la Chiesa è chiamata certamente a
portare e a testimoniare il Vangelo anche tra i soldati, ma facendosi eco di
quella Parola profetica e non negoziabile: “rimetti la tua spada nel fodero,
perché chi di spada ferisce di spada perisce”. Parola che può suscitare
derisione, rifiuto e può portare al martirio, ma diventa seme di speranza per
quanti cercano giustizia senza violenza e pace senza tornaconto. E’ tempo allora
non più di cappellani militari, ma di cappellani tra i militari. Cappellani con
il coraggio di ripetere, all’occorrenza, come mons. Romero: “Soldati, vi prego,
vi supplico, vi scongiuro, vi ordino, non uccidete più..”. Cappellani che,
sostenuti dai Pastori e organicamente inseriti nella vita delle comunità,
promuovano anche lo studio e l’attuazione di nuovi sistemi di difesa
nonviolenta, in alternativa ai modelli ‘armati’ delle missioni di pace.
Cappellani liberi da mimetiche e stellette, da stipendi e privilegi, a servizio
di un Dio che difende sempre la vita, e non di un potere, sia pure legittimo,
che può dare anche la morte.
Non sarebbe questa una scelta da compiere, in
modo unilaterale e preventivo, per dovere di coscienza cristiana e di fedeltà al
Vangelo, senza attendere una legge dello Stato, vissuta o subita come una
forzata privazione di un irrinunciabile diritto?
21 luglio 2007
Don Salvatore Leopizzi, parroco a Gallipoli, (Lecce) Don Renato
Sacco, parroco a Cesara, (Verbania)
giovedì 19 luglio 2007
Rignano Flaminio: la tristezza di essere stati profeti
“Rignano, bufera sul Tg5 per video-perizia sui bimbi”Protestano le famiglie: «Mimun si dimetta»
ROMA (18 luglio) - Polemica per un video, trasmesso dal Tg5, con la
registrazione di una parte del filmato che servirà per la perizia psicologica
sui bambini vittime di presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio. La voce fuori
campo che accompagna la registrazione - fatta in questi giorni al dipartimento
di Scienze neurologiche di via dei Sabelli a Roma e trasmessa dal telegiornale
diretto da Clemente Mimun con esclusione dell'audio del dialogo tra la psicologa
e la bambina - spiega che vi sono tre telecamere nascoste agli occhi dei
bambini. Ma la voce del giornalista che racconta le immagini spiega che quando
la psichiatra inizia a chiedere della scuola, la bambina «cerca di cambiare
argomento». Nella registrazione si vede chiaramente una bambina, che per le
inquadrature mostrate appare riconoscibile, e la psichiatra che la fa giocare
all'interno di una piccola stanza entro cui ci sono un tavolo, due sedie e molti
giocattoli anche sparsi per terra. Le riprese mostrano prima la bambina che
insieme alla dottoressa costruisce una casetta di cartone sul tavolo, poi gioca
per terra per poi rimettersi al tavolo per disegnare. La psichiatra gioca con
lei e le parla. Dopo la trasmissione del video, Antonio Cardamone, legale di
parte civile delle famiglie dei bimbi presunte vittime di abusi a Rignano
Flaminio, ha rivolto un invito «a valutare l'opportunità di dimettersi» al
direttore del Tg5. «Egregio direttore - comincia la lettera firmata dagli
avvocati Cardamone e Franco Merlino - nel pieno rispetto del mandato difensivo
conferitoci da alcuni genitori coinvolti nella ormai nota vicenda dell' asilo di
Rignano Flaminio la informiamo di aver già provveduto a dare notizia
all'autorità giudiziaria del servizio mandato in onda nell' edizione serale del
suo telegiornale». «I quattro bambini, evidentemente riconoscibili, visti da
tutti gli italiani (o meglio da chi guarda il notiziario da lei diretto) -
proseguono gli avvocati - sono tutti difesi da noi. Le responsabilità gravissime
che scaturiscono dalla messa in onda del servizio sono assolutamente ed
esclusivamente a lei riconducibili. Non ci soffermiamo sulle molteplici
violazioni delle leggi penali e civili, oltre che della Carta di Treviso, che
sono state compiute e non ci possiamo esimere dal diffidarla ad una futura
ripetizione. Non possiamo nemmeno nasconderle le evidenti ripercussioni che
tutto ciò potrà comportare nella ricerca della verità. Per tutto quanto sopra
esposto, e per la gravità delle violazioni commesse, la invitiamo a valutare
l'opportunità di dimettersi dalla carica che attualmente ricopre». «Il Tg5 ha
trasmesso un servizio in cui si spiegavano le modalità dell' incidente
probatorio; non si faceva riferimento ad alcun dettaglio dei contenuti dei
colloqui tra i bambini e gli psicologi; si vedeva l'ambiente dei colloqui, con
un tavolo simile ad un banco di scuola, un blocco da disegno e dei giocattoli
sul pavimento e non si mostrava alcuna immagine in cui i piccoli potessero
essere riconosciuti. Questo è quanto», ha replicato Mimun.
...essere stata profeta a volte non è per niente una soddisfazione anzi! Leggetevi il post: Perizie o reality show?
martedì 17 luglio 2007
Non sarò nel comitato cittadino per il PD...ecchissenefrega!!!
Ho riflettuto a lungo sulla proposta che mi è stata fatta di entrare nel comitato cittadino per il Partito Democratico, ho consultato persone a me vicine ma preparate sul piano politico e tutte mi sollecitano ad accettare (sia pure non senza molti "se" e molti "ma"), ho scaricato e letto il manifesto del PD, il decalogo, e vari documenti reperibili in rete.
Ma, soprattutto, ho ripercorso le strade dei miei precedenti impegni in gruppi e associazioni (sempre rigorosamente senza tessera) dall'adolescenza in poi: autonomi, Movimento Studenti di Azione Cattolica, FUCI, volontariato (Rifugio Sole e Comunità Incontro), club della sinistra (Tempi Moderni); a parte il dato anagrafico, intuisco rispetto ad allora una grande differenza ed è la passione. Allora l'adesione fu spontanea perchè ci credevo!
Ebbene oggi non ho la stessa spinta nei confronti del PD, che comunque ritengo il più importante esperimento politico attuale, non credo insomma di riuscire ad essere un soggetto valido per il comitato in quanto portatrice di nessun entusiasmo.
Ammetto che il tutto è influenzato dalla delusione delle aspettative, sia da parte della politica in genere che della sinistra in particolare: DICO, ma non solo!
Temo di non essere abbastanza veltroniana per crederci e per aderire...
"Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso coinvolti."(Canzone del Maggio-da Storia di un impiegato- di Fabrizio de Andrè, 1973)
Però mi è stato fatto presente che non è più il tempo degli entusiasmi ma della responsabilità, questo mi ha fatto venire in mente la "Canzone del Maggio" di Fabrizio de Andrè, con cui si stigmatizzava quanti si erano tirati indietro, quanti poi avevano votato l'ordine e la disciplina...ecc...
Perchè si deve cogliere fino all'ultima chance per contribuire ad invertire le tendenze sfasciste di questo paese, per me le ultime chance sono già passate, il fallimento di ogni nuovo progetto o processo innovatore della politica, non mi permette di concedere ancora le mie risorse, il mio, sia pure minimo, contributo.
Mi sorprende, ma solo in parte, che quanti hanno una storia più lunga per motivi anagrafici ancora trovino energia per battersi, insomma li guardo con ammirazione, sanno resistere sulla lunga distanza, mentre considero già esaurito il mio impegno!
Una poesia di Pier Paolo Pasolini, perchè non so parlare di politica senza legarla alla vita:
"La diversità che mi fece stupendo
e colorò di tinte disperate
una vita non mia, ancora mi fa
sordo ai comuni istinti, fuori dalla
funzione che rende gli uomini servi
e liberi. Morta anche la dolente
speranza di rientrarvi, sono solo,
per essa, coscienza.
E poichè il mondo non è più necessario
a me, io non sono più necessario."[IV-Poesie inedite-(1950-1951) in Pier Paolo Pasolini/Le poesie, Garzanti, 1975]
venerdì 13 luglio 2007
Della moratoria, della pena di morte, della morte, della Cina, della Libia e ma soprattutto dell'ipocrisia
mercoledì 11 luglio 2007
L'angelo dell'AIDS è Tailandese. Una gran bella storia
Thailand's Aids angel
Thanks to Krisana Kraisintu, Thailand became the first country to
create generic HIV drugs. Now she's teaching the world how to make them, but she
still hasn't got credit at home
Published on July 12,
2007
In late 2002 Krisana Kraisintu quit her job at the
Government Pharmaceutical Organisation and headed for the war-torn Democratic
Republic of Congo. She knew how to make GPO-Vir - one of the cheapest drug
treatments for HIV/Aids - and vowed that she wouldn't rest until every African
nation could do the same.
Now 55, she's still there in the sub-Sahara,
roaming from place to place in a bid to honour that promise.
With the
backing of German medical-aid organisation Action Medeo, Krisana has achieved
her goal in Congo and Tanzania. Both hit hard by HIV/Aids, they are now making
their own generic drugs to treat the virus, as well as malaria.
Krisana is
currently in Zambia training technicians to do the same. She wants it to be the
third country on her success list, followed by Ethiopia.
"When I look into
the eyes of African children, I see their hope," she tells The Nation during a
brief visit home. "I just can't detach myself from the region."
Born on Koh
Samui to a family of doctors, Krisana earned a bachelors degree in pharmacy at
Chiang Mai University and completed her doctorate in pharmaceutical chemistry at
Bath University in England.
She spent 22 years with the government agency,
establishing a Research and Development Institute, of which she became the first
director.
Krisana and her team made great strides. In 1995 they completed
the first generic version of AZT, the anti-retroviral drug. Sold to the Health
Ministry to prevent mother-to-child transmission, it made Thailand the first
developing nation to give the world a generic Aids drug.
Then in April 2002
came GPO-Vir, a single-pill combination of three Aids drugs - lamivudine,
stavudine and nevirapine.
Unfortunately, Krisana says, there was little
executive support for her work at the organisation. "They didn't believe we
could produce our own generic Aids drugs with our limited budget."
She found
the way, and did everything on her own - from research and buying the raw
materials to manufacturing and packaging.
"The good thing about being left
to work alone was that I got to know every step in the process, from laboratory
to market, and these are the knowledge and skills I'm transferring to the
Africans," she says.
Before she created GPO-Vir, tens of thousands of people
died simply because they couldn't afford patented Aids treatments. As many lives
have since been saved by GPO-Vir, not only in Thailand, but also Cambodia, Laos
and Vietnam.
Thai health authorities had previously been unable to provide
treatment to people with HIV because of the high drug prices, confirms Dr
Sanguan Nittayarampong, secretary general of the National Health Office.
Though he doesn't know Krisana personally, Sanguan credits her for the
success of the government's universal health scheme in providing Aids treatment.
"She saves a lot people. The death rate among Aids patients has dramatically
decreased."
Kannikar Kijtiwatchakul, who works in the Bangkok office of
Medicins Sans Frontiers (Doctors Without Borders), is equally appreciative.
"What she has done benefits not only Thais but the whole world, and the
developing countries in particular. Unlike the big drug firms, she never wanted
to monopolise the rights over the drugs she developed. The only thing she wants
is to give poor countries access to the drugs."
Thailand's success in
developing GPO-Vir showed other developing countries that they could produce
their own versions of Aids drugs, Kannikar adds.
Making the drugs, Krisana
discovered for herself and now repeats everywhere she goes, is not as expensive
as the major drug firms claim. She doesn't speak the same language as the drug
corporations - they talk in terms of profits, while Krisana addresses humanity.
She fully supports the decision of the Public Health Ministry to impose
compulsory licences on three expensive, patented drugs, two of which are used to
treat Aids.
"Life-saving drugs should be affordable for all," she says,
adding that she's mystified why the ministry is still negotiating with drug
firms to lower their prices now that licences have been imposed.
Having
witnessed the decline in Aids-related deaths in Thailand, Krisana decided it was
time to help elsewhere.
"In Africa, no one believed they could produce their
own drugs," she says.
Aids activists have dubbed her "the gypsy warrior" - a
name picked up by interna-tional news media.
In 2002, Krisana says, only 15
per cent of Africans living with HIV/Aids had access to the drugs. By 2005, 65
per cent could afford treatment, thanks to their own, locally made versions of
the drugs.
Her work is not easy, and it took her months to adjust to the
climate and other conditions. During her first few months in Congo she was
unable to use the tap water due to an allergic reaction. She had to cleanse her
face with soda water and wash her feet with Fanta pop.
Wherever language was
a problem, Krisana, who speaks English, relied on her art skills, drawing
pictures of what she wanted. "Sometimes I drew a fish and they still served me
chicken," she laughs.
The difficulties weren't always funny. One night in
2002, driving into Lagos from its airport, 90 minutes outside the Nigerian
capital, she was stopped by a group of gun-toting men in uniform. She was
ordered out of the car and interrogated.
The same thing happened four more
times that night, a different armed squad each time. Fortunately the men asked
only questions, not for any money, which she could ill afford to lose.
For
her troubles and her victories, Krisana received the Letten Foundation's 2004
Global Scientific Award, and the following year she got a Reminders Day award
from an Aids organisation.
Stories about her have appeared in the New York
Times, Germany's Der Spiegel and France's Le Figaro. This past spring her battle
against the corporate giants was the subject of a play called "Cocktail" that
was performed at Louisiana State University.
The play looked at her struggle
to sway the Thai government as well but, having overcome official doubt and
shown the way forward, Krisana has still not received any accolades in her
homeland.
"I heard that she was nominated for a pharmaceutical-related
award, but I don't know why the government hasn't recognised her," says activist
Kannikar.
Krisana, it goes without saying, isn't interested in awards. She
set her own goal - access for all - and she's still trying to achieve it in
Africa.
Pennapa Hongthong
The Nation